Cosa succede se il vaccino anti-Covid passa nel latte materno?

Miriam Cesta A cura di Miriam Cesta Pubblicato il 18/11/2022 Aggiornato il 18/11/2022

Sono state rilevate tracce di mRna del vaccino anti-Covid nel latte materno di neomamme nelle prime 48 ore post-vaccinazione. Ma per la salute dei piccoli non c'è niente da temere

il vaccino ant covid non danneggia il latte materno

Rilevate tracce di vaccino anti-Covid-19 nel latte materno. La scoperta è stata fatta dai ricercatori della New York University (Nyu) Long Island School of Medicine che hanno individuato la presenza sporadica di Rna messaggero del vaccino anti-Covid in alcuni campioni di latte materno di donne vaccinate contro questo virus entro le prime 48 ore dall’iniezione. Trascorsi due giorni dalla vaccinazione, invece, non sono più state rinvenute tracce.

Gli studiosi hanno pubblicato gli esiti del loro studio in un articolo su Jama Pediatics. La ricerca è stata condotta su 11 donne in allattamento che hanno ricevuto il vaccino Moderna (5) o Pfizer (6) entro 6 mesi dal parto, alle quali è stato chiesto di raccogliere e congelare campioni di latte materno prima della vaccinazione e per 5 giorni successivi alla somministrazione, a partire da un’ora dopo l’iniezione.

Dopo aver esaminato i campioni di latte materno raccolti i ricercatori hanno rilevato che la presenza sporadica di tracce di mRna nel latte materno nelle prime 45 ore post-vaccinazione, suggerendo quindi “che l’allattamento al seno dopo la somministrazione del vaccino anti-Covid è sicuro, in particolare dopo più di 48 ore” dall’iniezione. Gli studiosi spiegano che fino a quando non saranno condotti ulteriori studi sulla sicurezza sarebbe comunque  buona norma osservare cautela nell’allattare al seno bambini al di sotto dei 6 mesi di età nelle prime 48 ore post vaccinazione, anche per poter valutare al meglio la potenziale interferenza con la risposta immunitaria ai vaccini che vengono somministrati di routine nei primi 6 mesi di vita.

Se la mamma è positiva al Covid il latte materno stimola le difese anti-Covid nel neonato?

Sembrerebbe proprio di sì. L’esperienza clinica di questi due anni di pandemia ha insegnato che è molto raro che una mamma positiva al SARS-CoV-2 al momento del parto trasferisca l’infezione al neonato. Non solo: uno studio dell’ospedale Pediatrico Bambino Gesù condotto in collaborazione con il Policlinico Umberto I di Roma e pubblicato su JAMA Network Open ha dimostrato che grazie al latte materno delle madri contagiate dal virus i neonati sono in grado di sviluppare proprie difese immunitarie contro il Covid-19. Dallo studio è, infatti, emerso che a distanza di 48 ore i bambini allattati al seno presentavano nella saliva anticorpi mucosali specifici contro il Covid-19 che gli altri neonati non presentavano, e che a distanza di due mesi questi anticorpi continuavano a essere presenti anche se le mamme avevano smesso di produrli. Per i ricercatori è la prova che il latte materno gioca un ruolo fondamentale non solo offrendo protezione passiva, cioè trasferendo al bambino gli anticorpi prodotti dalla madre, ma anche aiutandolo a produrre autonomamente le sue difese immunitarie.

 

 

 

 

 
 
 

In sintesi

Le donne positive al test per il nuovo coronavirus possono allattare al seno il proprio bambino?

Sì, l’allattamento va tutelato ogni qualvolta sia possibile, anche in corso di pandemia. Le donne positive al nuovo coronavirus non devono rinunciare ad allattare al seno il proprio bambino e il contatto pelle a pelle non è controindicato per le donne SARS-CoV-2 positive. Il rischio connesso all’allattamento è legato soprattutto al contatto ravvicinato con la madre: dunque durante il rooming-in e l’allattamento è raccomandata l’adozione di misure di prevenzione quali il lavaggio delle mani e l’indossare la mascherina. La compatibilità dell’allattamento materno con farmaci eventualmente somministrati alla donna con COVID-19 va valutata caso per caso.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Passaggio dal nido alla scuola materna un po’ prima del tempo: sì o no?

15/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Luisa Vaselli

L'opportunità di anticipare il passaggio dal nido alla scuola materna va valutata tenendo conto di numerose variabili, tra cui il temperamento del bambino e la sua capacità di adattamento.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti