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Non si muore solo di Covid-19. È pesante, infatti, l’impatto della pandemia sulle malattie oncologiche, per la riduzione del numero degli screening tumorali, a causa delle difficoltà di sottoporsi ai controlli di prevenzione dei tumori.
Crollo degli screening
“A marzo e aprile 2020, a causa dell’esplosione dell’emergenza Covid-19, si è verificata la sospensione degli screening”, spiega Paola Mantellini, direttrice dell’Ons, l’Osservatorio nazionale screening. La pandemia ha causato rallentamenti, quando non arresti, nella diagnostica di malattie come i tumori, nei controlli di routine e nelle terapie. Dopo il primo lockdown, il sistema si è trovato a gestire un arretrato importante, insieme alle vaccinazioni e alle infezioni Covid-19.
“Un’indagine condotta dall’Oms ha quantificato il ritardo accumulato nel 2020 rispetto al 2019 in termini di inviti, test e mesi standard, La riduzione degli inviti è stata pari al 33% per lo screening cervicale, al 31,8% per quello colon-rettale e al 26,6% per quello mammografico. La riduzione degli esami è stata pari al 45,5% per lo screening colon-rettale (-1.110.414 test), al 43,4% per quello cervicale (-669.742), al 37,6% per le mammografie (-751.879). Complessivamente – conferma Mantellini – sono stati eseguiti circa 2 milioni e mezzo di screening in meno”.
Meno prevenzione per paura dei contagi
“La paura del contagio ha avuto un peso determinante sulla partecipazione ai programmi di prevenzione. I mesi di ritardo sono stati pari a 5,5 per lo screening colon-rettale, a 5,2 per quello cervicale e a 4,5 per le mammografie. Sono state stimate anche le diagnosi mancate: oltre 3.300 per il tumore del seno, circa 1.300 per il colon-retto (e 7.474 adenomi avanzati in meno) e 2.782 lesioni precancerose della cervice uterina. È importante sottolineare – conclude Mantellini – che, per tutti e tre i programmi, nell’autunno 2020 alcune Regioni sono riuscite ad erogare più test rispetto al 2019, mettendo in evidenza una notevole capacità strategico-organizzativa”.
Fondamentali i controlli al seno e al colon-retto
In questo momento è importante riprendere i controlli accelerando, in particolar modo, quelli nelle donne che li hanno saltati. Gli screening che fino a oggi si sono mostrati utili sono, tra gli altri, la mammografia per il tumore al seno e la ricerca del sangue occulto nelle feci per il tumore del colon-retto.
Anna Sapino, presidente Siapec-Iap (Società italiana di anatomia patologica e di citologia diagnostica) sugli effetti della pandemia su questi due tipi di tumore afferma: “Per il tumore della mammella, il numero di casi operati nel 2020 è risultato inferiore del 12% (-805 casi) rispetto al 2019, e questa riduzione si è osservata per le neoplasie di tutte le dimensioni, in particolare per quelle più piccole. Vi è stato un aumento significativo dei tumori del seno pT2 (compresi tra 2 e 5 cm), a fronte della diminuzione di quelli più piccoli (pT1, tra 1 e 5 mm)”.
“Anche per il colon-retto – spiega Sapino – si è registrata una riduzione dei casi operati nel 2020, inferiore del 13% (-464 casi) rispetto al 2019, con un calo particolarmente marcato per i tumori in situ, mentre si è registrato un aumento significativo delle neoplasie con perforazione del peritoneo. I risultati di questa indagine – termina la presidente Siapec-Iap – fanno emergere, in generale e per entrambe le patologie, una diminuzione dei tumori in situ caratterizzati da alte probabilità di guarigione (-11% per la mammella, -32% per il colon-retto), che può essere la conseguenza della temporanea riduzione degli screening oncologici nel 2020”.