Salute 4.0: curarsi nell’era digitale

Luce Ranucci A cura di Luce Ranucci Pubblicato il 10/01/2019 Aggiornato il 10/01/2019

L’aumento della qualità e dell’aspettativa di vita hanno cambiato molto il rapporto degli italiani con la propria salute e l’approccio alle cure

Salute 4.0: curarsi nell’era digitale

È cambiato profondamente il rapporto degli italiani con la medicina e la propria salute. In passato il rapporto medico-paziente era molto più diretto, oggi alla presenza dei primi sintomi di una malattia il web è diventato il vero punto di riferimento per tutte le generazioni, dai nativi digitali fino ai senior. Ecco come ci si orienta nella salute 4.0

Conta il benessere percepito

Se in passato l’età rappresentava un fattore importante per “sentirsi in forma”, oggi il benessere percepito non dipende più dall’anno di nascita. Questo è quanto si evince dalla ricerca Salute 4.0: curarsi nell’era digitale, generazioni a confronto commissionata da BNP Paribas Cardif e realizzata dall’istituto di ricerca Eumetra MR, per indagare la percezione dei cittadini sul fronte di benessere e salute, ma anche aspetti come: l’ipocondria, il web e le fake news, la spesa per la salute, il ruolo dell’innovazione tecnologica e l’importanza del settore assicurativo privato per tutelare le famiglie.

Lo stato di salute degli italiani  

Quasi metà degli intervistati dichiara di sentirsi in ottima salute (42%), soprattutto i più giovani, ma non in perfetta forma (30%), e questo indipendentemente dall’età. Contrariamente a quanto ci si aspetti, infatti, sono i senior a dichiarare un migliore stato di benessere percepito (40%) rispetto alle altre generazioni. La ricerca ha analizzato anche il fenomeno dell’ipocondria, scoprendo che in Italia sono circa 9 milioni (18%) le persone che presentano un atteggiamento ossessivo medio-alto nei confronti della propria salute, e considerando solo chi mostra i segni di una patologia più importante (soprattutto le donne), il 79% è convinto di non essere in salute e ha speso negli ultimi 12 mesi ben l’80% in più rispetto alla media nazionale per prestazioni o acquisto di medicinali a pagamento.

Rapporto tra salute e web  

 Il web ha cambiato radicalmente il primo approccio alla malattia: se in passato in caso di un problema di salute  ci si rivolgeva principalmente al proprio medico, oggi di fronte ai primi sintomi ci si informa prima su internet per farsi un’idea, anche se per i senior il medico rimane sempre un riferimento importante. Pur consultando internet, molti reputano questo strumento poco attendibile, pensano di saper distinguere una fake news ma se il 29% del campione è “caduto” almeno una volta in una “bufala” (i giovani sono i più esposti). Di chi ci si fida quindi? Dei medici e farmacisti al primo posto (91%) e meno del web e dei social (36%). Gli italiani mostrano una certa diffidenza verso l’uso delle medicine, hanno paura di perdere la propria autonomia (66%), fanno poca prevenzione, soprattutto gli uomini, e pensano che per mantenersi in salute sia sufficiente avere una corretta alimentazione e fare attività fisica.

 

 
 
 

Da sapere!

Otto persone su dieci sono favorevoli a condividere su App i dati della propria cartella sanitaria e il 77% usa la tecnologia (internet, App e wearable) per la cura del proprio benessere.

 

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