Apnee ostruttive del sonno: presto una cura?

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 24/12/2018 Aggiornato il 24/12/2018

Le apnee ostruttive del sonno colpiscono adulti e bambini e possono avere pesanti ripercussioni sulla salute. Sembra però in arrivo un farmaco in grado di curarle

Apnee ostruttive del sonno: presto una cura?

Sonno frammentato e discontinuo? Stanchezza e difficoltà di concentrazione? Molti non lo sanno o non ci pensano, ma la colpa potrebbe essere delle apnee ostruttive del sonno: delle brevi e involontarie interruzioni della respirazione che possono causare microrisvegli anche inconsapevoli. Per combatterle potrebbe arrivare presto una nuova cura farmacologica. A suggerirlo è uno studio condotto da un’équipe di ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston, presentato al recente congresso della Società europea di medicina respiratoria.

Adulti e bambini

Per sindrome da apnee ostruttive del sonno, detta anche Osas (dall’inglese Obstructive sleep apnea syndrome), si intende un blocco momentaneo della respirazione durante il riposo notturno. Questo disturbo è legato a una chiusura temporanea dello spazio delle prime vie aeree, che blocca il passaggio dell’aria attraverso la gola. Sebbene l’interruzione del respiro duri solo pochi istanti e riprenda automaticamente, può causare una serie di conseguenze importanti, a tutti i livelli. Ecco perché è importante cercare di contrastarla.

Le molecole sperimentate

Lo studio ha riguardato 20 persone con apnee ostruttive del sonno. I ricercatori hanno somministrato loro una combinazione di due molecole: l’atomoxetina, che viene già impiegata per il trattamento della sindrome da deficit di attenzione e iperattività, e l’ossibutina, utilizzata per i disturbi vescicali e delle vie urinarie, in particolare per l’incapacità di controllare la minzione. Quindi, hanno osservato il loro sonno durante un’intera nottata. Lo scopo era verificare se i medicinali migliorassero il riposo notturno e impedissero le pause nella respirazione.

Come agiscono

Dall’analisi dei risultati è emerso che la combinazione di atomoxetina e ossibutina riduce la frequenza con cui le vie aree superiori si ostruiscono, mediamente fino al 70%, ma non il numero dei risvegli subconsci. Questo perché l’atomoxetina è un inibitore della ricaptazione della noradrenalina, i cui livelli normalmente crollano durante il sonno: ebbene, sembra che essa possa stimolare i muscoli delle vie aeree superiori, aiutando a mantenere la gola aperta. L’ossibutinina, invece, migliora l’azione del muscolo genioglosso durante il sonno Rem. Gli studiosi hanno perciò concluso che questa cura potrebbe rappresentare una speranza per chi soffre di apnee ostruttive del sonno. Tuttavia, serviranno studi più approfonditi e condotti su una casistica più ampia per capire meglio gli effetti.

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

Al momento, l’unica cura disponibile contro le apnee ostruttive del sonno è rappresentata al Cpap, un particolare dispositivo da indossare che insuffla aria a bassa pressione nel naso e nella bocca. In certi casi, può essere indicata anche l’operazione chirurgica.

 

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