Cervello più giovane con una tazza di tè

Lorenzo Marsili A cura di Lorenzo Marsili Pubblicato il 11/11/2019 Aggiornato il 11/11/2019

Chi consuma abitualmente tè ha connessioni nervose più efficienti per una migliore organizzazione della struttura cerebrale e un cervello più giovane

Cervello più giovane con una tazza di tè

Con l’arrivo dei primi freddi, poche cose scaldano cuore e membra come una tazza di te. Che si tratti di tè aromatizzato o nero o verde, poco importa. Da oggi, però, c’è una ragione in più per concedersi un caldo momento di piacere. Il tè, infatti, aiuta a mantenere il cervello più giovane, rendendo più efficienti le connessioni nervose per una migliore organizzazione della struttura cerebrale.

Bevanda anti-età

A rivelare la connessione tra il cervello e i benefici del tè è una ricerca pubblicata sulla rivista Aging e condotta dall’Università di Singapore di concerto con le Università dell’Essex e di Cambridge. Come sottolineato da Feng Lei, prima firma dello studio, consumare almeno 3-4 volte alla settimana una tazza di tè ha un effetto protettivo per il  cervello. Chi beve tè evidenzia, infatti, una maggiore organizzazione tra le connessioni nervose cerebrali allontanando gli effetti negativi legati all’età.

Cervello più giovane ed efficiente

La ricerca ha preso in esame, tramite risonanza magnetica e test cognitivi, l’attività cerebrale di 36 ultrasessantenni. Incrociando i risultati delle due rilevazioni, è emerso come i soggetti che bevevano tè regolarmente avessero una maggiore e più ordinata connettività tra le aree cerebrali. Anche nei test cognitivi le performance sono risultate migliori. Questi risultati corroborano le tesi sostenute da precedenti ricerche condotte dallo studioso circa il legame tra cervello più giovane e consumo regolare di tè.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Altri studi precedenti avevano constatato un legame tra tè e migliori funzioni cognitive. Ma oggi si è compreso come questi benefici siano derivati da un’azione del tè atta a migliorare l’organizzazione delle connessioni cerebrali.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Passaggio dal nido alla scuola materna un po’ prima del tempo: sì o no?

15/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Luisa Vaselli

L'opportunità di anticipare il passaggio dal nido alla scuola materna va valutata tenendo conto di numerose variabili, tra cui il temperamento del bambino e la sua capacità di adattamento.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti