Inquinamento atmosferico: fa male anche a piccole dosi

Lorenzo Marsili A cura di Lorenzo Marsili Pubblicato il 13/02/2018 Aggiornato il 09/08/2018

Respirare aria inquinata e smog anche per un breve lasso di tempo aumenta il rischio di morte prematura. Ecco perché la salute risente dell’inquinamento atmosferico

Inquinamento atmosferico: fa male anche a piccole dosi

Pubblicato di recente sulla rivista medica Journal of American Medical Association, uno studio americano ha scoperto come il rischio di morte prematura aumenti sensibilmente quando l’organismo entra in contatto con particelle sottili (pm 2,5) e ozono (O3). Anche con percentuali di inquinanti e smog sotto i livelli consigliati e un’esposizione per breve periodo, l’ inquinamento atmosferico ha un impatto devastante sulla salute.

Analizzati milioni di persone

L’organismo risente degli agenti inquinanti e rischia di andare incontro a pesanti conseguenze quando nell’aria che respira sono presenti anche piccole quantità di ozono e particelle sottili (pm 2,5 emesse principalmente dalle automobili). Condotto dall’italiana Francesca Dominici, professore di biostatistica e condirettore della Harvard Data Science Iniziative, lo studio ha rivelato che anche una breve esposizione ad aria inquinata aumenta il rischio di morte. La ricerca ha preso in esame dati raccolti per 13 anni su milioni di americani. Gli studiosi hanno calcolato l’esposizione della popolazione all’ inquinamento atmosferico, incrociandola con i dati concernenti la mortalità. Giungendo così a risultati poco incoraggianti.

Relazioni pericolose

Dall’indagine è emersa una stretta correlazione tra inquinamento atmosferico e rischio di morte prematura. Durante lo studio 22 milioni di americani sono deceduti. Analizzando le cause di questi decessi si è scoperto che, per ogni aumento giornaliero di sostanze inquinanti nella composizione dell’aria, veniva registrato un incremento statisticamente rilevante nel rischio di morte. Parliamo di un +1,05% per ogni 10 μg/m3 di pm 2,5 aggiuntivo nell’aria e di un +0,51% ogni 10 ppb nell’ozono. Tra i soggetti maggiormente sensibili a queste variazioni ci sarebbero gli uomini non bianchi e le donne, con una percentuale di rischio maggiore del 25% rispetto agli uomini bianchi. Anche stili di vita poco sani(), povertà e l’impossibilità di accedere all’assistenza sanitaria giocano un ruolo rilevante. Tasso di mortalità e inquinamento atmosferico sembrano così essere intrinsecamente correlati, con il primo che aumenta in modo proporzionale al crescere del secondo.

Standard da rivedere

Ulteriori fonti di allarme sono da ricercare nel tempo di esposizione e nella concentrazione di inquinanti nell’aria. Un secondo studio svolto dagli stessi ricercatori nel giugno 2017 suggerisce, infatti, che l’inquinamento nuoce alla salute anche a brevi periodi di esposizione e con percentuali di agenti inquinanti sotto i livelli di allarme indicati dagli standard. È chiaro, dunque, come sia necessario l’intervento delle autorità per rivedere gli standard comunemente accettati, conclude Joel Schwartz, professore di epidemiologia ambientale presso la Harvard Chan School.

 

DA SAPERE!

I passeggini coperti possono aiutare a proteggere i più piccoli dall’inquinamento atmosferico.

 

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