Cioccolato, un antidoto contro la depressione

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 09/09/2019 Aggiornato il 09/09/2019

Il cioccolato può aiutare a sconfiggere la depressione: l'importante è che sia fondente. Ecco perché

Cioccolato, un antidoto contro la depressione

Vuoi perché ci si sente giù, vuoi perché qualcosa è andato storto o semplicemente perché si è golosi. Inutile in ogni caso resistere all’attrazione fatale del cioccolato. Anche perché, oltre ad avere dimostrato ormai da tempo con innumerevoli ricerche che fa bene grazie al suo alto quantitativo di antiossidanti capaci di  contrastare l’invecchiamento, almeno per quanto riguarda il tipo fondente, il cioccolato si può considerare un vero e proprio antidepressivo.

Potente antidepressivo

A provarlo uno studio dell’University College London, della University of Calgary e dell’Alberta Healt Services Canada, secondo il quale il cioccolato fondente avrebbe una potente azione di modulazione sull’umore tanto da riuscire a ridurre il rischio di depressione di ben 4 volte. Se il 7,6% del campione analizzato nella ricerca presenta, infatti, sintomi tipici del mal di vivere, la percentuale cala a solo l’1,5% in chi consuma cioccolato fondente con regolarità. Sempre la stessa ricerca ha dimostrato che chi consuma più cioccolato, da 100 a 450 grammi al giorno, avrebbe il 57% in meno di possibilità di sviluppare i primi sintomi depressivi.

Antiossidanti e non solo

Tutto merito ovviamente di quello che c’è dentro la tavoletta che, insieme ai polifenoli antiossidanti, contiene un certo numero di ingredienti psicoattivi che producono una sensazione di euforia simile a quella della cannabis. Si tratta per la precisione della feniletilamina, una sostanza chimica importante per regolare l’umore.

Attenzione alla bilancia

Attenzione in ogni caso prima di abbuffarsi di cioccolato che, lo si sa bene, ha parecchie calorie e può quindi pesare, e non poco, sulla bilancia. Gli esperti hanno subito sottolineato infatti che servono ulteriori ricerche per chiarire la direzione del nesso di casualità: potrebbe essere infatti che la depressione induca a perdere a perdere interesse verso il cibo e quindi verso il cioccolato oppure potrebbero esserci altri fattori che rendono le persone meno propense a mangiare cioccolato ed essere depresse.

Risultati da approfondire

È necessario poi, se si dovesse stabilire invece che il cioccolato ha una concreta azione antidepressiva anche in funzione preventiva,  comprendere il meccanismo biologico che lega questi due fattori in modo da poter determinare il tipo e la quantità di cioccolato da mangiare ogni giorno per ottenere il risultato voluto.

 

 

 
 
 

Da sapere!

in attesa di ulteriori studi e conferme, rimane sicuro che consumare quel quadratino o due di cioccolato fondente al giorno non può che fare bene, anche perché se ci si limita con le quantità la linea non ne risente. E non si rischia di andare in depressione!

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Passaggio dal nido alla scuola materna un po’ prima del tempo: sì o no?

15/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Luisa Vaselli

L'opportunità di anticipare il passaggio dal nido alla scuola materna va valutata tenendo conto di numerose variabili, tra cui il temperamento del bambino e la sua capacità di adattamento.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti