Chi ha un carattere giocoso ha una marcia in più. E lo si può anche diventare… Impariamo dei bambini

Stefania Lupi A cura di Stefania Lupi Pubblicato il 23/02/2021 Aggiornato il 23/02/2021

Secondo una recente ricerca la giocosità aiuta a vivere meglio, a trasformare le situazioni quotidiane in esperienze divertenti o coinvolgenti. E se non lo si è di carattere, ci si può allenare per diventarlo… copiando i bambini

Chi ha un carattere giocoso ha una marcia in più. E lo si può anche diventare… Impariamo dei bambini

Avere un carattere allegro e scherzoso, in una parola essere giocosi, migliora la qualità della vita. Ma chi non lo è o non lo è abbastanza, si può allenare per diventarlo. A evidenziarlo è una ricerca guidata dalla Martin Luther University Halle-Wittenberg, condotta in collaborazione con l’Università di Zurigo e la Pennsylvania State University, pubblicata su Applied Psychology: Health and Well-Being. “Le persone particolarmente giocose – spiega il professor René Proyer, tra gli autori dello studio – hanno difficoltà ad annoiarsi. Riescono a trasformare quasi ogni situazione quotidiana in un’esperienza divertente o coinvolgente. Per esempio, amano i giochi di parole e mentali, e sono curiosi”. Proprio come i bambini…

Non in senso negativo

Ma questo non significa che le persone giocose siano particolarmente sciocche o frivole. Al contrario, studi precedenti hanno dimostrato che gli adulti possono utilizzare questa inclinazione in molte situazioni: hanno occhio per i dettagli, adottano facilmente nuove prospettive e possono rendere un compito monotono interessante.

Ma se fino ad ora ci si chiedeva se si potesse allenare la giocosità e quali effetti questo potesse avere, ora non ci sono più dubbi. Uno studio su 533 persone ha confermato questa ipotesi.

Le conferme in uno studio

I partecipanti allo studio sono stati divisi casualmente in tre gruppi sperimentali o in uno placebo. Quelli nei gruppi sperimentali hanno completato esercizi quotidiani per sette giorni. Prima di andare a letto, dovevano scrivere tre situazioni della giornata appena trascorsa in cui si erano comportati in modo particolarmente giocoso, oppure usare l’inclinazione a essere giocosi in una situazione non familiare, per esempio nella vita professionale e annotare l’esperienza. O riflettere sul comportamento giocoso che avevano osservato in se stessi quel giorno. Al contrario, il gruppo placebo ha ricevuto un compito che non ha avuto influenza sull’esperimento. Da un questionario prima e dopo una, due, quattro e dodici settimane è risultato un aumento della giocosità nel gruppo di persone che aveva fatto esercizi specifici e un miglioramento temporaneo e moderato del benessere.

 

 

 
 
 

Da sapere!

La noia è uno stato d’animo che prova un individuo che tendenzialmente vorrebbe essere attivo, ma che non può fare qualcosa di stimolante, mentre il depresso è convinto che non ci sia nulla di interessante da fare nella vita.

Fonti / Bibliografia

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