Vaginosi batteriche: c’è un nuovo test molecolare

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 22/09/2016 Aggiornato il 22/09/2016

Si chiama VaginArray il test molecolare che può misurare le alterazioni della flora batterica e aiutare nella diagnosi delle vaginosi batteriche

Vaginosi batteriche: c’è un nuovo test molecolare

Le vaginosi batteriche sono uno dei problemi ginecologici più frequenti durante l’età riproduttiva e possono aumentare il rischio di malattie sessualmente trasmesse e di problemi durante la gravidanza. Per questo è importante la realizzazione di un nuovo test molecolare, VaginArray, che può aiutare nella diagnosi.

Messo a punto a Bologna

Il test è stato messo a punto da ricercatori dell’università di Bologna e può “mappare” la popolazione di batteri vaginali aiutando nella diagnosi. Il test molecolare comprende 17 set di “sonde”, ciascuna in grado di valutare le varie specie dell’ecosistema vaginale, dai batteri fisiologici a quelli patologici. In questo modo i germi possono essere riconosciuti efficacemente e quantificati, misurando l’intensità della fluorescenza emessa da ciascuna “sonda”. Il test è stato messo alla prova e i risultati, pubblicati sulla rivista Antimicrobial Agents and Chemotherapy, mostrano che con questo metodo è possibile valutare eventuali alterazioni dell’ecosistema vaginale e misurare gli effetti delle terapie antibiotiche

Infezioni in aumento

Il test potrà essere prezioso per la diagnosi e il monitoraggio delle diverse infezioni vaginali, che sono oggi in continuo aumento, le cui cause, secondo il dottor Francesco De Seta della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Ospedale materno-infantile Burlo Garofolo di Trieste, sono da ricercarsi nelle abitudini sessuali (rapporti orali), uno dei fattori di rischio per le vaginosi batteriche, accanto al fumo e altre condizioni che le favoriscono: disturbi  intestinali, carenza di vitamina D, ipotiroidismo, anemia con carenza di ferro.

Che cosa succede

Queste infezioni sono caratterizzate dalla crescita di germi prevalentemente anaerobi che tendono a rimpiazzare i lattobacilli presenti nella vagina; quando accade il pH vaginale si alza, passando dai valori attorno a 4,5 a oltre 7; inoltre compaiono sintomi come perdite abbondanti di cattivo odore, prurito, bruciori e dolore nei rapporti sessuali. Per questo riconoscerle e curarle in modo tempestivo è fondamentale. In caso di sospetta infezione, è fondamentale una visita dal ginecologo: soprattutto quando gli episodi diventano ricorrenti e risulta essenziale capire se ci siano condizioni sottostanti che favoriscono la ricomparsa delle infezioni, trattarle eliminando il problema “alla radice” e impostare una terapia adeguata per la prevenzione delle recidive. L’infezione acuta, tuttavia, si cura facilmente e con successo nel 90 per cento dei casi.

 

 

 
 
 

In breve

PIU’ RISCHI IN GRAVIDANZA

Le vaginosi batteriche si curano facilmente con antibiotici vaginali, ma non devono essere sottovalutate perché in gravidanza, per esempio, possono avere conseguenze sulla salute di mamma e bambino.

 

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