Colesterolo: migliorano i livelli. Italiani promossi

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 13/07/2020 Aggiornato il 13/07/2020

Rispetto al 1980 i livelli di colesterolo cattivo sono scesi sia nelle donne (soprattutto) sia negli uomini. Ecco perché

Colesterolo: migliorano i livelli. Italiani promossi

Finalmente una buona notizia per gli italiani sul fronte della salute. Uno dei nemici più temibili per il sistema cardiovascolare, e non solo, il colesterolo, sembra un po’ meno diffuso fra la popolazione. Infatti, se 40 anni fa l’Italia era il 30° Paese al mondo per livello di colesterolo cattivo nelle donne, ora è sceso all’80° posto. Per gli uomini il calo stato è minore, ma comunque significativo: nel lasso di tempo considerato siamo comunque passati dal 21° posto al 43° posto. A dirlo una classifica sui valori internazionali di ben 200 Paesi stilata da un gruppo internazionale di studio coordinato dall’Imperial College di Londra.

Un grasso presente in tutto l’organismo

Il colesterolo è un tipo di grasso che circola nel sangue grazie a specifiche particelle di trasporto, le lipoproteine. Le più note sono le Ldl() o lipoproteine a bassa densità e le Hdl o lipoproteine ad alta densità. Le prime rappresentano il cosiddetto “colesterolo cattivo” che viene trasportato ai vari organi: se è in eccesso, tende ad accumularsi nelle pareti dei vasi arteriosi, formando ispessimenti e placche, che ostacolano la circolazione sanguigna. Il secondo, invece, è il cosiddetto “colesterolo buono”.

Com’è cambiata la situazione negli anni

Nel 1980 il livello medio di colesterolo Ldl nelle donne era pari 162.16 mg/dl (milligrammi per decilitro di sangue). Oggi, invece, è sceso (dati del 2018) a 131.27 md/dl. I Paesi più a rischio da questo punto di vista sono quelli asiatici. La classifica, infatti, vede al primo posto Tokelau, seguito da Malaysia, Filippine, Guiana, Thailandia, Isole Salomone, Myanmar, Samoa, Ecuador e Indonesia. Nel 1980 la classifica, invece, dietro a Singapore, c’erano Malta, Svezia, Groenlandia, Belgio, Israele, Norvegia, Andorra, Finlandia, Islanda.

In Italia, la situazione è migliorata anche per gli uomini. Nel 1980 il livello medio di colesterolo Ldl era 177.61 mg/dl, nel 2018 139 mg/dl. In questi 38 anni la classifica è cambiata molto. Oggi in vetta ci sono Malaysia, Tokelau, Thailandia, Libano, Filippine, Brunei, Serbia, Tonga, Lituania e Lettonia. Nel 1980, invece, i primi 10 paesi erano Malta, Finlandia, Andorra, Groenlandia, Svizzera, Norvegia, Belgio, Svezia, Israele e Islanda.

Merito dei farmaci e dello stile di vita

“Per la prima volta, i livelli più alti di colesterolo non Hdl sono al di fuori del mondo occidentale” hanno commentato gli esperti. Da una parte, significa che lo stile di vita occidentale sta migliorando: oggi si mangia meglio e si presta più attenzione ai fattori di rischio. Dall’altra parte, però, questo miglioramento è da ricollegare all’uso delle statine, classe di farmaci anti-colesterolo non ancora molto usata nei Paesi a basso e medio reddito.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Per quanto riguarda il colesterolo totale, i valori desiderabili sono inferiori a 200 milligrammi per decilitro di sangue (mg/dl). Valori compresi tra 200 e 250 mg/dl vengono considerati al limite.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Allattamento a rischio per condizione aziendale: si ha diritto al 100% della retribuzione?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Paola Bernardi Locatelli

Per l'interdizione post partum per rischi aziendali per legge è dovuta solo l'indennità di maternità INPS (80% della retribuzione media giornaliera) ma l'eventuale integrazione al 100% dal datore di lavoro può essere prevista dal CCNL o dalla contrattazione aziendale.  »

Minaccia d’aborto: può essere colpa dell’allattamento?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In gravidanza, continuare ad allattare il primo bambino non causa direttamente contrazioni dell'utero ma è impegnativo dal punto di vista psico-fisico. Ridurre le poppate giornaliere, quando sono numerose come quelle offerte a un neonato, è una buona idea soprattutto se il primo figlio ha già 15 mesi...  »

Bimba di tre anni con otiti ricorrenti: perché?

06/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

A volte è la particolare conformazione delle tube di Eustachio (i tubicini che collegano l'orecchio al naso) a favorire la ricorrenza delle otiti, tuttavia con la crescita tutto si risolve.   »

Fai la tua domanda agli specialisti