La vita al contrario: quando l’orologio biologico non va d’accordo con quello convenzionale

Pamela Franzisi A cura di Pamela Franzisi Pubblicato il 09/03/2021 Aggiornato il 09/03/2021

Ogni persona è diversa, ognuno ha un orologio biologico interno, spesso in contrasto con i tempi frenetici dettati dagli orari lavorativi e la vita familiare. E che uno sia mattiniero o preferisca andare a letto tardi la sera, tutti dobbiamo essere in ufficio alla stessa ora…

La vita al contrario: quando l’orologio biologico non va d’accordo con quello convenzionale

Ciascuno di noi ha un orologio biologico interno, che spesso segna un tempo diverso rispetto a quello dettato dal nostro stile di vita frenetico. Sempre tutto di fretta e magari nel momento sbagliato. Eppure, se potessimo davvero leggere i segnali del nostro orologio biologico e sincronizzarci con il suo ritmo, avremmo benefici a livello sia fisico sia mentale. 

Più sincronizzati, più efficienti

C’è chi riesce a dare il meglio di sé a metà giornata, chi invece produce di più e meglio al mattino presto o di sera tardi. Ogni persona è diversa, dunque, ed è relativo il legame del funzionamento dell’organismo rispetto ai ritmi sonno-veglia, luce-buio.

I risultati scientifici

Una recente ricerca pubblicata sulla rivista Personality and Individual Differences, ha analizzato i ritmi naturali di circa 2.200 persone, arrivando a dimostrare . che la distribuzione delle energie nel corso della giornata varia da persona a persona.

Le cosiddette allodole, quelle che di buon ora sono cariche di energia per affrontare la giornata ma che arrivano a sera senza forze sono solo il 13%; invece, i gufi, coloro che amano la notte per lavorare e per svolgere le proprie attività quotidiane sono il 24 %. E gli altri? Sfuggono al classico schema “allodole versus gufi”.

L’energia è variabile

Alcune persone del campione analizzato sembrano non risentire dell’influsso dell’orologio biologico: solo il 9% si sveglia al mattino al massimo delle forze e arriva tale sino a sera; diversamente il 19% si alza già stanco, affrontando timidamente la giornata e andando a dormire più o meno come si è alzato. Poi c’è chi a metà giornata (il 18%) ha bisogno di un sonnellino e chi (il 15%) si sente carico di energia.

Gli stessi autori evidenziano, comunque, che un limite del loro studio è rappresentato dall’alta partecipazione di studenti, nei quali è risaputa la preferenza verso le attività serali e notturne. 

 

 
 
 

Da sapere!

Se è vero che ogni persona ha un personale orologio interno è altrettanto vero che gli esseri umani rispondono in modo evidente all’alternanza delle stagioni, come conferma l’esistenza di una forma di depressione stagionale, tipica del periodo invernale (per un meccanismo di minore esposizione alla luce diretta del sole), la quale influenza l’umore e che porta alla necessità di dormire di più, come se si volesse andare in letargo.

 

Fonti / Bibliografia

  • ScienceDirect
  • Seasonal Variation in the Brain μ-Opioid Receptor Availability | Journal of NeuroscienceSeasonal rhythms influence mood and sociability. The brain μ-opioid receptor (MOR) system modulates a multitude of seasonally varying socioemotional functions, but its seasonal variation remains elusive with no previously reported in vivo evidence. Here, we first conducted a cross-sectional study with previously acquired human [11C]carfentanil PET imaging data (132 male and 72 female healthy subjects) to test whether there is seasonal variation in MOR availability. We then investigated experimentally whether seasonal variation in daylength causally influences brain MOR availability in rats. Rats (six male and three female rats) underwent daylength cycle simulating seasonal changes; control animals (two male and one female rats) were kept under constant daylength. Animals were scanned repeatedly with [11C]carfentanil PET imaging. Seasonally varying daylength had an inverted U-shaped functional relationship with brain MOR availability in humans. Brain regions sensitive to daylength spann...
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