Calcoli biliari: un problema più femminile

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 12/02/2016 Aggiornato il 12/02/2016

I calcoli biliari colpiscono soprattutto alcune categorie di persone. Particolarmente a rischio le donne. Ecco perché

Calcoli biliari: un problema più femminile

I calcoli biliari, che si formano cioè nella colecisti (o cistifellea), e quelli del fegato sono piccoli cristalli di colesterolo che si ingrandiscono fino a diventare dei piccoli sassolini. E questo si sapeva. Quello che era meno noto, invece, è che colpiscono in prevalenza le donne e le persone in età avanzata. Secondo le stime, solo il 20% dei pazienti con un singolo calcolo va incontro a una colica biliare nell’arco della vita, nel resto dei casi i calcoli biliari possono rimanere non diagnosticati o sono identificati casualmente quando si esegue un’ecografia all’addome.

Come si formano i calcoli

La formazione dei calcoli del fegato trae origine dalla bile, il liquido contenuto nella cistifellea che aiuta la digestione dei grassi, dove il colesterolo tende ad aggregarsi in formazioni sempre più grandi. Il processo della loro formazione lo spiega il professor Mario Rizzetto, ordinario di gastroenterologia all’Università di Torino. “Il colesterolo è normalmente mantenuto in soluzione nella bile grazie alla presenza di acidi e sali biliari.  Quando si crea uno squilibrio tra questi composti, il colesterolo precipita, si aggrega e si formano i calcoli”.

I fattori di rischio

Predisposizione genetica e presenza di alcuni fattori di rischio determinanti, come l’obesità, l’età avanzata e il sesso femminile, sono riconducibili alla loro manifestazione. Anche alcune cattive abitudini incidono, come digiunare o fare un unico abbondante pasto nell’arco della giornata, favorendo così l’eccessivo ristagno del liquido biliare nella cistifellea.  

Quando bisogna operare

Osservare e attendere è la “filosofia” dei medici, rispetto alla necessità o meno di intervenire chirurgicamente. In genere, se il calcolo non dà sintomi, la persona sta bene e non ha particolari fattori di rischio, l’indicazione dei medici è quella di tenere i calcoli semplicemente sotto controllo. Viceversa, vanno rimossi mediante la colecistectomia, ovvero l’asportazione della colecisti. “In base alle statistiche, se il calcolo ha già manifestato la sua presenza scatenando una colica – conclude Rizzetto  – le probabilità che questa si presenti ancora salgono al 50-60%: in questi casi o in presenza di altre complicanze, come diabete o familiarità del cancro alle vie biliari, può rendersi necessaria l’operazione chirurgica di asportazione della colecisti, effettuata per via laparoscopica attraverso tre piccoli fori praticati sull’addome del paziente”. 

 

 

 
 
 

lo sapevi che?

Se il calcolo non si muove, può non provocare alcun sintomo né dolore, mentre un suo movimento può scatenare le coliche caratterizzate da dolori violenti all’addome che si irradiano sino alla schiena e alle scapole.  

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti