Tumore al seno: ecco perché talvolta resiste ai farmaci

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 17/03/2017 Aggiornato il 17/03/2017

Il Tumore al seno sensibile agli ormoni, che rappresenta i due terzi di tutti i tumori al seno, nel 15% non risponde alle terapie per effetto di un’alterazione specifica. Grazie a una ricerca italiana potranno essere sperimentati metodi alternativi nei trattamenti

Tumore al seno: ecco perché talvolta resiste ai farmaci

Esiste un tipo di tumore al seno che resiste a ogni tipo di farmaco. Una ricerca tutta italiana dimostra che la causa è in un’alterazione genetica. E sono già allo studio nuove terapie.

L’incubo di ogni malato di tumore

Il tumore al seno ormonoresponsivo, cioè legato agli ormoni, è il più diffuso, con circa 35.000 nuovi casi all’anno solo in Italia. Talvolta, però, per motivi ancora non chiari, le cure tradizionali non hanno effetto. Una delle cause principali del fallimento di un trattamento per il tumore al seno ormonoresponsivo è lo sviluppo di resistenze agli effetti dei farmaci da parte delle cellule. È quanto conferma lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature genetics, condotto dall’Istituto europeo di oncologia da Saverio Minucci e Giancarlo Pruneri, professori presso l’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con i gruppi di studio del dottor Luca Magnani dell’Imperial College di Londra e del professor Antonino Neri, dell’Università degli Studi di Milano. Il progetto è stato finanziato dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc).

Alla base un’alterazione genetica

Un’alterazione genetica sarebbe la causa della resistenza ai farmaci: favorirebbe il blocco degli inibitori dell’aromatasi, una sostanza presente nelle cellule tumorali. Nei malati con questa alterazione, per cui questi inibitori non funzionano, i farmaci non sortiscono alcun effetto. I ricercatori  hanno scoperto, infatti, che il 15% dei tumori al seno sviluppa resistenza alla terapia come conseguenza di questa alterazione genetica. I ricercatori hanno già sperimentato un test su base molecolare che individua l’alterazione nei malati, così da poterli indirizzare verso terapie alternative.

Alla ricerca di una terapia più efficace

“Uno dei problemi più importanti nell’utilizzo dei farmaci anticancro – spiegano gli autori Minucci e Pruneri – è rappresentato dalla comparsa di cellule tumorali resistenti alla cura, che possono portare alle metastasi. L’individuazione dei meccanismi di resistenza del tumore rappresenta un traguardo fondamentale per vincerla, utilizzando nuovi farmaci diretti contro la resistenza, oppure identificando modalità di utilizzo dei farmaci esistenti che possano superarla. Questo studio – concludono gli autori – costituisce un’ulteriore conferma di quanto un approccio integrato tra ricerca clinica e di base possa consentire un rapido trasferimento dei risultati scientifici nella vita quotidiana dei pazienti”.

 

 

 
 
 

DA SAPERE

 

CHE COS’È LA RESISTENZA AI FARMACI?

Una delle cause principali del fallimento di un trattamento antitumorale è lo sviluppo di resistenze agli effetti dei farmaci da parte delle cellule. Quando un tumore viene attaccato da un farmaco antitumorale, le cellule sensibili ai suoi effetti muoiono, ma alcune, tra cui le staminali tumorali, hanno caratteristiche genetiche che le fanno resistere alla terapia. Quest’ultime, infatti, continueranno a moltiplicarsi e a fare in modo che tutto il tumore diventi resistente alle cure.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Placenta bassa in 16^ settimana: si può prendere l’aereo?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Una sospetta inserzione bassa della placenta va confermata con l’ecografia transvaginale a partire dalla 20^ settimana, quindi circa un mese prima di questa data è prematuro diagnosticarla: proprio per questo un viaggio in aereo si può affrontare senza rischi.   »

Dopo tre cesarei si può partorire naturalmente?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Al travaglio di prova dopo un parto cesareo, noto con l'acronimo TOLAC dall'inglese trial of labour after cesarean, possono essere ammesse solo le mamme che abbiano già affrontato l'intervento solo una, massimo due volte.   »

Manovre effettuate durante l’ecografia: possono causare danno al feto?

04/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Nessuna delle manovre manuali esterne effettuate dal medico per poter svolgere l'ecografia nel migliore dei modi può esporre il feto a rischi.   »

Bimbo di 4 anni con una tosse che non passa nonostante l’antibiotico

02/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

È un'eventualità frequente che i bambini della scuola materna passino più tempo a tossire che il contrario. Posto questo, l’antibiotico andrebbe usato quanto la tosse con catarro persiste per più di un mese senza tendenza alla remissione.  »

Fai la tua domanda agli specialisti