Dipendenza da e-mail, è allarme!

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 16/05/2017 Aggiornato il 16/05/2017

La dipendenza da e-mail sta diventanto una vera e propria emergenza sociale. Ecco come difendersi

Dipendenza da e-mail, è allarme!

Con i moderni smartphone e tablet è come se avessimo sempre con noi il computer e, di conseguenza, il lavoro. Messaggi, fotografie, allegati ed e-mail illuminano con sempre maggiore frequenza gli schermi dei nostri dispositivi portatili, con il rischio di non staccare mai. La mente è come perennemente allerta e immersa nel lavoro e in quell’universo in costante evoluzione ed espansione che è la comunicazione digitale. A tutto discapito della comunicazione verbale con chi ci sta accanto.

Ossessione connessione

Tutto parte dal bisogno di essere sempre connessi. L’analisi della dipendenza da e-mail (e non solo!) fatta da Adobe sottolinea come il controllo compulsivo della casella di e-mail sia ormai una prassi al limite dell’ossessione. Una prassi che invade la vita di tutti i giorni, le ferie, le serate con gli amici, monopolizzando i nostri pensieri. Ma esistono alcuni espedienti per disintossicarsi dalla dipendenza da e-mail.

Ansia da prestazione

La dottoressa Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione europea per il disturbo da attacchi di panico (Eurodap), ha analizzato il problema, sottolineando come questa (cattiva) abitudine celi una forma particolare di ansia, legata alla volontà di volere sempre avere tutto sotto controllo e farsi trovare pronti in qualsiasi momento per qualsiasi evenienza. Controllare l’e-mail diviene così una prassi che mira soltanto a placare temporaneamente un’ansia, in pratica un atteggiamento ossessivo-compulsivo senza reali gratificazioni.

Sintomo di insicurezza

Il primo passo per disintossicarsi dalla dipendenza da e-mail, suggerisce la dottoressa Vinciguerra, è quello di avere più fiducia in se stessi. L’essere perennemente connessi in attesa di qualcosa è, infatti, sintomo di insicurezza. Una scarsa considerazione di sé che porta a dover dimostrare costantemente il proprio valore e la propria disponibilità. Una paura legata quasi certamente alla sempre maggiore instabilità del mondo del lavoro.

Riappropriarsi della propria vita

Smettere di puntare all’onniscienza e all’ubiquità è il primo passo per riappropriarsi della propria vita e dare il giusto peso alle cose. Innanzitutto è importante spegnere il cellulare aziendale fuori dall’orario di lavoro, magari iniziando in maniera graduale. Un altro consiglio è quello di prendersi un week-end di stacco totale, cercando di condurre i propri pensieri il più lontano possibile dal lavoro, dalle scadenze, dai clienti e dalle urgenze. Tutto ciò per riscoprire il valore del proprio tempo.

 

 

 
 
 

Da fare!

Non controllare ogni minuto la propria casella di posta elettronica e ogni tanto spegnere il cellulare.

 

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