Dipendenza da smartphone: come liberarsi da questa schiavitù

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 30/03/2017 Aggiornato il 30/03/2017

Ecco come disintossicarsi dalla dipendenza da smartphone attraverso semplici accorgimenti che aiutano a fare luce su un problema recente, ma sempre più diffuso e troppo spesso sottovalutato

Dipendenza da smartphone: come liberarsi da questa schiavitù

Nel giro di pochi anni, la comunicazione e il modo di rapportarsi con le altre persone sono stati stravolti dalla tecnologia, dai social network e dalla velocità sempre crescente con cui si scambiano informazioni e messaggi. Dietro questa accresciuta mole di dati si cela spesso una sempre minore qualità dell’informazione stessa. Il dispositivo per antonomasia di schizofrenia divulgativa è lo smartphone. E proprio la dipendenza da smartphone sta rapidamente cambiando il modo di vivere di ognuno di noi. Secondo recenti studi, si controlla il cellulare ogni 5-6 minuti, spesso anche di notte.

Comunichiamo sì, ma solo in modo virtuale

È sempre più difficile incrociare lo sguardo delle persone che ci sono accanto. Alzando lo sguardo mentre ci troviamo in autobus, in un negozio, al parco, al ristorante o semplicemente camminando per strada è invece sempre più facile farsi sorprendere da come gli occhi delle persone che ci circonda siano incollati a uno schermo. È inutile negarlo, passiamo ore a scorrere freneticamente le pagine dei social network venendo invasi da informazioni che, spesso, poco o nulla ci interessano.

Staccare la spina

Nancy Colier è una psicoterapeuta americana, insegnante di mindfulness, coach relazionale, autrice e blogger che ha da poco pubblicato “The power of off: the mindful way to stay sane in a virtual world”. Nel libro, edito in America da Sounds True Publishing, Colier analizza il problema della dipendenza da smartphone e dalla tecnologia in generale, dando consigli per tornare a prendere possesso della propria vita e restituire il giusto valore a ciò che conta realmente.

Operazione detox

Attraverso “The power of off”, Colier offre un percorso per comprendere meglio il mondo virtuale, sentirsi bene, avere relazioni sane, con l’obiettivo di “riscoprirci liberi nella tecnologia e non dalla tecnologia”. Il tutto grazie a consigli, atteggiamenti da tenere e un programma di disintossicazione dal digitale che, in 30 giorni, aiuta a instaurare un rapporto più sano con la tecnologia. Perché la tecnologia mette a disposizione molte cose fantastiche, ma spetta a noi imparare a sfruttarle al meglio e a non cadere in una vera e propria dipendenza.

Guardarsi negli occhi

Il primo fondamentale punto è prendere consapevolezza del proprio rapporto con la tecnologia. Non possiamo essere utenti passivi ma occorre avere il coraggio di separarci dallo smartphone e spegnerlo. Sì perché, come spiega Colier, siamo spinti da un istinto primordiale a controllare costantemente lo smartphone. Spegnerlo ci permette di far riposare il sistema nervoso e il cervello, con benefici alle funzionalità cerebrali e alla creatività che, per esprimersi al meglio, necessità di tempo e di contatto umano. Proprio questi contatti umani diretti sono inoltre fondamentali per il benessere emotivo, per sentirci apprezzati e compresi.

 

 

 
 
 

lo sapevi che?

Quando i bambini nati nel 2013 spegneranno sette candeline avranno già trascorso un intero anno nel mondo virtuale. Tempo che, sottratto all’attività fisica, alla lettura o al rapporto con gli altri, li spinge verso la dipendenza da smartphone e verso un non corretto sviluppo psicologico e sociale.

 

 

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