Celiachia: diagnosi più facile con un nuovo test

Laura Raimondi A cura di Laura Raimondi Pubblicato il 28/03/2019 Aggiornato il 28/03/2019

Utile sia nella diagnosi sia nel monitoraggio dell’efficacia della dieta, si basa su un semplice prelievo di sangue

Celiachia: diagnosi più facile con un nuovo test

Secondo una recente ricerca pubblicata sulla rivista medica Gastroenterology, sarà presto possibile la diagnosi della celiachia attraverso un esame del sangue. I ricercatori della divisione di gastroenterologia ed epatologia della Mayo Clinic hanno testato l’utilità di uno specifico complesso proteico, denominato come tTG-DGP, che indicherebbe lo stato di guarigione della mucosa intestinale nel caso si segua una dieta gluten-free.

L’efficacia del test

La ricerca era partita dal confronto con precedenti tecniche diagnostiche che esaminavano la presenza di alcuni anticorpi nel sangue, marker della celiachia. I risultati dello studio sono stati promettenti. L’esame, infatti, ha una sensibilità del 99% (ovvero svela la presenza di anticorpi, tossine, enzimi) e una specificità del 100% (capacità di distinguere i pazienti realmente sani), dimostrandosi quindi efficace per distinguere i celiaci dalle persone senza questa patologia. Per quanto riguarda l’utilizzo del test nel valutare lo stato di guarigione della muscosa intestinale, le percentuali scendono di poco: una sensibilità dell’84% e una specificità del 95%.

Il parere dell’esperto

Edoardo Savarino, gastroenterologo dell’azienda ospedaliero-universitaria di Padova e membro della Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, ha sottolineato l’importanza dello studio: «Questa ricerca ci proietta verso l’impiego di un nuovo biomarcatore utile sia ai fini diagnostici sia di monitoraggio della malattia celiaca, che, in soggetti selezionati, potrebbe evitare l’esecuzione della biopsia duodenale sia per la diagnosi che per il monitoraggio dei pazienti con celiachia».  Questi recenti risultati devono, però, ancora essere applicati nella pratica clinica, verificando concretamente la loro efficacia diagnostica rispetto ai marker degli anticorpi.

Bambini e adolescenti

In questo caso la diagnosi di celiachia avviene attraverso una gastroscopia che preleva i villi intestinali da esaminare in laboratorio. Tuttavia, dal 2015 il Ministero della Salute prevede per i piccoli pazienti la biopsia solo se sono predisposti geneticamente alla malattia e se gli anticorpi sono almeno di 10 volte superiori ai valori soglia.  Il monitoraggio della celiachia, invece, deve avvenire con continui controlli: il primo a un anno dalla diagnosi e in seguito ogni due anni, controllando soprattutto i pazienti durante l’adolescenza, quando sono meno propensi a seguire con rigore la dieta senza glutine.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Gli studiosi ritengono che con l’esame del sangue per la celiachia verrà a galla la “quota sommersa” di celiaci che non sanno di esserlo, in Italia circa 400.000 persone, secondo i dati dell’Associazione italiana celiachia.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Quale latte a 13 mesi se si smette di allattare al seno?

10/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

Dopo l'anno di vita si può tranquillamente offrire il latte vaccino, meglio in tazza per evitare che il bambino ne assuma troppo.   »

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti