Medicina di genere: le cure funzionano meglio

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 27/03/2017 Aggiornato il 27/03/2017

La medicina di genere studia le diverse caratteristiche biologiche, sociali e culturali di entrambi i sessi al fine di migliorare l’efficacia delle terapie

Medicina di genere: le cure funzionano meglio

Quando si tratta di salute, distinguere tra uomo e donna può rivelarsi una strategia vincente. La medicina di genere, infatti, parte dal presupposto che dal punto di vista biologico ci sono differenze molto importanti. 

Un trattamento terapeutico più mirato

Come afferma la dottoressa Elena Ortona dell’Istituto superiore di sanità, le “differenze tra uomini e donne si osservano sia nella frequenza sia nella sintomatologia di numerose malattie nonché nella risposta alle terapie. Un approccio di genere alla medicina garantisce a tutti, uomini o donne, il migliore trattamento auspicabile in funzione delle specificità di genere e consente di promuovere l’appropriatezza e la personalizzazione delle cure generando risparmi per il Sns”.

Donne bersaglio di malattie autoimmuni

Una medicina orientata in base alle esigenze maschili e femminili è molto più efficace e tiene conto non solo dei fattori biologici, ma anche sociali e culturali. Per esempio, ben l’80% delle donne si trova a combattere contro le malattie autoimmuni, soprattutto di tipo gastro-reumatologico. Negli uomini, invece, la percentuale è molto più bassa: questo accade perché soprattutto nelle donne si verifica un’iperattivazione del sistema immunitario. Infatti, malattie anche gravi come la sclerosi multipla e la miastenia colpiscono le donne 2-3 volte più degli uomini, e un’incidenza ancora più importante (di 7-10 volte maggiore nelle donne) nello sviluppo di patologie meno gravi quali il Lupus, la sindrome di Sjogren, le malattie autoimmuni della tiroide e la sclerodermia.

Differenze anche nella terapia

Altro aspetto da considerare, oltre alla “predisposizione” biologica, sono le dimensioni e la composizione corporea. Questo fattore incide soprattutto sulla risposta al trattamento terapeutico. Le donne, infatti, sono mediamente più minute e più basse, con maggiore quantità di tessuto adiposo, meno massa muscolare e una percentuale di acqua inferiore rispetto agli uomini. Ecco perché lo stesso farmaco potrebbe avere un’efficacia diversa nei due sessi e il medico curante dovrebbe sempre tenere in considerazione queste differenze. 

E nella vita di tutti i giorni

Per potenziare l’efficacia delle terapie, la dottoressa Marina Pierdominici dell’Istituto superiore di sanità sostiene che sarebbe “necessario promuovere un’attività di ricerca scientifica e clinica che tenga conto dei fattori di rischio genere-specifici in tutte le aree della medicina al fine di promuovere l’equità di accesso alle cure secondo l’approccio di genere […] Un punto importante da sottolineare riguarda, per esempio, gli stili di vita e l’alimentazione, spesso significativamente molto differenti nei due sessi. Un esempio su tutti: uomini e donne hanno abitudini alimentari differenti, la donna tende a fare colazione e a consumare una maggiore quantità di frutta e verdura rispetto agli uomini che mangiano soprattutto cibi proteici, vino, birra e bevande gassate. D’altra parte le donne scelgono, come snack per lo più cibi a elevato contenuto di carboidrati (dolci), spesso definiti “comfort foods””. 

 

 

 

 
 
 

da sapere!

Il cibo può essere determinante nelle malattie immunomediate, perché è in grado di incidere sulla composizione del microbiota intestinale (ovvero i microrganismi che popolano l’intestino), responsabile dell’efficacia della risposta immunitaria.

 

 

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