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Una guida alle poppate può essere uno strumento di orientamento utile per la donna che allatta al seno il proprio neonato. Soprattutto se si è al primo figlio, pur nella naturalezza di questo gesto è importante conoscere i ritmi, sapere quando il piccolo è sazio, se è meglio procedere a richiesta oppure seguire orari fissi.
Qualche difficoltà iniziale infatti si può presentare, specialmente nell’avvio dell’allattamento ai primi giorni. È bene approfittare dei consigli delle ostetriche del nido, prima del rientro a casa, per avviare nel migliore dei modo l’allattamento che porta tanti benefici a mamma, neonato e non solo.
Come procedere i primi giorni
I primi giorni sono sicuramente i più impegnativi per avviare in modo corretto l’allattamento. Ogni punto nascita dovrebbe favorire fin dalle prime ore di vita il bonding tra mamma e neonato, con l’attaccamento pelle a pelle, avvolgendo il neonato in panni caldi e ponendolo subito a contatto con il seno materno.
Questo stabilizza la temperatura corporea del neonato, previene i cali glicemici, stabilizza il battito cardiaco e costituisce un forte stimolo nella produzione di latte da parte del corpo materno. Tra madre e neonato, il contatto stretto assicura il passaggio di segnali biochimici che stimolano la produzione di ormoni, precursori della montata lattea.
È anche essenziale il sostegno delle ostetriche che possono fornire indicazioni su come attaccare il bambino in modo corretto, scegliendo anche le parole giuste e sostenendo la donna in caso di difficoltà. Essenziale è il ruolo del partner e della famiglia in generale, che deve assicurare sostegno e presenza occupandosi di aspetti pratici (come le faccende domestiche e spesa), in modo che la donna riposi e possa dedicarsi soprattutto al neonato.
L’importanza del colostro
L’allattamento nei primi giorni è importante perché in questa fase, le ghiandole mammarie secernono il colostro, il “primo latte” materno di colore giallastro, molto ricco di zuccheri, di enzimi digestivi e di anticorpi che costituiscono un primo, essenziale nutrimento per il neonato.
Piccole quantità di colostro dopo la nascita e nei primissimi giorni sono sufficienti a soddisfare le esigenze nutrizionali del bebè, senza bisogno di aggiunte di alcun tipo. Se il bambino continua a succhiare il colostro nei primi giorni, la ghiandola mammaria viene stimolata e continua a produrre latte, che progressivamente da colostro diviene latte vero e proprio, più bianco e più ricco di grassi e proteine. Dopo la poppata, applicare un po’ di colostro o di latte sull’areola rende la pelle elastica e previene la comparsa delle ragadi al seno.
Allattamento a richiesta o a orari fissi
Se allattare a richiesta oppure a orari fissi è uno degli argomenti più importanti nella guida alle poppate, perché apre molti interrogativi. Secondo una certa “scuola di pensiero”, l’allattamento al seno a richiesta permetterebbe al bimbo di nutrirsi in modo adeguato e preciso, in base ai suoi fabbisogni.
Per questo è ancora ritenuto il più valido, anche tra le istruzioni fornite per l’allattamento al seno dal nostro sistema sanitario. Altri punti di vista ritengono che l’allattamento a richiesta renderebbe troppo dipendenti uno dall’altro la mamma e il bebè e orientano quindi verso il nutrimento a orari fissi.
Non è possibile decidere a priori quale metodo di allattamento al seno seguire: la soluzione migliore è quella che ogni mamma riesce a trovare con il bambino, perché è frutto di una conoscenza reciproca che porta a capire il reale bisogno del piccolo. Per decidere con serenità, è utile valutare con attenzione i pro e i contro di ogni metodo in base al carattere e ai bisogni del bambino.
Allattamento a richiesta
È adatto a bimbi “autonomi” che cercano il seno della mamma solo quando hanno fame. Consiste nell’attaccare il piccolo al capezzolo non secondo orari prestabiliti, ma ogni volta che lo richiede. Questo metodo presenta diversi vantaggi, tra cui quello di adeguarsi meglio alle esigenze nutritive del bebè e di consentire un continuo e adeguato svuotamento delle mammelle. Inoltre, prolunga l’allattamento nel tempo ed evita di dover conteggiare il numero dei pasti e l’intervallo che intercorre tra una poppata e l’altra. L’allattamento a richiesta può però essere faticoso per la mamma, impegnata nelle poppate a ogni ora del giorno e della notte, soprattutto se il piccolo è vorace.
