Cosa fare se il seno perde latte?

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 08/08/2025 Aggiornato il 12/08/2025

È il segnale che il delicato meccanismo dell'allattamento si sta assestando: offrire spesso il seno al piccolo aiuta a contenere il disagio. I consigli della puericultrice Micaela Tagliaferro.

seno che perde latte

Se il seno perde latte all’improvviso durante le prime settimane dopo il parto, non c’è da preoccuparsi. Magari si sta allattando da un lato e ci si ritrova l’altro seno completamente bagnato. Oppure si sente piangere il proprio bambino, o persino un altro per la strada, ed ecco che il seno perde latte.

A volte basta persino solo pensare al piccolo, anche se dorme oppure è nell’altra stanza con il papà, per attivare la produzione di latte e provocare perdite più o meno abbondanti.

La situazione può generare un certo imbarazzo ma non va vissuta assolutamente come un segnale che qualcosa non va nel proprio corpo o nell’allattamento.

Lo spiega la puericultrice Micaela Tagliaferro su Instagram come autrice del podcast “Genitori senza filtri”, suggerendo semplici rimedi per mettere un freno all’inconveniente e ritrovare la serenità in un momento delicato come la fase del post-parto e dell’allattamento. Primo fra tutti, quello di offrire spesso il seno al neonato.

Perché succede

La perdita di latte capita più spesso di quanto si creda. E non ci sono dubbi che le macchie di bagnato sugli abiti mettano non poco in imbarazzo, anche semplicemente quando si teme che possano comparire all’improvviso, magari in situazioni formali come ad esempio durante il lavoro.

Quello che, però, va sempre tenuto presente è che il seno che perde latte non deve essere interpretato come un segnale di qualcosa che non funziona nell’allattamento o nella mamma.

Al contrario, è proprio un segno che tutto sta procedendo per il meglio. È il corpo della donna che si attiva e risponde, dal momento che l’allattamento non è solo un gesto meccanico, ma un processo complesso che coinvolge gli ormoni e insieme tutto l’assetto emotivo: il latte non esce solo perché c’è uno stimolo fisico, ma anche perché c’è un legame, una memoria, un’emozione.

È quello che si definisce riflesso di eiezione o di emissione, che permette la fuoriuscita del latte dal seno materno e che si attiva in base ai vari stimoli, che non sono esclusivamente la suzione del neonato, ma anche il pianto, persino quello di un altro bambino, il ricordo del piccolo e così via.

Spesso le perdite di latte sono più frequenti nei primi due mesi di vita del piccolo, quando la produzione si deve ancora stabilizzare. Il seno è molto pieno, il riflesso di emissione si attiva facilmente, la regolazione è ancora in corso: in queste condizioni è facile che qualche goccia di latte, a volte anche una quantità più generosa, fuoriesca.

Ma non è detto che il seno smetta presto di perdere latte: può capitare che questo succeda anche più avanti con l’allattamento, magari in concomitanza di giornate più intense, quando ci si sente stanche oppure, per qualche ragione, più coinvolte emotivamente proprio perché, come detto, l’allattamento è un meccanismo complesso e delicato dove ogni aspetto si collega all’altro.

In ogni caso, non si deve cadere nell’errore contrario di pensare che la fine delle perdite di latte indichi un calo nella produzione: il corpo si sta solo assestando e l’allattamento può quindi continuare serenamente.

Cosa fare

Come consiglia anche la Leche League Italia, un’organizzazione di volontariato che sostiene le mamme che desiderano allattare, bisogna evitare sicuramente di saltare le poppate, ma al contrario allattare spesso.

Non aspettare che il seno sia pieno o teso oppure tentare di resistere convinte che debba passare un dato lasso di tempo tra una poppata e l’altra. Al contrario, è proprio la frequenza della poppata, che dovrebbe sempre seguire le esigenze del piccolo e insieme della mamma, ad aiutare il corpo femminile a regolarsi meglio.

In questa ottica, più il seno si svuota in modo fisiologico, più le perdite si riducono. Non per tutte allo stesso modo, non subito, ma è la strada giusta per la maggior parte delle diadi mamma-bambino.

Le perdite di latte, in sostanza, non sono qualcosa di cui vergognarsi tentando di nasconderle a tutti i costi: per quanto possano risultare imbarazzanti, sono del tutto fisiologiche e permettono di capire come il corpo materno stia rispondendo ai bisogni del bambino. Proprio per questo, se il seno è così pieno da perdere latte, è bene offrirlo al neonato, indipendentemente dagli orari previsti per la poppata.

A volte basta osservare le perdite per capire che forse, in quel momento, serve allattare di più, che il corpo sta mandando il messaggio che è pronto, che c’è diponibilità, apertura, anche se sembra scomodo, anche se forse si preferirebbe un po’ meno di generosità.

Trucchi e strumenti utili

Semplici strategie possono essere d’aiuto per evitare il disagio di un seno che perde latte.

Abbigliamento

È bene sceglierlo con cura prediligendo reggiseni morbidi, traspiranti e senza ferretti, nonché abiti comodi, facili da lavare, magari con fantasie che nascondono meglio eventuali aloni dei tessuti a tinta unita.

Mussola

È utile tenere sempre a portata di mano un fazzoletto di mussola bianca, molto morbido, per tamponare delicatamente il seno in caso di bisogno. Va sostituito ogni giorno, o anche più volte al giorno se si bagna molto, e lavato con acqua calda e sapone neutro delicato.

Coppette assorbilatte

Se ne sconsiglia l’uso soprattutto quando si tende a indossarle di continuo. Possono essere utili in alcune situazioni particolari e in circostanze specifiche, ma andrebbero evitate come soluzione “standard” perché, al pari dei paracapezzoli, tendono a mantenere l’umidità e aumentare il rischio di irritazioni e fastidi alla delicata zona del seno. Se proprio si decide di usarle, sempre solo per brevi periodi, è meglio sceglierle lavabili e in tessuti naturali come il cotone, e cambiarle spesso, davvero molto spesso.

Coppe raccoglilatte

Sono coppette in morbido silicone dotate di un piccolo serbatoio che raccoglie il latte. Ancora più delle coppette assorbilatte, è bene usarle solo quando le perdite di latte sono molto abbondanti e in ogni caso non più di un paio di ore al giorno.

In ogni caso vale sempre la pena di guardare a un seno che perde latte in modo più ampio: non si tratta solo di pensare “sto perdendo latte”, ma di chiedersi “com’è andata oggi? Come sono state le poppate? Come mi sento io, davvero?”.

Se il piccolo ha ritmi regolari e cresce bene, le perdite di latte possono essere solo un piccolo fastidio temporaneo. Ma se sorgono dubbi, se le perdite sono davvero abbondanti o in ogni caso creano un forte disagio, parlarne con una professionista può aiutare a capire meglio cosa sta accadendo e come accompagnare il corpo in questo percorso.

 
 

In breve

Nelle prime settimane dopo il parto è facile che il seno perda latte. Il delicato meccanismo dell’allattamento si sta assestando e non è il caso di preoccuparsi: offrendo spesso il seno al neonato si possono evitare le perdite, che tendono comunque a diventare meno frequenti man mano che l’allattamento prosegue. 

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Le domande della settimana

Cisti del plesso corioideo individuata dall’ecografia: meglio fare altre indagini?

13/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Le cisti del plesso corioideo isolate, ossia non associate ad altre anomalie ecografiche, sono considerate varianti normali, senza effetti sullo sviluppo neurologico o intellettivo del bambino: nella maggior parte dei casi, scompaiono spontaneamente tra la 26ª e la 32ª settimana di gestazione. Quando...  »

Mamma bianca con occhi chiari, papà nero con occhi scuri: che occhi avrà il bambino?

11/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Una coppia formata da un genitore con gli occhi scuri e da un genitore con gli occhi chiari avrà molto più facilmente un bambino con occhi scuri. A meno che gli ascendenti del primo genitore non abbiano occhi chiari, eventualità che per le persone di pelle scura è davvero rara.  »

Iodio: va preso in allattamento dopo una tiroidectomia?

11/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Gianni Bona

Se la terapia sostitutiva che si affronta quando la tiroide viene asportata mantiene i valori relativi al TSH e agli ormoni tiroidei nella norma, non c'è alcun bisogno di assumere un'integrazione di iodio.   »

Fai la tua domanda agli specialisti