Perdite gialle prima del ciclo, in gravidanza o menopausa: cause e cure possibili

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 13/12/2023 Aggiornato il 13/12/2023

Le perdite gialle spesso possono arrivare non solo prima del ciclo, ma anche in gravidanza o verso la menopausa. Vediamo di cosa si tratta e quando preoccuparsi.

perdite gialle cosa significano

Le perdite gialle possono comparire in diversi momenti della vita di una donna. Sono frequenti per esempio le perdite gialle prima del ciclo mestruale, così come in menopausa. Perdite vaginali gialle possono verificarsi anche in gravidanza e, nel caso, è bene parlarne con il ginecologo. Lo stesso discorso vale anche in presenza di perdite gialle con prurito, che potrebbero essere sintomo di una vaginite. Vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta.

Cosa sono le perdite gialle prima del ciclo?

Le perdite vaginali sono un fenomeno normale, anzi sono importanti perché esercitano una vera e propria funzione “spazzina” mantenendo l’ambiente intimo libero da germi e batteri, con un pH leggermente acido.
La comparsa di perdite gialle prima del ciclo può essere dovuta a varie cause. Vediamole qui di seguito:

  • una lieve proliferazione batterica, dovuta per esempio a igiene intima inadeguata, uso di biancheria sintetica e indumenti troppo stretti che ostacolano la traspirazione della mucosa genitale;
  • l’inizio del flusso mestruale vero e proprio, quando le secrezioni da incolori assumono una colorazione più carica per la rottura dei primi capillari dell’endometrio (rivestimento interno dell’utero), che anticipa la mestruazione;
  • un’infezione vaginale o una vulvo-vaginite, soprattutto se le perdite gialle sono accompagnate da prurito, bruciore, dolore nei rapporti. In questo caso occorre una cura indicata dal ginecologo, con applicazione di pomate specifiche nella zona oppure assumendo compresse per bocca.

Perdite gialle come sintomo di malattie e infezioni

In ogni fase della vita femminile, le perdite gialle che tendono al verdastro, di consistenza schiumosa, sono provocate solitamente da microrganismi. Uno dei più diffusi è il Trichomonas, un protozoo presente nell’organismo che può colonizzare la vagina e l’uretra. Il Trichomonas si diffonde con i rapporti sessuali promiscui e non protetti, oppure a causa di un sistema immunitario debole, o anche per assunzione eccessiva di farmaci e in particolare di antibiotici.
Oltre al prurito e al bruciore, possono comparire dolore, necessità di fare pipì frequentemente e minzione dolorosa. Spesso si avvertono dolore e difficoltà nei rapporti sessuali. 
Queste infezioni vaginali possono essere provocate anche da batteri come il Gonococco, lo Stafilococco aureo o lo Streptococco.
Il ginecologo, osservando il colore e la consistenza delle perdite, spesso riesce già a fare diagnosi di vulvo-vaginite. In caso di dubbio è possibile eseguire una colposcopia oppure un tampone per l’analisi in laboratorio delle secrezioni.

Come curare la vulvo-vaginite

Per le vaginiti da Trichomonas il ginecologo prescrive un farmaco, il metronidazolo, che si assume per bocca, di solito per una settimana di cura. È importante seguire il trattamento in modo scrupoloso per evitare che il Trichomonas si ripresenti. La stessa cura deve essere eventualmente seguita dal partner. Le vaginiti batteriche si curano invece con antibiotici per bocca, da assumere scrupolosamente nelle dosi e per il tempo indicato dal ginecologo.
Durante la cura e anche dopo la guarigione è utile assumere probiotici come il Lactobacillus plantarum per mantenere sano il microbiota vaginale e prevenire altre possibili infezioni.
Per alleviare i sintomi sono inoltre efficaci le cure naturali e una corretta igiene. Si possono effettuare semplici risciacqui con un cucchiaio di bicarbonato di sodio dissolto in acqua tiepida, che aiuta a ridurre il bruciore. Sono adatti anche i lavaggi con sostanze vegetali emollienti, per esempio camomilla e malva. In commercio esistono infine detergenti intimi specifici, a base di fermenti lattici che aiutano a ripristinare l’equilibrio del microbiota vaginale.

