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Affanno? Gonfiore delle caviglie o delle gambe? Spossatezza e astenia? Sono tutti segnali da non sottovalutare perché potrebbero essere i campanelli di allarme di uno scompenso cardiaco, una malattia per cui il cuore non riesce più a pompare una quantità di sangue sufficiente a ossigenare e nutrire tutti i tessuti dell’organismo. Ecco perché non vanno ignorati ed ecco perché l’Associazione italiana scompensati cardiaci (Aisc) e Novartis hanno lanciato la campagna di sensibilizzazione “Ogni cuore conta. Soprattutto il tuo”.
Di che cosa si tratta
Lo scompenso cardiaco è una malattia causata da una disfunzione del cuore che finisce con il pompare meno di sette centilitri di sangue a battito (in condizioni normali la quantità di sangue pompata a ogni battito va da 7 centilitri a 1 decilitro): più la soglia si abbassa più il cuore è in difficoltà. La causa più comune di questa patologia è l’infarto. All’origine dell’insufficienza cardiaca, però, ci possono essere anche l’ipertensione, una malattia delle cellule muscolari del cuore, una disfunzione delle valvole cardiache, aritmie (anomalie del ritmo) e infezioni cardiache.
I segnali da non sottovalutare
Nella maggior parte dei casi, la malattia si sviluppa lentamente e inizia a causare disturbi a distanza di alcuni anni dal suo esordio. Nelle forme lievi, dunque, riconoscere lo scompenso cardiaco può non essere facile. “Chi ha lo scompenso cardiaco è un paziente complesso, che ha anche altre patologie croniche come diabete o Bpco. Un campanello d’allarme è la limitazione delle normali attività della vita, come non poter andare a fare la spesa. Altri segni evidenti sono l’edema degli arti inferiori o la contrazione della diuresi. E sono anche più soggetti a depressione” spiega Michele Lepore, medico di famiglia. Altri segni importanti sono il respiro difficoltoso a riposo o dopo un breve esercizio e il senso di stanchezza continuo (astenia). Ci sono, poi, altri campanelli d’allarme importanti, da non trascurare: aumento o diminuzione di peso ingiustificati, palpitazioni e aumento del battito cardiaco, senso di vertigine, confusione o irritabilità, pressione bassa, perdita dell’appetito, tensione addominale.
Mai fare finta di nulla
Se la persona avverte improvvisamente uno di questi disturbi, non deve fare finta di nulla, ma riferirlo subito al medico, soprattutto se presenta fattori di rischio cardiovascolare. In questo modo si possono eseguire tutti gli accertamenti del caso e, se necessario, avviare una cura.
Da sapere!
Tutti i fattori di rischio cardiovascolare, come colesterolo alto, ipertensione, diabete, obesità, fumo devono essere considerati pericolosi, oltre che per l’infarto, anche per lo scompenso cardiaco.