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Bastano solo 5 dollari per prevenire l’Hiv. L’anello vaginale potrebbe essere il nuovo dispositivo in grado di combattere questa malattia sessualmente trasmissibile.
Efficacia dimostrata
L’anello vaginale è stato oggetto di due studi presentati in occasione della Conference on retroviruses and opportunistic infection. I ricercatori già da anni stanno studiando quest’oggetto, ma solo ora sono riusciti a dimostrarne l’efficacia. Pare, infatti, che l’utilizzo di questo anello ridurrebbe l’infezione di 30%, Il primo studio è stato realizzato tra il 2012 e il 2015 su 2.629 donne tra i 18 e i 45 anni in Malawi, Sudafrica, Uganda e Zimbabwe: ad alcune di queste è stato messo l’anello vaginale e ad altre un placebo. Dai dati raccolti è emerso che nelle donne cui è stato inserito l’anello vaginale è risultata una riduzione delle infezioni da Hiv del 27%. Il secondo studio, invece, è stato effettuato su 1.959 donne tra il Sudafrica e l’Uganda: in questo caso è stata testimoniata una riduzione delle infezioni pari al 30,7%.
Come funziona il contraccettivo
L’anello vaginale è un dispositivo che rilascia dapivirina, un farmaco antiretrovirale, in grado prevenire il contagio da Hiv per 30 giorni. È semplice da usare e non richiede applicazione prima di ogni rapporto sessuale (così come avviene con il profilattico), ma basta cambiarlo una volta al mese. L’anello medicato è stato ideato dall’International partnership for microbicides che da anni studia un rimedio all’infezione da Hiv, soprattutto in Africa. È molto piccolo e si può trovare sul mercato al modico prezzo di soli 5 dollari. Non è stata testata l’efficacia al 100% ma per gli esperti una riduzione di infezioni fra il 27 e il 31% è già un buon risultato. “La speranza era trovare qualche cosa che potesse essere usato da molte donne e che le proteggesse dall’Hiv e ci siamo riusciti” ha commentato Jared M. Baeten dell’Università di Washington.
Meno sicuro per le donne più giovani
L’anello vaginale, tuttavia, non sembra essere molto efficace nelle donne sotto i 21 anni. “A contribuire all’inefficacia nelle donne tra i 18 e i 21 anni possono essere sia fattori comportamentali sia biologici – spiegano gli studiosi -. Innanzitutto l’aderenza all’uso dell’anello è risultata più bassa in questo gruppo di donne”. Inoltre “il tratto genitale delle donne di questa età può essere più suscettibile alle infezioni da Hiv-1 e potenzialmente più difficile da proteggere con le strategie di profilassi basate sugli antiretrovirali”.
lo sapevi che?
Più della metà dei 35 milioni di persone con l’Hiv sono donne, la maggior parte delle quali vive nell’Africa subsahariana.