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Nella prima fase dell’allattamento può verificarsi spesso un ristagno di latte nei dotti galattofori, i piccoli canali situati nel capezzolo attraverso i quali scorre il latte, che ne provoca l’ingorgo e il conseguente rigonfiamento e indurimento del seno. In genere ad attivare questo processo è la difficoltà di svuotamento di una o entrambe le mammelle. Le cause cambiano in base al periodo. Ecco come allattare con inogrgo mammario.
Nei primi giorni dopo il parto
L’ingorgo si associa alla montata lattea che compare di solito 3-5 giorni dopo la nascita e consiste nell’avvio della produzione di latte da parte della ghiandola mammaria (che fino ad allora ha prodotto il colostro, il primo nutrimento del neonato). Il più intenso afflusso sanguigno e linfatico nel tessuto mammario, che ha lo scopo di sostenere la produzione del latte, e il rapido aumento della quantità prodotta, possono favorire un ingorgo in assenza di un immediato avvio dell’allattamento e di uno svuotamento adeguato attraverso poppate frequenti e efficaci.
In fasi successive dell’allattamento
L’ingorgo può essere dovuto allo scorretto attaccamento del piccolo al capezzolo, che rende la suzione meno efficace e quindi riduce la quantità di latte emesso, al calo di intensità e frequenza delle poppate o a una loro improvvisa sospensione o interruzione.
Come si riconosce l’ingorgo mammario
Accanto alla comparsa di gonfiore, rossore e dolore persistente alla mammella, è soprattutto la difficoltà a fuoriuscire del latte a rivelare che si tratta effettivamente di ingorgo mammario. Il seno appare molto teso, duro, lucido e caldo e il capezzolo tende a ritrarsi all’interno dell’areola (l’area scura che lo circonda), una condizione che, ostacolando la suzione da parte del bebè e riducendo l’emissione del latte, aumenta ulteriormente il ristagno e quindi l’ingorgo. Potrebbe, inoltre, evidenziarsi anche un lieve aumento della temperatura. Nel caso i sintomi dovessero persistere per qualche giorno, è necessario consultare il ginecologo per accertarsi che non si tratti di mastite, un’infezione batterica dei dotti galattofori che inizialmente si manifesta in modo simile all’ingorgo, ma si associa a febbre intensa.
Quali rimedi adottare per allattare con ingorgo mammario
Allo scopo di favorire il drenaggio del seno la neomamma dovrebbe:
1 innanzi tutto aumentare la frequenza delle poppate (almeno ogni 2-3 ore) se il piccolo non riesce a succhiare perché la mammella è troppo teso e turgida,
2 spremere il seno a mano o con il tiralatte per ammorbidirlo
3 permettere al bebè di attaccarsi bene al capezzolo.
In sintesi
Come sbloccare la fuoriuscita del latte in caso di ingorgo mammario
4 fare applicazioni di spugnature caldo-umide alle mammelle circa 10 minuti prima della poppata;
5 docce di acqua tiepida;
6 fare massaggi delicati da effettuare con movimenti concentrici in direzione del capezzolo prima e durante la poppata;
7 spremere il seno manualmente alla fine della poppata, senon è del tutto svuotato, finché non lo si sente abbastanza morbido e si inizia a provare un po’ di sollievo;
8 indossare reggiseni comodi, che forniscano un adeguato sostegno alle mammelle, senza comprimerle.
Fonti / Bibliografia
- Ingorgo mammario - Ospedale Pediatrico Bambino GesùCompattezza del seno, accompagnata da dolore e tensione cutanea. Può presentarsi quando la produzione di latte materno supera il quantitativo di latte assunto dal bambino
- ColostroIl colostro è il fluido prodotto dalla ghiandola mammaria nei primissimi giorni dopo il parto. A cosa serve il colostro?