Acqua per neonati: come sceglierla

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 13/05/2016 Aggiornato il 13/05/2016

L’acqua per neonati non serve solo per ricostituire il latte in polvere per neonati ma anche per dissetarli e per evitare la disidratazione. Ecco una guida per scegliere tra i vari tipi presenti nel mercato

Acqua per neonati: come sceglierla

È l’elemento che permette la vita sulla Terra. Senza acqua, infatti, non esisterebbe alcun essere vivente. A confermare la sua preziosa importanza è il nostro stesso corpo che è composto per lo più da acqua: la percentuale dipende da diversi fattori: età, sesso, costituzione e alimentazione. Nei neonati il suo contenuto corporeo medio arriva all’80%, mentre nell’anziano il 65%. Basterebbe questo dato per capire quanto sia importante per il bimbo piccolo! Ecco allora come scegliere l’acqua migliore per il neonato.

I FATTORI DA VALUTARE

È fondamentale considerare i seguenti fattori nella scelta dell’acqua per i neonati o lattanti:

PH

Scegliere un’acqua con pH neutro o leggermente acido piuttosto che un’acqua alcalina. Il motivo sta nel fatto che nel lattante è probabile che sia la sola acidità gastrica ad intervenire nei processi digestivi, pertanto nella ricostituzione di una formula lattea è preferibile l’utilizzo di un’acqua oligominerale, meglio minimamente mineralizzata, che possiede un potere tampone significativamente minore rispetto a quelle mediominerali o ricche di sali e di conseguenza richiede un minor impiego secretivo da parte dello stomaco per raggiungere il pH ottimale a livello gastrico.

Residuo fisso

Il residuo fisso definisce la quantità di sali minerali presenti nell’acqua. L’acqua consigliata per l’alimentazione dei lattanti ha un RF < 50 mg/l. Le acque a bassa mineralizzazione (basso residuo fisso), grazie alla loro ipotonicità, esercitano una migliore azione solvente, facilitando la dispersione dei lipidi contenuti nel latte e determinano una minore osmolarità delle miscele lattee e quindi un minor carico renale dei soluti.

Sodio

La presenza di sodio nell’acqua utilizzata per la ricostituzione degli alimenti dei lattanti correla positivamente con un aumentato rischio di ipertensione arteriosa. Studi in letteratura hanno evidenziato come un eccessivo apporto di sodio nella dieta durante l’infanzia sia  legato a un maggior rischio di ipertensione (pressione alta) nell’adulto.

Fluoro

Basse dosi di fluoro svolgono un’azione preventiva nei confronti della carie, mentre un apporto elevato può causare fluorosi. La normativa prevede per le acque destinate alla prima infanzia un contenuto massimo di 1,5 mg/l. In realtà tale limite deve essere ulteriormente dimezzato, se si considera che anche il latte in polvere può contenere una quota di fluoro.

Nitriti e nitrati

I nitrati (ultima fase dell’ossidazione dell’azoto) sono composti presenti in natura, indice di inquinamento di natura organica, dovuto alle deiezioni animali provenienti da allevamenti intensivi, oppure di natura inorganica, proveniente dagli insediamenti industriali e dai fertilizzanti utilizzati in agricoltura. Nel nostro organismo i nitrati si riducono a nitriti che, a contatto con le ammine, possono dar origine alle nitrosammine, composti cangerogeni. Inoltre la trasformazione dei nitrati in nitriti (ad opera dei batteri gastrointestinali) costituisce un rischio maggiore per il neonato, in considerazione della emoglobina fetale ancora presente, facilmente ossidabile. I nitriti, infatti, possono modificare l’emoglobina in metaemoglobina, composto incapace di trasportare ossigeno e indurre quindi problemi respiratori anche gravi (blue baby disease).

Attenzione ai livelli di nitrati

Il decreto 31/2001 relativo alle acque potabili (quelle del rubinetto) ha fissato per i nitrati un limite massimo di 50 mg/l; il decreto 176/2011 relativo alla qualità delle acque minerali ha abbassato il livello a 45 mg/l, riducendolo ulteriormente a 10 mg/l per le “acque destinate all’infanzia”.

Differenze tra quella in bottiglia e quella del rubinetto

Differiscono per l’origine e il trattamento dell’acqua:

·      L’acqua potabile deriva per lo più da falde superficiali e viene resa salubre e pulita, ossia idonea al consumo, attraverso trattamenti di potabilizzazione (es. clorazione).

·      L’acqua minerale, invece, sgorga da una falda acquifera profonda, proviene da una o più sorgenti naturali o perforate e si distingue nettamente dalle ordinarie acque potabili per la purezza originaria. L’acqua minerale viene imbottigliata così come sgorga dalla sorgente, senza subire alcun trattamento.

 

 
 
 

FORSE NON SAI CHE…

 

SCEGLIERE ACQUA CON BASSI LIVELLI DI NITRATI

A tutela del consumatore, l’Acqua Sant’Anna, per esempio, ha scelto di riportare il valore dei nitrati in etichetta (circa 1 mg/l), a garanzia della protezione della purezza di un’acqua minerale che sgorga a quasi 2000 metri (vedi foto in alto), lontana da centri di pericolo e da potenziali fonti di inquinamento.

 

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