Allattamento a orari fissi
Consiste nello scandire il numero di poppate giornaliere entro uno schema di orari ben definito. Non si adatta quindi ai bambini che manifestano continuamente il desiderio di attaccarsi al seno non per fame, ma per cercare un contatto fisico con il corpo materno. Una volta avviato, ha il vantaggio di permettere alla mamma di organizzare meglio il suo tempo nella giornata. Il metodo è utile anche per le mamme ansiose, che temono di non offrire un numero di pasti adeguato. L’allattamento a orari fissi non è indicato, invece, ai bambini che crescono poco o sono molto pigri: in questo caso, infatti, è consigliabile stimolare l’appetito dei piccoli attaccandoli più spesso al seno.
Durata di una poppata
Come nel caso dell’allattamento a richiesta oppure a orari fissi, è altrettanto complesso stabilire un tempo ottimale che si adatti a ogni bebè nell’allattamento al seno. Alcuni neonati sono più “voraci” e succhiano in modo vigoroso, svuotando le mammelle piuttosto rapidamente. Altri bambini sono più tranquilli e succhiano con meno efficacia, a volte addormentandosi. La durata della poppata può oscillare quindi da pochi minuti a una mezz’ora. In generale, dovrebbe durare 20-30 minuti in tutto, alternando i seni.
Quello che può variare in base al carattere del neonato è invece il numero : i neonati più voraci richiedono pasti abbondanti e meno frequenti, mentre i bebè più tranquilli privilegiano pasti piccoli e frequenti, intervallandoli magari a un sonnellino.
A questo proposito, se il bimbo si addormenta durante la poppata, non è il caso di svegliarlo: con il pancino vuoto si sveglierà prima per richiedere la poppata successiva. Al contrario, se non si stacca dal seno, per interrompere la poppata si può infilare un dito nell’angolo della bocca del bebè e spingere delicatamente verso il basso.
Come capire se è sazio
Un altro dubbio che assale spesso i genitori è: sarà sazio? Avrà mangiato abbastanza? Anche in questo caso è fondamentale basarsi sui segnali del bambino. Se inizia a succhiare con meno vigore, si addormenta, respinge il seno o lascia andare il capezzolo, significa che si è nutrito a sufficienza.
Per sapere invece se si nutre a sufficienza nell’arco della giornata, occorre considerare alcuni elementi per rassicurarsi sull’adeguatezza della quantità di latte assunta. Questi sono:
- la frequenza delle poppate, per cui se anche a richiesta non devono passare mai più di 4 ore durante il giorno
- la crescita settimanale (nei primi tre mesi la crescita è più veloce, sui 150-180 g alla settimana, poi rallenta un po’)
- il cambio di pannolini (7-8 al giorno come minimo), con urine non concentrate, cioè di colore trasparente.
Doppia pesata: sì o no?
Un tempo era diffusa l’abitudine di pesare il neonato prima e dopo la poppata: in questo modo si poteva capire quando latte avesse ingerito il piccolo.
Oggi, gli esperti ritengono che non sia opportuno focalizzarsi sulla quantità di latte assunta con ogni poppata: il metodo della “doppia pesata”, infatti, può stressare il piccolo oltre che i genitori e non apporta nessun reale vantaggio.
È meglio controllare che il bimbo cresca in modo regolare, misurando il suo peso una volta alla settimana, alla stessa ora, senza pannolino.
Quando smettere
Secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’allattamento esclusivo al seno andrebbe proseguito fino ai sei mesi di vita. Una volta iniziato lo svezzamento, quando avviene il passaggio graduale ai cibi solidi, l’Oms suggerisce comunque di proseguire con l’allattamento fino ai due anni.
È bene ricordare, in questa fase, che più il bambino succhia, più il latte nella mamma si riforma perché la suzione stimola il seno a produrne di più. Introducendo altri alimenti nella dieta, è quindi normale che la produzione di latte rallenti in modo graduale, fino a scomparire del tutto se il seno non viene più stimolato.
La scelta di quanto continuare ad allattare dipende dalla mamma, tenendo conto di diversi aspetti, come la ripresa del lavoro o il senso di stanchezza fisica che può avvertire dopo un certo periodo. In ogni caso, quando si decide di smettere, il metodo è semplice: basta evitare di offrire il seno al bebè. Sicuramente sarà un po’ difficoltoso all’inizio, nel senso che se il bambino è abituato a farlo ci sarà bisogno di accompagnarlo in questa nuova abitudine, senza interruzioni drastiche.
