Allattamento a richiesta: mamme in difficoltà

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 12/02/2019 Aggiornato il 12/02/2019

L’allattamento a richiesta ha diversi vantaggi per la crescita del bebè, ma può risultare difficile per molte mamme, tanto da indurle a desistere

Allattamento a richiesta: mamme in difficoltà

Dubbi, ansie e preoccupazioni, ma anche un’errata comprensione di cosa voglia dire allattamento a richiesta. Tanto che in Italia, nonostante l’attenzione e le azioni volte a promuoverlo, il numero medio di mesi di allattamento esclusivo al seno è di 4,1.

Come funziona

È quanto emerge da uno studio condotto dai pediatri di famiglia lombardi della Simpef (Sindacato medico pediatri di famiglia). L’American Academy of Pediatrics raccomanda che i bambini siano allattati al seno a richiesta, cioè invita le mamme a nutrire i loro bambini ogni volta che mostrano segnali di fame (maggiore attività, girare la testa, succhiare le manine o altro). Questo metodo, che si basa sulla capacità di autoregolazione del neonato, ha diversi vantaggi, specialmente una maggior produzione di latte, con minor rischio di ingorghi mammari, ma può diventare sfiancante per la mamma. È perciò fondamentale il supporto del pediatra che illustri le modalità di questo metodo. 

Il biberon è considerato meno faticoso

Dalla ricerca emerge, infatti, che l’espressione allattamento a richiesta può creare fraintendimenti e indurre le neomamme a considerarlo come un obbligo di disponibilità continua verso il figlio, ogni volta in cui inizia a piangere, mentre le indicazioni sono volte a favorire un percorso di allattamento gradualmente guidato dalla madre, in cui il bambino impara ad autoregolarsi. Il 17% dei pediatri riscontra molto frequentemente che l’avvio dell’allattamento a richiesta è vissuto dalle neomamme come impegnativo e faticoso. Allattare è normale ma non è semplice e, secondo i medici, le mamme che allattano al seno sembrano avere un affaticamento psicofisico maggiore, tanto che quando gli viene proposto il passaggio al latte in polvere si sentono aiutate e sollevate.

svezzamento: meno problemi, ma non per tutte

L’ansia materna durante l’allattamento al seno è un fenomeno ricorrente, mentre durante lo svezzamento le difficoltà e preoccupazioni tendono per lo più a ridursi (64,9%) e a sparire (6,9%). In altri casi si mantengono (21,4%) o persino aumentano (6,1%): ciò significa che c’è un’importante quota di mamme che continua a vivere in modo problematico la relazione alimentare con il figlio.
 

 

 
 
 

Lo sapevi che?

L’ansia materna nei confronti dell’allattamento a richiesta è un fattore di rischio.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti