Sindrome dell’intestino irritabile: i benefici della terapia cognitivo-comportamentale

Metella Ronconi A cura di Metella Ronconi Pubblicato il 03/12/2019 Aggiornato il 03/12/2019

Mindfulness e terapia cognitivo-comportamentale possono aiutare chi soffre della Sindrome dell’intestino irritabile che colpisce soprattutto le donne

Sindrome dell’intestino irritabile: i benefici della terapia cognitivo-comportamentale

La sindrome dell’intestino irritabile, o colon irritabile, è una condizione molto comune e debilitante che colpisce circa il 50% degli italiani, in prevalenza donne. Si manifesta con irregolarità intestinale, tensione addominale e dolore più o meno intenso. Se non trattata opportunamente può peggiorare e diventare cronica.

Tante cause diverse

La sindrome dell’intestino irritabile è un disordine funzionale dell’apparato gastrointestinale, cioè una malattia che altera le funzioni dell’apparato digerente, in particolare del colon. È caratterizzato principalmente da dolore addominale e altri sintomi (diarrea e/o stipsi, gonfiore e presenza di gas, nausea, vomito, difficoltà a digerire) comuni a diverse patologie gastrointestinali, cosa che la rende una malattia non facile da diagnosticare. Questi sintomi possono essere più o meno intensi, a seconda della gravità della patologia e di solito tendono a peggiorare nei periodi di forte stress. Le origini esatte non sono ancora state identificate. Fino a pochi anni fa si attribuiva tutto a un’alterazione della funzione intestinale, dovuta a uno squilibrio della flora batterica di stomaco e intestino. Per questo veniva anche definita colite spastica. Secondo ricerche più recenti è emersa come causa l’alterazione del microbiota o della flora batterica intestinale. Inoltre tra le cause vengono considerati anche fattori psico-sociali (aspetti cognitivi ed emotivi) e fattori biologici (predisposizione e suscettibilità individuale, percezione soggettiva del dolore).

L’importanza dell’alimentazione

L’educazione alimentare è molto importante. Ci sono, infatti, alimenti che contribuiscono a peggiorare il problema, perché non vengono digeriti in maniera appropriata, richiamano acqua e creano gonfiore e tensione addominale. Tra gli alimenti da evitare ci sono la caffeina, gli alcolici e le bevande eccitanti che tendono a irritare la mucosa intestinale e intensificare ansia e stress. In alcuni casi la sindrome dell’intestino irritabile può essere associata all’intolleranza al glutine. Il trattamento farmacologico prevede l’utilizzo di farmaci antispastici e antidepressivi.

La terapia cognitivo-comportamentale

Dal momento che in diversi casi i trattamenti farmacologici non sono risolutivi, oggi si possono affiancare altre terapie quali la terapia cognitivo comportamentale, che si sono dimostrate efficaci nella cura della sindrome dell’intestino irritabile. Il trattamento cognitivo comportamentale prevede varie componenti, che riguardano anche l’alimentazione, il ciclo sonno-veglia, l’apprendimento di tecniche di rilassamento, strategie di gestione dell’ansia e l’educazione all’assertività. Si interviene sui pensieri automatici negativi, che accompagnano i sintomi e che, aumentando la componente ansiosa, aggravano la percezione di dolore corporeo e disagio emotivo. Molte ricerche hanno esplorato gli effetti, sia nel breve che nel lungo termine, di approcci basati sulla Mindfulness, rilevandone i benefici. Con le tecniche di Mindfulness si sviluppa un atteggiamento di non reazione ed accettazione delle emozioni e delle sensazioni negative.

 

 

 
 
 

Da sapere!

 

La terapia cognitivo-comportamentale aiuta ad affrontare il disagio fisico gestendo le implicazioni emotive che porta con sé, aumentando la consapevolezza di tali meccanismi e favorendo l’apprendimento di nuove strategie più funzionali al proprio benessere sia fisico sia emotivo.

 

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Allergia al latte e intolleranza al latte: c’è differenza?

05/02/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

L'allergia al latte è la risposta avversa alle proteine in esso contenute ec caratterizzata dalla formazione di anticorpi IgE e, di conseguenza, dal rilascio di istamina. L'intolleranza al latte dipende dalla mancanza (o dal deficit d'azione) dell'enzima che digerisce il lattosio, lo zucchero del latte....  »

Candeggina inalata in gravidanza: ci sono rischi?

03/02/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Antonio Clavenna

La candeggina può essere pericolosa se inalata insieme ad altri prodotti che sprigionano gas tossici. Da sola, invece, non espone a rischi.   »

Idronefrosi del feto

03/02/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

È importante individuare con l'ecografia eventuali anomalie dell'apparato urinario, per avere modo di sottoporre il neonato a tutte le indagini del caso subito dopo il parto.   »

Autismo: c’è un’indagine che può accertarlo con sicurezza in gravidanza?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Come e più di altre anomalie del neurosviluppo, i disturbi dello spettro autistico sono legati a molteplici "errori" genetici. Alcune ricerche hanno indicato più di 1000 geni potenzialmente coinvolti: la complessità del problema non consente di accertarlo con sicurezza durante la gravidanza.   »

Fai la tua domanda agli specialisti