Ad ogni modo se la ghiandola mammaria non è più stimolata, automaticamente smetterà di produrre latte. Durante questa fase di passaggio, tuttavia, il seno può essere dolente e quindi può essere necessario togliere con un particolare strumento, il tiralatte, quella minima quantità di latte sufficiente per alleviare il senso di tensione. Nel caso in cui, però, sia necessario interrompere le poppate in maniera più veloce, in genere si prescrivono alla mamma appositi farmaci che bloccano la lattazione.
Tutti i vantaggi dell’allattamento al seno
Seguire un vademecum per le poppate è quindi importante per nutrire in modo adeguato il piccolo, approfittando dei vantaggi dell’allattamento che sono numerosi e provati da diversi studi scientifici.
Benefici per il bambino
- Malattie infettive: è noto che l’allattamento materno difende i neonati da diversi disturbi https://www.ospedalebambinogesu.it/allattamento-materno-80501/, per esempio malattie come polmonite, otite, gastroenterite.
- Asma e allergie: allattare almeno per qualche mese al seno, contribuisce a ridurre nei bambini l’insorgenza di allergie respiratorie e asma, problemi sempre più diffusi nelle nuove generazioni.
- Capacità cognitive: l’allattamento al seno influenza lo sviluppo cognitivo e neuromotorio, migliorando sia le capacità linguistiche, sia certe abilità come afferrare oggetti ed effettuare movimenti di precisione nei bambini piccoli.
- Salute delle ossa: è stata dimostrata una correlazione tra una migliore densità ossea nei bambini allattati al seno, rispetto a quelli che hanno ricevuto latte di formula.
- Obesità: in media, chi viene allattato al seno ha meno problemi di sovrappeso e obesità in età adulta, con conseguente riduzione dei rischi sulla salute (malattie metaboliche, diabete 2, problemi cardiovascolari).
Benefici per la mamma
- Meno anemia: allattare al seno in modo regolare ed efficace ritarda la comparsa del primo flusso mestruale dopo il parto, quindi aiuta l’organismo della mamma a riprendersi da eventuali anemie e a ricostituire le riserve di ferro.
- Rischio tumori: l’allattamento al seno per almeno qualche mese ha effetti protettivi sulla ghiandola mammaria, riducendo il rischio di tumore al seno. Inoltre sembra avere effetti protettivi anche contro il cancro ovarico.
- Osteoporosi: la donna che allatta sembra avere in media un migliore densità delle ossa anche dopo la menopausa, correndo un pericolo inferiore di avere problemi di osteoporosi, una condizione che espone a possibilità di frattura.
- Fiducia in se stessa: l’allattamento al seno induce nella donna sicurezza e aumenta l’autostima perché la fa sentire responsabile in prima persona del benessere e della crescita del figlio, senza interventi esterni.
Vantaggi per la famiglia e la società
- Allattare al seno permette un notevole risparmio economico perché è la donna stessa a produrlo e a somministrarlo direttamente al bambino, senza dover acquistare latte di formula, biberon e attrezzature varie.
- Il non impiegare tempo nel preparare il biberon, scaldarlo, lavare e sterilizzare l’attrezzatura si traduce anche in un risparmio di energie e di occasioni che la donna e la famiglia possono utilizzare per concentrarsi sul neonato e su altri fratellini, per dedicarsi ad attività piacevoli o semplicemente per riposare.
- Il latte materno somministrato direttamente è anche un prodotto “sostenibile”, che non produce rifiuti di alcun tipo e quindi contribuisce alla riduzione degli inquinanti ambientali.
- Il pediatra, le ostetriche del punto nascita sono a disposizione per qualsiasi necessità di sostegno. È anche possibile rivolgersi alla Lega del Latte oppure alle Consulenti professionali allattamento materno.
In breve
Allattare il bambino al seno lo può aiutare a crescere più sano, con meno rischi di infezioni e allergie. La donna ha una protezione da tumori e osteoporosi e la famiglia stessa risparmia tempo che può essere speso insieme. Seguire una guida alle poppate aiuta ad avviare questo processo naturale ma non sempre semplice.
Fonti / Bibliografia
- BreastfeedingBreastfeeding
- La Leche League
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