La carenza di vitamina D fa male al cuore

Pamela Franzisi A cura di Pamela Franzisi Pubblicato il 07/09/2020 Aggiornato il 07/09/2020

Mancare di vitamina D dopo un infarto potrebbe esporre al rischio di nuovi eventi. A dimostrarlo uno studio italiano

La carenza di vitamina D fa male al cuore

La vitamina D, nota per i suoi benefici alle ossa, è stata esaminata riguardo il suo potenziale ruolo nella salute del cuore, specie per chi ha avuto un infarto del miocardio.

Gli studi sulla popolazione triestina

Per chi ha subìto un infarto, uno stile di vita salutare fatto di alimentazione sana, niente fumo e movimento, sono fondamentali per la ripresa della quotidianità. Di recente, è stato scoperto che anche la vitamina D è alleata della salute del cuore e dei vasi. Tra i vari studi condotti, emerge quello tutto italiano del dipartimento di Scienze mediche dell’Università di Trieste che ha pubblicato i risultati sul Journal of clinical medicine.

È stata rilevata un’importante carenza di vitamina D nella popolazione triestina, con una prevalenza nelle persone che avevano avuto un infarto del miocardio.

Un’indagine su oltre mille pazienti di Cardiologia dell’Ospedale di Cattinara, diretta da Gianfranco Sinagra, in collaborazione con le università di Udine e Perugia ha mostrato che gli effetti della carenza di vitamina D, nel periodo post infarto, non sono diversi di quelli del diabete mellito nel rischio di nuovi eventi e le due condizioni insieme sono ancora più pericolose. La riduzione di vitamina D, poi, si associa ad un maggior rischio di sviluppare diabete, ipertensione e colesterolo alto, tutti ulteriori fattori di rischio infarto.

Pochi minuti di sole al giorno

Trattare la carenza di vitamina D sarebbe importante quanto il trattamento del diabete dopo aver avuto un infarto. L’esposizione al sole per un periodo tra i 5 e 30 minuti, per un paio di volte a settimane, tra le 10 e le 15 sarebbe già sufficiente a garantire un adeguato apporto di vitamina D, riducendo il rischio di nuovi eventi a carico del cuore e dei vasi e migliorando l’aspettativa di vita. Camminare o fare attività fisica all’aperto sarebbero ancora più salutari.

 
 
 

Da sapere!

OLIO DI FEGATO DI MERLUZZO E NON SOLO

La vitamina D viene prodotta per la maggiore dalla cute tramite il sole, ma può arrivare anche dagli alimenti (come fegato, uova, merluzzo, olio di pesce e formaggi) e da appositi integratori a base, per esempio, di olio di fegato di merluzzo oppure di sintesi chimica. È importante sottolineare, però, che la vitamina D va integrata solo in presenza di un deficit accertato attraverso le analisi del sangue e sotto stretto controllo medico.

 

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