Disturbi da stress: più colpite le donne 2.0

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 03/05/2018 Aggiornato il 03/05/2018

Mal di testa, disturbi gastrointestinali, gonfiori. E ancora: insonnia, tensioni muscolari e dolori mestruali. Sono i disturbi da stress che affliggono le donne 2.0, divise tra lavoro e vita familiare

Disturbi da stress: più colpite le donne 2.0

Soffrono in silenzio, sottovalutando i piccoli e grandi fastidi, e non vanno dal medico perché non hanno tempo. Sono le donne 2.0, le più colpite dai disturbi da stress: sempre di corsa, senza tregua, con le giornate che dovrebbero avere 48 ore anziché 24. Così accade che i lievi malesseri, quasi sempre legati allo stress, passano in secondo piano.

Un problema per 9 nove donne su dieci

Secondo un sondaggio condotto da Assosalute, 9 donne su dieci devono fare i conti con disturbi da stress che incidono pesantemente sulla vita quotidiana. Ad affliggere maggiormente le donne (7 su 10) è il  mal di testa, seguito da disturbi gastrointestinali e gonfiori, insonnia, tensioni muscolari e dolori mestruali. Problemi che creano disagio e condizionano l’umore quasi 3 volte al mese. E quando colpiscono, una donna su due confessa di diventare più lunatica e suscettibile, di provare disagio nelle relazioni con gli altri, di modificare le proprie abitudini alimentari e di avere anche difficoltà sul lavoro.

Come cambiano con l’età

A risentire maggiormente dei disturbi da stress le under 34 che lamentano almeno 3 malesseri diversi: mal di testa, sindrome premestruale e dolori mestruali, mentre col passare del tempo a farsi sentire sono soprattutto i disturbi tipici delle donne tra 35 e 54 anni, e il gonfiore alle gambe nelle over 55.

No al “fai-da-te”

Non avendo nemmeno il tempo di andare dal medico, le donne 2.0 ricorrono spesso al “fai da te”, assumendo farmaci da banco già presi in passato o consigliati dalle amiche, o utilizzando i rimedi della nonna, dalle tisane alla borsa dell’acqua calda.  Atteggiamento che tampona il problema, ma non lo risolve.  Specie col passare del tempo. Perché è importante non sottovalutare mai il dolore. “Bisogna imparare ad ascoltarsi. Il dolore, infatti, è sempre un segnale di difesa – osserva Rossella Nappi, professore di ginecologia e ostetricia all’Irccs San Matteo di Pavia-. “Si può combattere con un farmaco di automedicazione, ma se poi torna ciclicamente per qualche mese bisogna andare dal medico. Il dolore, insomma, ci parla e bisogna prestargli attenzione, cercando di capire cosa ci sta dicendo, e fermarsi per affrontarlo una volta per tutte ”.

 
 
 

Da sapere!

ll ciclo mestruale doloroso non è naturale, neanche nelle giovani. Anzi, può essere la spia della presenza di un nemico pericoloso come l’endometriosi.

 

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