Covid-19: chi ha il gruppo sanguigno A corre più rischi

Miriam Cesta A cura di Miriam Cesta Pubblicato il 12/04/2021 Aggiornato il 12/04/2021

Gli scienziati hanno scoperto che il Sars-CoV-2 è attratto dall'antigene del gruppo sanguigno A presente sulle cellule respiratorie, determinando una maggiore facilità all'infezione Covid-19

Covid-19: chi ha il gruppo sanguigno A corre più rischi

Le persone con gruppo sanguigno A potrebbero essere a maggior rischio di contrarre il Covid-19. Come spiegano gli autori dello studio pubblicato sulla rivista Blood Advances, però, devono essere condotti ulteriori ricerche per accertare la relazione da loro individuata, sebbene sia effettivamente emersa una maggiore suscettibilità a sviluppare l’infezione in caso di contatto con il virus Sars-Cov-2 nei soggetti con gruppo sanguigno A.

Gruppo sanguigno e polmoni

L’articolo pubblicato su Blood Advances, spiegano i ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston (Stati Uniti) che hanno condotto lo studio, descrive in dettaglio una delle prime ricerche di laboratorio che suggerisce che il coronavirus Sars-CoV-2 è particolarmente attratto dall’antigene del gruppo sanguigno A presente sulle cellule dell’apparato respiratorio, il che determinerebbe una maggiore suscettibilità all’infezione da parte delle persone con questo gruppo sanguigno.

L’RBD o Receptor-Binding Domain

Per capire se il gruppo sanguigno possa giocare un ruolo nelle infezioni da Covid-19, gli studiosi si sono concentrati sullo studio del comportamento del recettore RBD del virus. L’RBD (Receptor-Binding Domain) è una regione della subunità 1 (S1) della proteina Spike (ovvero la proteina dalla forma a spina che riveste la superficie esterna dei coronavirus, tra cui Sars-Cov-2, che conferisce la ormai nota struttura a “corona” di questi virus) che serve al virus Sars-Cov-2 per entrare nelle cellule del corpo umano e diffondere l’infezione.

Le cellule dell’apparato respiratorio

Il team ha valutato gli antigeni del gruppo sanguigno presenti sulla superficie dei globuli rossi e delle cellule dell’apparato respiratorio negli individui con gruppo sanguigno A, B e O, e ha analizzato il modo in cui il recettore RBD interagiva con ciascun gruppo sanguigno. Hanno così scoperto che il recettore RBD ha una forte preferenza a legarsi all’antigene del gruppo sanguigno A presente sulle cellule respiratorie, mentre sembra non mostrare alcuna preferenza per gli antigeni presenti sui globuli rossi del gruppo sanguigno A, né per gli antigeni degli altri gruppi sanguigni (né quelli presenti sui globuli rossi, né quelli presenti sulle cellule respiratorie). “È interessante notare che il recettore RBD preferisce solo il tipo di antigeni del gruppo sanguigno A che si trovano sulle cellule respiratorie, che è presumibilmente il modo in cui il virus entra nella maggior parte dei pazienti, infettandoli”, spiega Sean  Stowell, del Brigham and Women’s Hospital, autore dello studio.

Prevenzione e nuovi farmaci

Dunque, scrivono i ricercatori, la capacità del recettore RBD di riconoscere e legarsi preferenzialmente all’antigene del gruppo sanguigno A presente nei polmoni degli individui con gruppo sanguigno A può fornire informazioni sul potenziale legame tra il gruppo sanguigno A e l’infezione da Covid-19. “Il gruppo sanguigno è una sfida perché viene ereditato e non è qualcosa che si può cambiare. Ma se riusciamo a capire meglio come il virus interagisce con i gruppi sanguigni delle persone potremmo essere in grado di trovare nuovi farmaci o metodi di prevenzione”.

 

 

 
 
 

Da sapere!

I ricercatori hanno rilevato che anche nel caso del Sars-CoV, che è un altro coronavirus rispetto al SARS-CoV-2 (responsabile del Covid-19), sebbene la composizione del virus differisca, il recettore RBD ha mostrato la stessa preferenza per legarsi agli antigeni del gruppo A presenti sulle cellule dell’apparato respiratorio.

 

Fonti / Bibliografia

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