Perdite gialle inodore

Le perdite vaginali gialle, se non sono caratterizzate da odore spiacevole, solitamente non sono un problema serio. Possono essere dovute a uno squilibrio del pH vaginale, a causa di una igiene intima insufficiente oppure, al contrario, eccessiva e scorretta, con l’utilizzo di detergenti non adatti. Se, infatti, il grado di acidità della vagina si modifica, compare uno squilibrio che può essere accompagnato da perdite. È quindi importante effettuare tutti i giorni una igiene intima adeguata con prodotti delicati. Anche alcuni sport, come il ciclismo o l’equitazione, possono irritare la zona genitale femminile a causa della pressione esercitata sui delicati tessuti della zona intima. È bene parlarne con il ginecologo per trovare la cura adatta senza rinunciare all’attività sportiva.

Perdite gialle senza sintomi

Anche le perdite gialle senza sintomi non devono destare eccessiva preoccupazione. È però bene non trascurarle e parlarne con il ginecologo perché potrebbero essere il segno iniziale di una infezione latente, che potrebbe dare sintomi come bruciore durante i rapporti, prurito intimo, dolore alla minzione. In questo caso è importante approfondire perché le cause possono essere banali, come una semplice irritazione prima del ciclo mestruale, oppure più importanti, come una vaginite da Trichomonas, Gonococchi o Streptococchi. Occorre effettuare un tampone per individuare il germe responsabile e seguire la cura indicata dal medico, evitando i rapporti sessuali.

Cosa fare con le perdite gialle in gravidanza?

In gravidanza è abbastanza normale avere ad esempio perdite bianche oppure trasparenti, che hanno una funzione di difesa nei confronti dell’utero. Anche le perdite gialle possono comparire e sono anzi spesso uno dei segnali indicatori dell’inizio della gravidanza. Compaiono insieme con altri sintomi come stanchezza, dolore e gonfiore al seno, nausea.
Le perdite gialle in gravidanza sono dovute a diverse cause:

  • aumento di alcuni ormoni della gravidanza, soprattutto il progesterone, che ha la funzione di favorire il buon andamento della gestazione, assicurando l’impianto dell’embrione sulla membrana uterina e il suo sviluppo;
  • modificazione della pressione sanguigna della vagina, rottura di piccoli capillari e aumento di spessore della mucosa che favoriscono la comparsa di queste perdite vaginali gialle. In questo caso, se non sono accompagnate da dolore e bruciore e se non hanno un odore sgradevole, non segnalano nulla di anomalo. È però bene parlarne con il ginecologo;
    vaginite batterica, da curare con i farmaci appropriati prescritti dal ginecologo, soprattutto se le perdite gialle compaiono nel secondo trimestre e hanno consistenza densa e odore spiacevole;
  • perdita di liquido amniotico, se le perdite gialle e scure o tendenti al verdognolo compaiono verso la fine del terzo trimestre. Potrebbero essere appunto perdite di liquido amniotico, da segnalare con urgenza al ginecologo per un controllo.

Menopausa e perdite gialle, cosa avviene?

Le perdite gialle in menopausa sono una manifestazione abbastanza frequente. In questa fase della vita, infatti, si verifica un improvviso calo degli estrogeni, gli ormoni femminili, che coincide con la fine della vita fertile. Il calo degli estrogeni provoca perdite gialle e prurito, bruciore, difficoltà nella lubrificazione vaginale e una condizione che viene definita vaginite atrofica, caratterizzata da secchezza. Possono comparire secrezioni giallo chiaro, che indicano una condizione diversa dell’ambiente vulvo-vaginale, legata al passare degli anni. È bene, per sicurezza, parlarne con il ginecologo, per escludere un’infezione che può essere favorita proprio dal cambiamento dell’ecosistema vaginale. Se invece le perdite gialle presentano tracce di colore rosso-marrone, quando le mestruazioni non compaiono da tempo, è importante parlarne con il medico per effettuare accertamenti. Potrebbero infatti indicare la presenza di polipi benigni.

In breve

Le perdite gialle possono comparire in qualsiasi fase della vita della donna: prima del flusso mestruale, in gravidanza e in menopausa. Se sono inodori e non accompagnate da altri sintomi, solitamente non indicano un problema serio. Quando invece compaiono prurito e bruciore, oppure le perdite assumono una colorazione verdognola o rossastra, è bene parlarne subito con il ginecologo che indicherà la cura più adatta.

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