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Un fenomeno fisiologico che riguarda tutte le neomamme
Il termine montata lattea indica l’inizio della produzione di latte materno da parte della ghiandola mammaria nei giorni immediatamente successivi alla nascita del bebè, un fenomeno naturale che si verifica in oltre il 98 per cento dei casi.
A determinarlo è la suzione del capezzolo
Il principale stimolo alla comparsa della montata lattea è la suzione del capezzolo da parte del neonato: in base a quanto precocemente il bebè viene attaccato al seno, la montata lattea si manifesta dai 2-3 giorni fino ai 6-7 giorni dopo il parto.
I segnali? Inturgidimento e pesantezza del seno
Tra i segnali del suo imminente arrivo ci sono: il senso d’inturgidimento e pesantezza del seno che tende a ingrossarsi di circa due taglie, calore ben localizzato, sensazione di tensione della cute, presenza di un reticolo venoso di colore azzurrognolo sulla pelle, comparsa di un intenso flusso di latte quando si preme anche solo leggermente in corrispondenza dell’areola mammaria.
In poco tempo i sintomi descritti si attenuano: la produzione di latte si stabilizza in base alle esigenze del piccolo e il seno si sgonfia e si ammorbidisce, tornando a inturgidirsi solo quando risulta pieno prima della poppata.
All’origine, la diminuzione del progesterone
Il meccanismo biologico che determina la montata lattea viene attivato innanzitutto dall’abbassamento della concentrazione di progesterone (ormone tipico della gravidanza) che si verifica subito dopo il parto: tra i suoi diversi ruoli rientrava, infatti, quello di inibire la funzione di stimolo alla produzione del latte svolta dalla prolattina, l’ormone dell’allattamento prodotto dall’ipofisi, una ghiandola collocata nel cervello.
L’altro fattore scatenante è dovuto alla suzione del capezzolo da parte del bebè che consente che dall’ipofisi si liberi una maggiore quantità di prolattina, che stimola appunto la produzione e secrezione del latte dalla ghiandola mammaria e si attiva la produzione di ossitocina (un altro ormone), che provoca la contrazione delle cellule muscolari che avvolgono la ghiandola mammaria e quindi la dilatazione dei sottili canali (dotti galattofori) attraverso cui il latte scorre fino al capezzolo.
Attaccamento precoce: così raccomanda la Lega per l’allattamento materno
Per favorire la montata lattea e quindi l’avvio dell’allattamento naturale, la Leche League (Lega per l’allattamento materno) raccomanda l’attaccamento precoce (entro due ore dalla nascita) del neonato al seno della mamma: così si assicura un anticipo di circa 24 ore della comparsa del latte rispetto a un attaccamento posticipato.
Prima della montata lattea il piccolo ha già modo di nutrirsi in modo “naturale” grazie al colostro, una sostanza di colore giallognolo, più densa ma più digeribile del latte vero e proprio e in grado di soddisfare le esigenze nutritive del bebè nei primi giorni di vita. Il latte “maturo” che compare nel corso della montata è, invece, più fluido, di colore tendente al bianco e arricchito di tutti gli elementi nutritivi necessari alla crescita del neonato.
Da questo momento in poi la quantità del latte prodotta si calibrerà in base alle richieste del bambino.
In breve
L’inizio della produzione di latte materno interessa il 98% delle donne
Si chiama montata lattea ed è l’arrivo, nei giorni immediatamente successivi alla nascita del bebè, della produzione di latte materno da parte della ghiandola mammaria. I segnali che preannunciano la montata lattea sono l’inturgidimento del seno e l’aumento del suo volume, calore localizzato e sensazione di tensione alla cute. Non appena il neonato si attacca la produzione di latte si stabilizza in base alle esigenze del piccolo e il seno si sgonfia e si ammorbidisce.