A cura di Luce RanucciPubblicato il 04/10/2019Aggiornato il 16/09/2025
Partecipare a eventi culturali, visitare musei e mostre può agire direttamente sulle performance del cervello e migliorare la memoria. Ecco perché
Frequentare musei e mostre, oltre a essere una interessante e piacevole attività culturale, serve anche a potenziare la memoria e mantenere attivo il cervello e ridurre il rischio di sviluppare una forma di demenza. È quanto emerge da una ricerca realizzata a Londra su quasi 4mila persone e pubblicata sul British Journal of Psychiatry.
Benefici anche dopo 10 anni
Lo studio ha tenuto conto di possibili fattori di confondimento per potenziare la memoria, come le variabili sociali e demografiche. Infatti, chi frequenta musei e mostre, in genere, appartiene anche a fasce socioeconomiche elevate e quindi potrebbe godere anche di altri fattori che riducono il rischio di demenza. Secondo gli autori dello studio, guidati dalla psichiatra Daisy Fancourt del Department of Behavioural Science and Health dell’University College of London, “Il nostro studio ha dimostrato per la prima volta che tra le persone che frequentano musei almeno alcune volte l’anno, si riscontra un tasso inferiore nell’incidenza della demenza su un periodo di controllo di 10 anni”.
Arma contro la sedentarietà
I risultati dell’indagine, però, sono stati confermati anche dopo l’esclusione di altre variabili. “Visitare musei rappresenta una forma di leggera attività fisica che riduce gli effetti negativi della sedentarietà – dicono ancora gli autori dello studio – e costituisce anche un particolare tipo di coinvolgimento sociale dal momento che incoraggia a uscire di casa, spesso in compagnia di familiari e amici”.
Lo sapevi che?
I dati epidemiologici indicano che sono circa 50 milioni le persone al mondo che soffrono di una qualche forma di demenza.
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.
Sono gli adulti a dover trovare il modo di mediare i conflitti tra fratelli, anche pretendendo con affettuosa fermezza il rispetto di alcune regole base, prima tra tutte il divieto di offendersi con parolacce e insulti vari. »
I sintomi causati dal virus influenzale che sta circolando massicciamente non includono la cistite che, nella stragrande maggioranza dei casi, è dovuta a un batterio. »
Esistono psicofarmaci in grado di assicurare il benessere psicologico, senza avere come controindicazione la gravidanza. La strategia terapeutica più adatta va però pensata PRIMA del concepimento. »
Se la nausea si protrae oltre il primo trimestre, interferendo pesantemente sulla qualità della vita, diventa opportuno valutare opzioni terapeutiche che abbiano una maggiore efficacia rispetto ai tradizionali rimedi naturali. »
Il lasso di tempo che intercorre tra l'assunzione di un cibo contaminato e l'eventuale comparsa di sintomi da intossicazione dipende dal tipo di agente infettivo coinvolto. »
Bisogna sempre attendere l'8^ settimana prima di pronunciarsi rispetto al destino di una gravidanza e anche qui con un margine di errore dell'1% sull'esito favorevole dello sviluppo embrio-fetale. L'aspetto importante è che questo processo di selezione sia rispettato e compreso dalla donna. »
La scarsa tolleranza al magnesio potrebbe essere dovuta al fatto che non è ciò di cui si è carenti perché l'organismo, se ha bisogno di qualcosa, di solito ne fa tesoro. »
Nel caso in cui ci sia il sospetto di una vaginite, anche inn gravidanza è opportuno effettuare il tampone vaginale che da un lato non espone a rischi dall'altro permette di individuare l'origine dei sintomi. »