La vitamina D aiuta a prevenire il cancro?

Lorenzo Marsili A cura di Lorenzo Marsili Pubblicato il 23/07/2020 Aggiornato il 23/07/2020

Avere buoni valori di vitamina D è utile per prevenire il cancro, ma aiuta anche a diagnosticare alcune tipologie di tumori, in particolare quelli del colon-retto e del sangue

La vitamina D aiuta a prevenire il cancro?

Uno studio condotto dall’Università della Finlandia orientale in collabarazione con l’Università autonoma di Madrid ha evidenziato come possedere buoni valori di vitamina D fornisca al nostro organismo una maggiore protezione antitumorale. Pubblicata sulla rivista scientifica Seminars in Cancer Biology, la ricerca sottolinea inoltre come la vitamina D aiuti la prognosi di alcune tipologie di cancro, tra cui quelli del colon-retto e del sangue.

Salute delle ossa e del sistema immunitario

In generale, è noto da tempo come la vitamina D svolga un suo ruolo nel mantenere in salute le ossa. I ricercatori hanno però evidenziato come questa vitamina sia anche importante nel regolare il sistema immunitario. La sua azione antitumorale è, infatti, mediata principalmente dalle cellule immunitarie.

Benefici non per tutti i tumori

Scendendo nel particolare, gli studi precedenti hanno evidenziato come i maggiori benefici della vitamina D si manifestino con casi di cancro del colon-retto o di tumori del sangue, come leucemie e linfomi. Le motivazioni sono da ricercare sia nella sua capacità di differenziazione delle cellule del sangue durante l’ematopoiesi sia per le cellule staminali adulte nei tessuti a rapita rigenerazione, come per il colon o la pelle. Esistono però anche tipologie di tumore, come quello alla mammella e quello alla prostata, dove a bassi valori di vitamina D nel sangue sono associate una maggiore incidenza e prognosi più complicate.

La reattività alla vitamina D

Partendo dai risultati di questi studi pregressi, la nuova ricerca ha notato come un’elevata reattività alla vitamina D possa essere collegata a un ridotto rischio di cancro. La reattività è però un parametro prettamente soggettivo e varia da persona e persona, influenzando il reale bisogno di integrazione di vitamina D.

Un suggerimento per il futuro

Proprio per questo motivo, i ricercatori sottolineano l’importanza di ulteriori approfondimenti circa il reale ruolo della vitamina come antitumorale. Il suggerimento degli studiosi finlandesi e spagnoli è quello di impostare gli studi successivi suddividendo in base alla reattività personale alla vitamina D i soggetti presi a campione. In questo modo dovrebbe essere più semplice valutare l’impatto della vitamina D sull’organismo.

 

 
 
 

Attenzione

Manca ancora la prova scientifica

Attenzione: l’integrazione di vitamina D non ha, a oggi, dimostrato con certezza la capacità di ridurre la mortalità da cancro. Si è ancora, purtroppo, nella fase di studio. Ma le ricerche scientifiche sono sempre più numerose… E si spera che si arrivi presto a una cura specifica e precisa.

Fonti / Bibliografia

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