Famiglia e lavoro: meglio non pensarci troppo

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 14/12/2017 Aggiornato il 14/12/2017

Il lavoro sottrae tempo alla famiglia e ai propri interessi, ma bisogna evitare di focalizzarsi troppo sul problema. Ne va della salute

Famiglia e lavoro: meglio non pensarci troppo

Concentrarsi troppo sul conflitto tra famiglia e lavoro causa un alto livello di stress: lo afferma in uno studio pubblicato sulla rivista Stress & Health un team di ricercatori americani diretto da Kelly D. Davis, dell’Oregon State University di Corvallis (Usa). 

Gravi ripercussioni sulla salute

L’obiettivo della ricerca era quello di verificare il modo in cui il pensiero ripetitivo può influenzare il rapporto tra salute e conflitto tra famiglia  e lavoro. La ricerca è stata condotta su 203 adulti con una relazione stabile; i due terzi dei partecipanti avevano almeno un bambino. È stato, quindi, esaminato il modo in cui i soggetti percepivano il conflitto che veniva a crearsi tra famiglia  e lavoro. Ed è stato concluso che questo pensiero ripetitivo avrebbe una ripercussione negativa sul grado di soddisfazione della propria vita, sulle emozioni positive, gli stati d’animo, i livelli di affaticamento, la salute percepita e le condizioni sanitarie effettive. In particolare, per quanto riguarda la salute, contribuirebbe al rischio di 22 disturbi, tra cui ictus e diabete.

Preoccupazione e ansia

Pensare di continuo al conflitto tra famiglia e lavoro è associato anche ad altri fenomeni negativi per la salute mentale: la ruminazione e la preoccupazione. La prima consiste nel rimuginare continuamente su determinati episodi accaduti in passato ed è correlata alla depressione. La preoccupazione, invece, si manifesta come un pensiero persistente rivolto a eventi futuri e, in genere, è legata all’ansia.

Le donne soffrono di più

Su oltre 28 milioni di lavoratori italiani, circa sei milioni (uno su cinque), soffrono di stress da lavoro e in prevalenza sono donne. Di queste, circa un milione soffre di una condizione clinicamente rilevante: 500mila sono afflitte da disturbi d’ansia, 230mila da insonnia e 220mila da depressione, le restanti (2 milioni 200mila) presentano transitori disturbi di ansia, irritabilità, facilità al pianto, deficit di concentrazione, disturbi del sonno. Tali sintomi sono riconducibili a un adattamento non efficace allo stress. Fra i numerosi fattori determinanti, anche gli impegni legati alla vita quotidiana e il carico ingente di cui le donne si fanno carico  in termini di conciliazione tra famiglia e lavoro.

 

 

 
 
 

In breve

CONCENTRARSI SUL PRESENTE

Per alleggerire lo stress, gli esperti suggeriscono di provare a concentrarsi sul presente, prestando attenzione alle sensazioni fisiche e agli stati emotivi, alle persone, ai luoghi e agli oggetti che si trovano intorno a loro, limitandosi soltanto a osservare, senza dare giudizi.

 

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