Malattie renali: per prevenirle fondamentale l’attività fisica

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 09/04/2020 Aggiornato il 09/04/2020

Fare movimento con regolarità è benefico per tutto l’organismo e, come scoperto di recente, aiuterebbe anche a prevenire le malattie renali

Malattie renali: per prevenirle fondamentale l’attività fisica

Anche se forse dovremo aspettare ancora un po’ per riprendere la consueta attività fisica all’aperto e in palestra (fermo restando che anche a casa come abbiamo imparato in questi giorni è sempre possibile fare movimento), possiamo comunque tenerci informati sui tanti benefici che si hanno bandendo la sedentarietà. Secondo un recente studio, pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, l’attività fisica ha anche un’azione protettiva sulle malattie renali croniche. Correre un paio di volte a settimana o camminare per un’ora al giorno può ridurre del 9% la probabilità di sviluppare queste patologie. Secondo i dati a disposizione oltre 800 milioni di persone nel mondo sono affette da malattie renali croniche e chi ne soffre tende ad avere un maggior rischio di infarti e ictus.

Muoversi fa bene a tutto l’organismo

Muoversi, e farlo regolarmente almeno due-tre volte la settimana e con costanza, rappresenta una delle ricette più efficaci per prevenire molte malattie cardiovascolari, senza contare l’influsso benefico che l’esercizio ha su tutto l’organismo, mantenendolo sano e in forma. Ma le ricerche continue hanno permesso di scoprire ulteriori benefici dell’attività fisica. Non era ancora chiaro fino ad oggi se l’esercizio fisico potesse essere un aiuto nel prevenire le malattie renali.

Lo studio su 200.000 persone

I ricercatori dell’Università di Hong Kong hanno seguito quasi 200.000 adulti per un massimo di 18 anni e, tra questi, circa 11.000 hanno sviluppato malattie renali croniche. Il team di scienziati ha scoperto che le persone che facevano poca attività fisica cioè camminavano al massimo 15 minuti al giorno avevano il 7% di probabilità in meno rispetto a quelle sedentarie di sviluppare una disfunzione renale. Il beneficio cresceva con l’aumentare del numero di minuti dedicati all’attività: chi faceva parecchio movimento, ovvero camminava poco più di un’ora ogni giorno o correva almeno 2 ore a settimana, aveva una probabilità del 9% in meno di avere malattie renali di tipo cronico.

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

Programmare almeno un paio di ore di attività fisica alla settimana è una delle strategie vincenti per preservare la salute. Se non lo si può fare all’aperto, anche tre la pareti di casa si possono prevedere sedute di ginnastica a terra e altre attività come il pilates e lo yoga.

 

Fonti / Bibliografia

  • Effects of regular physical exercise training in adults with chronic kidney disease (PEDro synthesis) | British Journal of Sports MedicineThis section features a recent systematic review that is indexed on PEDro, the Physiotherapy Evidence Database (http://www.pedro.org.au). PEDro is a free, web-based database of evidence relevant to physiotherapy.Chronic kidney disease (CKD) is a progressive disease characterised by a gradual loss of renal function over time which can result in renal anaemia and skeletal muscle disorder. Reduced physical functioning and performance often interferes with the performance of daily activities among people with CKD. Physical exercise training may enhance physical functioning for people with CKD.This systematic review and meta-analysis1 assessed the effects of exercise training in patients with CKD and renal transplant. The secondary aim was to investigate the effects of variation in training programme design.Thirteen databases (including Cochrane Renal Group's register, MEDLINE, EMBASE, CENTRAL, CINAHL) were comprehensively searched. This was supplemented by handsearches of the referen...
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Passaggio dal nido alla scuola materna un po’ prima del tempo: sì o no?

15/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Luisa Vaselli

L'opportunità di anticipare il passaggio dal nido alla scuola materna va valutata tenendo conto di numerose variabili, tra cui il temperamento del bambino e la sua capacità di adattamento.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti