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Gli adulti che hanno ricevuto una doppia dose di vaccino contro il Covid-19 hanno il 49% in meno di probabilità di contrarre la sindrome cosiddetta “da Covid lungo”, o “Long Covid”, nel caso in cui dovessero incorrere in un’infezione da Covid-19. La notizia arriva da uno studio pubblicato su The Lancet Infectious Diseases, da cui emerge anche che, nel caso in cui si contragga il Covid-19 dopo aver completato il ciclo vaccinale, diminuiscono le probabilità di venire ricoverati (73% in meno di probabilità) e di soffrire sintomi acuti (31% in meno di probabilità).
Oltre due milioni di soggetti esaminati
A condurre la ricerca sono stati gli studiosi inglesi del King’s College di Londra, che hanno analizzato i dati di oltre due milioni di adulti britannici vaccinati – 1,3 milioni che avevano ricevuto la prima dose e quasi un milione che ne aveva ricevute due. I partecipanti hanno registrato i loro sintomi, test e vaccini sull’applicazione per smartphone UK Zoe Covid Symptom Study (lo Zoe Covid Study è uno dei principali studi di sorveglianza del Regno Unito). Il team di ricerca ha anche valutato una serie di fattori tra cui età, presenza di eventuali condizioni di fragilità e di vita in aree svantaggiate.
I risultati dello studio
Dalla ricerca è emerso che solo lo 0,2% dei vaccinati con ciclo completo ha contratto l’infezione, vale a dire 2.370 casi. Di questi, 592 persone hanno continuato a fornire aggiornamenti all’applicazione installata sul loro smartphone, e di queste solo 31 hanno segnalato di soffrire di sintomi di “Long Covid”, ovvero il 5%, contro l’11% del gruppo dei non vaccinati.
I vaccini stanno migliorando la prognosi
Tim Spector, professore al King’s College, ricercatore capo dello Zoe Covid Study e uno degli autori dello studio spiega che “le vaccinazioni non solo stanno dimezzando le possibilità che le infezioni da Covid-19, se si verificano nonostante il vaccino effettuato, si trasformino in Long Covid, ma sono anche in grado di ridurre la manifestazione dei sintomi tipici – perdita dell’olfatto, tosse, febbre, mal di testa e affaticamento – da 8 a 10 volte. Stiamo, infatti, vedendo che chi si infetta dopo essersi sottoposto a due vaccinazioni sperimenta una sintomatologia molto più lieve, quindi i vaccini stanno davvero cambiando la malattia e in meglio. È per questo che stiamo incoraggiando le persone che hanno fatto solo la prima dose di vaccino a sottoporsi alla seconda il prima possibile”.
Cosa è il long Covid
Per “sindrome da Covid lungo” o “Long Covid” si intende una sorta di prosecuzione della malattia a distanza di diverse settimane (a volte mesi) dall’eliminazione del virus dall’organismo. I sintomi possono essere anche parecchio debilitanti e rientrano tra quelli che caratterizzano le infezioni da Covid-19: dalla stanchezza ai problemi di memoria e di concentrazione, passando per il respiro corto, il mal di testa, le vertigini, le difficoltà nel sonno, le palpitazioni e i disturbi gastrointestinali. Anche le persone che hanno avuto una forma di Covid-19 lieve o asintomatica possono sviluppare problemi a lungo termine.
Da sapere!
Dalla ricerca è emerso che le persone che vivono nelle aree più svantaggiate sono a maggior rischio di contrarre il Covid-19 dopo una singola vaccinazione, e i soggetti con fragilità o altre condizioni di salute che ne limitano l’indipendenza hanno fino a due volte più probabilità di contrarre l’infezione da Covid-19 nonostante la vaccinazione.
Fonti / Bibliografia
- Risk factors and disease profile of post-vaccination SARS-CoV-2 infection in UK users of the COVID Symptom Study app: a prospective, community-based, nested, case-control study - The Lancet Infectious DiseasesTo minimise SARS-CoV-2 infection, at-risk populations must be targeted in efforts to boost vaccine effectiveness and infection control measures. Our findings might support caution around relaxing physical distancing and other personal protective measures in the post-vaccination era, particularly around frail older adults and individuals living in more deprived areas, even if these individuals are vaccinated, and might have implications for strategies such as booster vaccinations.