Come donare il latte

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 20/01/2015 Aggiornato il 20/01/2015

Possono divenire donatrici tutte le mamme in buona salute e con un corretto stile di vita, che allattano da meno di sei mesi e che producono una quantità di latte superiore alle necessità del proprio bambino

Che cosa fare per l’intolleranza al latte del neonato?

Chi desidera offrire una quota del proprio latte alla banca può contattare il centro di riferimento e sottoporsi a un semplice controllo che consiste nella valutazione della storia clinica della mamma e nell’esecuzione di esami specifici per escludere la presenza di disturbi gravi (epatite B, epatite C, infezione da Hiv). Le donatrici ricevono informazioni sulle procedure della raccolta, del trattamento termico, dell’utilizzo del latte umano e devono redigere un consenso scritto per il trattamento dei dati personali e per l’esecuzione degli esami specifici.

Chi non può

Non può divenire donatrice la donna che:

  • fuma, beve alcolici o assume droghe;
  • beve molto caffè;
  • segue una dieta sbilanciata;
  • è affetta da infezioni o malattie.

Basta anche una piccola quantità

Anche piccole quantità di latte sono utili per i neonati pretermine o malati (un neonato di peso molto basso spesso inizia ad alimentarsi con meno di 20 cc di latte al giorno). Molte donne preferiscono raccogliere il latte per la Banca dopo la poppata del loro figlio. Questa pratica, determinando lo svuotamento completo dei seni, è anche un valido stimolo per la produzione di latte. È preferibile che la donazione inizi prima possibile dopo il parto (entro il primo mese), dopo che è stata superata ogni difficoltà e l’allattamento al seno appare ben avviato. Non è incoraggiata invece la donazione oltre il sesto mese dal parto, quando, in genere, inizia lo svezzamento del bambino e le caratteristiche del latte divengono meno adeguate ai fabbisogni dei neonati che lo ricevono. Ovviamente si può continuare a donare il latte anche dopo il sesto mese e in questo caso il latte donato non verrà utilizzato per alimentare i neonati prematuri, ma per altre indicazioni (come, allergia del lattante, insufficienza renale, malattie metaboliche).

Dall’estrazione alla conservazione

Ecco tappa per tappa come il latte viene estratto dalla mamma donatrice e conservato poi in Banca. Il latte può essere estratto dal seno della donatrice in un locale attrezzato correlato alla Banca oppure a domicilio. La donatrice viene adeguatamente informata sulle procedure da seguire e fornita dei materiali e dei dispositivi necessari. La spremitura del seno può essere effettuata manualmente o con un tiralatte (manuale o elettrico).

Attenzione all’igiene

Il latte è un ottimo terreno di coltura per i germi: per evitare che giunga alla Banca inquinato e che debba essere quindi scartato, è necessario che sia raccolto e conservato rispettando scrupolosamente alcune semplici misure di igiene. Fra queste sono fondamentali l’accurato lavaggio delle mani (prima dell’estrazione) e di tutti i materiali che sono venuti a contatto con il latte (tiralatte manuali e parti di quelli elettrici, contenitori). Il latte deve essere conservato in idonei contenitori sterili forniti dalla struttura di riferimento. Dopo ogni singola raccolta il contenitore deve essere chiuso ermeticamente e raffreddato rapidamente. Si raccomanda di conservare il latte in frigorifero (a +4°C) per un periodo non superiore alle 24 ore, oltre è necessario porre il contenitore nel congelatore (a – 18°C). Ogni recipiente deve essere etichettato con il nome della donatrice e la data di estrazione. Il latte così conservato viene ritirato (se estratto a domicilio) da un incaricato della Banca di riferimento.

Il ruolo della Banca

Le Banche italiane fanno riferimento alle “Linee Guida per la costituzione e l’organizzazione di una Banca del Latte Umano Donato” della Società Italiana di Neonatologia (SIN), redatte sulla base dell’analisi critica di studi scientifici, delle procedure seguite da associazioni di Banche del latte di altri paesi (Stati Uniti, Regno Unito e altri) di leggi nazionali (Francia), del parere di esperti. Il trattamento termico rappresenta l’aspetto centrale dell’attività della Banca: tutto il latte donato deve essere pastorizzato prima dell’uso. La pastorizzazione, che consiste nel riscaldamento del latte in bagnomaria (in genere a 62,5°C per 30 minuti), distrugge la maggior parte dei germi patogeni e tutti i virus in modo che il prezioso alimento possa essere utilizzato senza rischi e al tempo stesso ne rispetta sufficientemente le peculiari caratteristiche biologiche e nutrizionali. Il latte pastorizzato viene congelato e stoccato in biberon sigillati ed etichettati e viene fornito, su richiesta medica, ai centri di neonatologia, ai servizi di pediatria e a pazienti presso il proprio domicilio per i quali ci sia una giustificata indicazione di tipo sanitario. Per ulteriori informazioni sulle Banche del Latte, sulla donazione e tutte le notizie relative all’allattamento, ci si può rivolgere alla Agenzia del Latte di Donna, una nuova struttura sorta da poco a Milano (e la prima in Italia) con lo scopo di informare, consigliare e aiutare tutte le donne coinvolte in prima persona nei vari aspetti dell’allattamento e del latte di donna. I numeri da contattare sono: tel. 02 28970061; fax: 02 26115728.

Ecco, infine, l’elenco delle Banche presenti nelle principali città italiane. L’elenco completo è visibile sul sito internet dell’Aiblud Onlus – Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato: www.aiblud.com

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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