Social network: sì o no alla pubblicazione delle foto dei figli?

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 28/07/2015 Aggiornato il 28/07/2015

La privacy dei figli sarebbe violata da genitori sempre più appassionati della pratica dello sharenting sui social network. Ecco perché

Social network: sì o no alla pubblicazione delle foto dei figli?

Ci sono persone, anche Vip, che pubblicano tranquillamente immagini e video dei propri figli online e altri che non si sognerebbero mai di farlo. Chi ha ragione? In realtà, il dibattito è ancora aperto. Quel che è certo è che lo sharenting, ossia la tendenza dei genitori a non rispettare la privacy dei propri figli, spesso piccoli e ignari, condividendone informazioni, video e immagini sui social network, è una pratica sempre più diffusa. Gli ultimi a condurre una riflessione in materia sono stati alcuni esperti statunitensi, del National Poll on Children’s Health dell’ospedale pediatrico dell’Università del Michigan, del Matt Children’s Hospital, che hanno analizzato la situazione scattando una fotografia poco rassicurante.

Un fenomeno sempre più diffuso

La parola sharenting non è altro che il risultato dell’unione tra i termini inglesi share, cioè condividere, e parenting, cioè essere genitori. Secondo gli studiosi americani, le più accanite appassionate di sharenting sui social network sono le mamme, seguite a breve distanza dai papà. Più precisamente, oltre il 50% delle madri e il 30% dei padri non hanno troppe remore a mettere in piazza, o meglio in bacheca, dettagli della vita privata della propria prole, corredando il tutto con immagini o addirittura video.

Le ragioni che spingono mamma e papà

Per molti, ogni occasione è buona per condividere con gli amici virtuali, chiaramente via social network, Facebook soprattutto, ogni piccolo progresso del bimbo. Solo per smania di “like” e voglia di apparire e farsi commentare? Non sembrerebbe. Secondo gli esperti, il 70% dei genitori sceglie di buttarsi a capofitto nello sharenting per trovare consigli e informazioni utili, per adempiere al proprio ruolo di mamma o papà al meglio. Ad animarli soprattutto il desiderio di chiedere alla rete qualche suggerimento su temi piuttosto popolari, come i problemi di sonno dei più piccoli (nel 28% dei casi), la loro alimentazione (26%) o la loro educazione (19%).

I rischi di questa moda

“Tuttavia, il confine tra condivisione ed eccesso di condivisione può essere sfumato. I genitori potrebbero condividere informazioni che il loro figlio, quando sarà cresciuto, riterrà imbarazzanti o troppo personali ma che una volta condivise sono difficili da annullare. Il bambino non avrà molto controllo su dove andranno a finire o chi ne verrà a conoscenza” hanno affermato gli studiosi. Un rischio di cui i genitori sembrano consapevoli: oltre la metà delle mamme e dei papà teme che in futuro i figli possano provare imbarazzo per le informazioni condivise quando erano bambini. Eppure, questa paura non sembra sufficiente a trattenerli.

 

 

 
 
 

In breve

ATTENZIONE AL CYBERBULLISMO

Non bisogna sottovalutare nemmeno i rischi connessi alla presenza dei bambini sui social network, come quello del cyberbullismo.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Allattamento a rischio per condizione aziendale: si ha diritto al 100% della retribuzione?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Paola Bernardi Locatelli

Per l'interdizione post partum per rischi aziendali per legge è dovuta solo l'indennità di maternità INPS (80% della retribuzione media giornaliera) ma l'eventuale integrazione al 100% dal datore di lavoro può essere prevista dal CCNL o dalla contrattazione aziendale.  »

Minaccia d’aborto: può essere colpa dell’allattamento?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In gravidanza, continuare ad allattare il primo bambino non causa direttamente contrazioni dell'utero ma è impegnativo dal punto di vista psico-fisico. Ridurre le poppate giornaliere, quando sono numerose come quelle offerte a un neonato, è una buona idea soprattutto se il primo figlio ha già 15 mesi...  »

Bimba di tre anni con otiti ricorrenti: perché?

06/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

A volte è la particolare conformazione delle tube di Eustachio (i tubicini che collegano l'orecchio al naso) a favorire la ricorrenza delle otiti, tuttavia con la crescita tutto si risolve.   »

Fai la tua domanda agli specialisti