Gli uomini fanno “male” alle donne

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 15/04/2015 Aggiornato il 15/04/2015

Avere vicino il proprio compagno aumenterebbe la percezione del dolore nelle donne. Ecco perché

Gli uomini fanno “male” alle donne

Il pensiero comune sostiene che avere la vicinanza emotiva del partner durante esami & Co. significa sentirsi rassicurate e, dunque, in un certo senso affrontare meglio i momenti difficili. Invece, uno studio americano ha dimostrato che, in alcuni casi, la percezione del dolore nelle donne aumenterebbe se il compagno è vicino. Lo studio che dimostra la correlazione tra maggiore percezione del dolore nelle donne e vicinanza fisica del partner, è stato condotto dall’University College di Londra, King’s College e l’università dell’Hertfordshire e pubblicato sulla rivista Social Cognitive and Affective Neuroscience.

Come si è svolto l’esperimento

L’osservazione ha coinvolto un campione di 39 coppie eterosessuali, attraverso la somministrazione di un questionario-test sul desiderio (o meno) di sentire vicino (o di stare vicino) al partner durante esami & Co. Il secondo step dello studio, invece, ha testato in pratica la percezione del dolore nelle donne, sottoponendo quest’ultime a una serie di pulsazioni laser dolorose. Il tutto con il partner sia fuori sia dentro la stanza. Al contempo, i ricercatori hanno misurato la reazione cerebrale femminile con un elettroencefalogramma e, infine, è stato chiesto alle donne di assegnare un punteggio al dolore percepito.

Più dolore se il partner è vicino

I risultati di questi test hanno parlato decisamente chiaro. Ovvero, le donne che si sono dichiarate più emotivamente indipendenti dal partner nel questionario, hanno sofferto la presenza fisica del compagno nella stessa stanza, provando più dolore. Quest’ultimo è stato confermato anche dall’analisi dell’elettroencefalogramma.

Lo stesso vale per i bambini

La ricercatrice Amanda Williams, dell’University College di Londra, ha sottolineato le similitudini di tali reazioni alle reazioni emotive e fisiche dei bambini. Secondo studi altrettanto recenti, infatti, è stato osservato che anche i bambini sentono più dolore durante esami e controlli medici se i genitori sono nella stessa stanza, soprattutto se uno o entrambi i genitori sono più ansiosi del bambino (situazione molto frequente).

Il parere degli esperti

Spesso, a sottolineare la validità di tali risultati empirici, sono proprio i medici con i loro consigli. Ovvero, non è raro che sia lo stesso specialista a scoraggiare la presenza fisica del compagno (nel caso degli adulti) o di entrambi i genitori (riducendo la presenza a uno) del paziente sottoposto a controllo medico. Solitamente ciò accade quando il medico percepisce l’ansia del compagno o del genitore, che sa aumenterebbe anche la percezione del dolore nel paziente, piccolo o grande che sia.

 

 

 

In breve

PIU’ A RISCHIO LE DONNE INDIPENDENTI

A soffrire si più la vicinanza del partner, durante esami e piccoli interventi medici, sono proprio le donne più indipendenti: abituata a gestire da sé stati emotivi difficili, questo tipo di donna non desidera dover gestire anche l’eventuale ansia del partner.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Integrazione di progesterone dopo la 12^ settimana: è pericoloso sospenderla?

14/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Nel secondo trimestre la placenta provvede abbondantemente a produrre gli ormoni utili alla gravidanza, quindi non sono più necessari apporti esterni.   »

Pianto poco vigoroso alla nascita: c’è da preoccuparsi?

14/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Antonella Di Stefano

Se il neonato si attacca al seno con vigore e dai controlli effettuati alla nascita e nelle settimane successive non emerge nulla di anomalo, non è opportuno attribuire una valenza importante al fatto che subito dopo il parto il suo pianto sia stato flebile.   »

IgG e IgM in relazione alla toxoplasmosi: cosa esprimono?

07/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Gli anticorpi IgG positivi segnalano che in passato ci si è ammalate di toxoplasmosi (quindi si è immunizzate), mentre gli anticorpi IgM positivi indicano che tale infezione è in corso (o comunque è stata sviluppata di recente). Se entrambi i tipi risultano negativi vuol dire che non si è immuni.   »

Fai la tua domanda agli specialisti