Attenzione a fare troppo sport: può far male alle arterie

Luce Ranucci A cura di Luce Ranucci Pubblicato il 28/01/2022 Aggiornato il 01/02/2022

L’attività fisica fa bene ed è sempre consigliata. Ma, in certi casi, in persone particolarmente attive, fare troppo sport potrebbe essere controproducente perché può aumentare i depositi di calcio nelle arterie coronarie

Attenzione a fare troppo sport: può far male alle arterie

Muoversi regolarmente, seguendo le indicazioni del medico, è fondamentale per mantenersi in forma e proteggere il cuore. Le Linee guida, non per nulla, in termini generali raccomandano almeno 150-300 minuti/settimana di intensità moderata o 75-150 minuti/settimana di attività fisica aerobica di intensità vigorosa. Insomma, non bisogna stare in poltrona, ma muoversi, anche se una ricerca pubblicata sulla rivista Heart mette in guardia su un aspetto, apparentemente paradossale, che non va sottovalutato. Fare troppo sport può fare male alle arterie.

Cosa dice la ricerca

Fare troppo sport, infatti, a volte potrebbe accelerare l’accumulo di depositi di calcio (e quindi anche il rischio di sviluppare placche aterosclerotiche) lungo la parete dei vasi.

Il motivo? Potrebbe esserci un’azione legata allo stress meccanico sui vasi stessi e alla necessità di riparare le lesioni dei vasi, oltre che l’azione dell’ipertensione. Al momento, non ci sono certezze su cosa potrebbe accadere, ma lo studio osservazionale che mette in guardia su questo fronte, porta risultati che vanno indagati, pur se anche valutando l’aumento possibile dei depositi di calcio intra-arterioso il rapporto costo-beneficio resta ampiamente a favore dell’esercizio fisico regolare.

Lo studio condotto su 25.000 adulti

La ricerca ha preso in esame adulti sani sottoposti a regolari controlli completi presso due importanti centri sanitari a Seul e Suwon, in Corea del Sud. Oltre a compilare un questionario sull’attività fisica, sullo stile di vita e sullo stato sociale, sono stati considerati peso, pressione arteriosa e profilo dei lipidi (grassi) nel sangue. Inoltre è stata valutata la presenza di calcio all’interno delle coronarie per un periodo medio di tre anni, misurandone le variazioni.

L’analisi finale ha preso in considerazione oltre 25.000 persone (solo per meno di un decimo donne) e ha dimostrato un’associazione graduale tra il livello di attività fisica e la prevalenza e la progressione della calcificazione a carico delle arterie coronariche: in particolare una maggiore attività fisica è stata associata a una progressione più rapida dei punteggi delle calcificazioni coronariche (punteggio Cac) sia in coloro che non avevano depositi di calcio all’inizio dello studio, sia in chi aveva già segni di questo tipo.

Il calcio coronarico                                                                               

Come è stato ricordato al congresso “Conoscere e curare il cuore” tenutosi a Firenze e organizzato dal Centro per la Lotta all’Infarto  diretto da Francesco Prati: “Il calcio coronarico valutato mediante tomografia computerizzata (punteggio definito calcium score) è un marcatore di aterosclerosi ben validato e riproducibile. Le calcificazioni coronariche sono, infatti, espressione di un’avanzata aterosclerosi subclinica (quindi che magari non dà sintomi) e, sebbene non siano un’espressione di instabilità di placca, la loro estensione è correlata con le severità e il numero delle placche coronariche”.

Conferme da un’altra ricerca

Questa non è la prima volta che il troppo sport finisce sotto esame. Come sottolinea anche una ricerca pubblicata sulla rivista PLoS One, condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università della Louisiana, che ha preso in esame sei studi realizzati su quasi 1700 persone.

Per circa il 10% degli adulti, lo sport è apparso addirittura un boomerang per la salute, perché ha peggiorato alcuni dei parametri che indicano il benessere cardiaco come pressione arteriosa, valori di colesterolo HDL (quello buono, ad azione protettiva) e trigliceridi, livelli di insulina (l’ormone che contrasta l’innalzamento della glicemia) nel sangue. Per 7 persone su 100 sarebbero due di questi parametri a essere influenzati negativamente dall’attività sportiva.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Le calcificazioni coronariche tendono ad aumentare con l’avanzare dell’età e sono più comuni all’interno di placche complesse, presentando altresì emorragie e necrosi. Inoltre, le calcificazioni coronariche sono più frequenti negli uomini che nelle donne.

 

Fonti / Bibliografia

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