Montata lattea: sintomi, quando arriva

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 28/03/2024 Aggiornato il 02/04/2024

Un corretto avvio della montata lattea è la base per il nutrimento del bambino. Vediamo insieme quando arriva, come favorirla e come evitare che compaiano disturbi che possano interferire con l'allattamento e nella relazione mamma neonato.

Montata lattea: sintomi, quando arriva

La montata lattea è il momento in cui il seno inizia a produrre latte per nutrire il neonato. Le ghiandole mammarie si attivano subito dopo il parto proprio grazie alla suzione da parte del piccolo. Il bimbo infatti, succhiando dal capezzolo materno, stimola la produzione di ossitocina e prolattina, ormoni che sostengono l’allattamento. Quanto prima il bambino viene attaccato al seno, tanto prima le mammelle iniziano a produrre latte. Vediamo dunque come è possibile capire se il seno è pronto per allattare.

Come capire che è arrivata la montata lattea

Quando arriva la montata lattea?  Ci sono alcuni segnali tipici che coinvolgono il seno della puerpera. Ecco quali sono:

  • le mammelle divengono più turgide, pesanti e voluminose acquisendo anche due o tre taglie in più;
  • la pelle del seno è calda e tesa;
  • compare un reticolo di venuzze azzurrognole abbastanza visibili;
  • la donna avverte una sensazione come di “spilli” all’interno delle mammelle;
  • premendo nella zona mammaria può uscire una piccola quantità di latte.

Tre tipi di latte

Il latte che viene prodotto dal seno con la montata lattea è maturo, con caratteristiche nutrizionali adatte al neonato. Prima della montata vera e propria, che compare attorno al terzo-quarto giorno dopo il parto, il seno produce il colostro. Questo è un liquido giallastro, altamente digeribile, ricco di zuccheri, vitamine e anticorpi che stimolano il sistema immunitario del piccolo. È adatto all’apparato digerente che si sta abituando ad assumere alimenti e aiuta l’eliminazione del meconio, le prime “feci” del neonato. Il seno produce poi il latte di transizione, che aiuta il bambino ad abituarsi al latte vero e proprio. Infine, alcuni giorni dopo il parto, il seno con la montata lattea secerne il latte materno vero e proprio, più ricco di grassi e proteine, in quantità variabili da donna a donna e in grado di soddisfare pienamente le esigenze nutrizionali del neonato.

Perché arriva la montata lattea

Subito dopo il parto, si verifica un calo di progesterone. Questo ormone ha diverse funzioni, tra le quali sostenere l’andamento della gravidanza e inibire la produzione di prolattina prodotta dall’ipofisi, ghiandola che si trova alla base del cervello. La riduzione del progesterone provoca di conseguenza un incremento della prolattina. La prolattina è anche chiamata “ormone dell’allattamento” perché stimola l’attività delle ghiandole mammarie. Aumenta naturalmente dopo il parto, ma è con l’attività di suzione del bambino che i suoi livelli si mantengono stabili nell’organismo.

Poppando, infatti, il neonato stimola la produzione di prolattina, che fa produrre latte. Questo meccanismo, inoltre, aumenta nel sangue il livello di ossitocina, che dilata i dotti galattofori attraverso i quali il latte giunge al capezzolo.

Come stimolare il seno a produrre latte

Per stimolare prolattina e ossitocina e, quindi, favorire la produzione del latte, sarebbe importante attaccare il proprio figlio al seno subito dopo la nascita, comunque entro le due ore dal parto. Questo gesto, infatti, favorisce il legame tra mamma e bebè, risvegliando nel neonato l’istinto di attaccarsi al seno materno per nutrirsi. Come spiegato, è proprio la suzione del bambino a stimolare la montata lattea. Per aiutare l’organismo a secernere latte, è anche importante che la neomamma:

Attenzione se compare dolore

La sensazione che accompagna la comparsa della montata lattea è di calore, tensione, lieve fastidio. Non dovrebbe mai comparire dolore. Se succede, se una mammella o entrambe sono calde e arrossate, è bene parlarne con il ginecologo, con l’ostetrica o una puericultrice. Potrebbe infatti trattarsi di ingorgo mammario, che si verifica quando la produzione di latte da parte del seno supera l’effettiva richiesta da parte del bambino. Il liquido, allora, resta all’interno dei tessuti mammari e può causare infiammazione. È importante curare l’ingorgo mammario per evitare che si trasformi in mastite, una complicanza che può interferire con il corretto processo di allattamento al seno.

 

Come stimolare la montata lattea dopo un cesareo

Quando un bambino nasce con il taglio cesareo, la montata lattea può presentarsi con qualche giorno di ritardo rispetto a quanto accade con un parto naturale. Questo avviene per due motivi:

  • a causa del dolore dovuto all’intervento, l’organismo della donna è in condizioni di stress che possono limitare il contatto con il neonato, che viene attaccato più tardi al seno;
  • perché il progesterone cala più lentamente e, di conseguenza, anche la prolattina tende ad aumentare in modo più ridotto.

Per favorire comunque la montata lattea dopo il cesareo è consigliabile:

  • assumere un antidolorifico suggerito dal ginecologo;
  • tenere il più possibile il bimbo accanto a sé, scegliendo la posizione più comoda, per favorire il legame madre figlio;
  • stimolare manualmente il seno, eseguendo un massaggio per aiutare la discesa del latte verso il capezzolo;
  • cercare di attaccare il neonato al seno appena possibile.

In copertina foto di Helena Jankovičová Kováčová via Pexels.com

 
 

In breve

La montata lattea è il momento in cui il seno inizia a produrre il latte maturo, pronto per nutrire il bambino. L’atto di suzione da parte del neonato la favorisce, perché stimola la produzione di due ormoni, prolattina e ossitocina che agiscono sul seno. Per favorire una buona montata lattea è importante che la donna si nutra bene, assuma liquidi a sufficienza ed eviti situazioni di stress

 

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