Autosvezzamento: ricette e differenza 5 o 6 mesi. Ecco cos’è

Elisa Carcano A cura di Elisa Carcano Pubblicato il 12/09/2022 Aggiornato il 12/09/2022

Andiamo a vedere cos’è l’autosvezzamento e di preciso la differenza nel farlo a 5 oppure a 6 mesi grazie alle ricette

cibi adatti per l'autosvezzamento

Cos’è l’autosvezzamento?

La sintesi dell’autosvezzamento (più propriamente, alimentazione complementare a richiesta) sta nella parola stessa: consiste in un passaggio graduale dall’alimentazione a base di solo latte – che resta comunque la fonte alimentare principale del piccolo – tipica del neonato (lo svezzamento, appunto) gestita direttamente dal bebè (auto) e non basata sull’introduzione di alimenti in base a un calendario più o meno rigido fornito dal pediatra.

Con l’autosvezzamento, insomma, il bambino diventa a pieno titolo il protagonista di questa delicata, ma fondamentale tappa del suo sviluppo, proprio perché è lui a scegliere cosa assaggiare e quando.

Cosa significa e perché è così importante?

L’autosvezzamento è, poi, importante anche da un punto di vista dello sviluppo emotivo del bambino, in quanto stimola il suo interesse per il cibo, facendo leva sull’innata curiosità del piccolo. Con l’autosvezzamnto, quindi, il bimbo si avvicina al cibo in modo naturale e soprattutto quando si sente pronto a farlo, allungando le manine nel piatto di mamma e papà e portandosi così l’alimento alla bocca per assaggiarlo.

Cosa cambia rispetto allo svezzamento normale?

Tradizionalmente lo svezzamento viene gestito secondo una tabella (il cosiddetto calendario dello svezzamento) che riporta esattamente quale alimento introdurre mese per mese e in quali quantità.

Si parte così dalle prime pappe, a base di mais e tapioca o crema di riso, con l’aggiunta delle prime verdure (patate e carote) cotte nel brodo vegetale e di un assaggio di omogeneizzato di carne o di liofilizzato. Così avviato, lo svezzamento del bambino si arricchisce via via di altri alimenti, introdotti normalmente a distanza di due-tre giorni per valutarne prontamente eventuali reazioni allergiche o intolleranza da parte del bambino.

Questo vale per tutti i cibi, dalla carne alle verdure, dalla frutta al pesce, dai formaggi alla pastina, prima senza e poi con il glutine (una proteina presente nella maggior parte dei cereali che, nei soggetti predisposti, se introdotta precocemente può causare celiachia). Anche quest’ultimo concetto sta però venendo meno, perché, in base a recenti studi, non è più statisticamente dimostrato che un ritardo nell’introduzione del glutine (come del resto di tutta una serie di alimenti tradizionalmente considerati allergizzanti, come il pesce, le uova, certi tipi di frutta e il latte stesso) possa davvero mettere il bambino al riparo da eventuali allergie alimentari o intollleranze. In ogni caso, in assenza/attesa di evidenze scientifiche certe, la linea predominante resta quella prudenziale.

Ecco un esempio di calendario dello svezzamento tradizionale:

Verdura

  • Tra il 4° e il 6° mese, patata, carota, quindi zucchina e finocchi, infine lattuga ederbette.
  • Dal 7°-8° mese, fagiolini, spinaci e zucca.
  •  Dall’8°-9° mese asparagi e cavoli.
  • Dal 10° mese, anche i pomodori.
  • Tutte le altre verdure vanno introdotte dopo il primo anno.

Frutta

  • All’inizio dello svezzamento, mela e  pera (dal 4°-5° mese), banana e prugna (dal 6°).
  • Dal 9° mese si possono aggiungere gli agrumi.
  • Intorno all’anno la pesca, l’albicocca, l’uva e il kiwi.
  • Per le fragole e le ciliegie è bene attendere i 18 mesi.
  • Le castagne vanno proposte dopo i 2 anni.
  • Per la frutta secca è meglio aspettare i 3 anni.

Cereali

  • Dal 4°-5° mese si comincia con quelle a base di riso o mais e tapioca, in quanto, oltre a essere facilmente digeribili, sono prive di glutine: possono essere proposti sotto forma di farine precotte da aggiungere al brodo vegetale per la preparazione della pappa.
  • Dopo il 6° mese si possono introdurre i cereali con il glutine: quindi farine ai multicereali e semolino. Si possono dare al bimbo anche i biscottini con il glutine (prima dei 6 mesi sono indicati quelli senza glutine). Con il passare dei mesi, si può iniziare a proporgli la prima pastina nei suoi diversi formati.

Carne

  • In genere, si consiglia di iniziare lo svezzamento con le carni bianche, meno grasse e più digeribili, per passare poi, dopo qualche settimana, alle carni rosse.
  • La carne può essere proposta sotto forma di liofilizzato prima e omogeneizzato poi o essere preparata in casa, facendo cuocere la carne a vapore e sminuzzandola con il tritacarne o con i robot per omogeneizzare.
  • Per il prosciutto cotto attendere il 7° mese.
  • Per la carne di maiale e gli altri salumi, come per la selvaggina, è meglio attendere il secondo anno di vita.

Uovo

  • Il tuorlo, la parte “rossa”, è ricco di grassi, vitamine e sali minerali: può essere proposto dal 10° mese di vita;
  • L’albume, il “bianco”, contiene per lo più proteine e può essere dato al piccolo solo dopo l’anno. Solo a partire da questa data quindi si può proporre l’uovo intero al piccolo e i cibi che lo contengono come ingrediente (come torte, pasta all’uovo, gelato).

Pesce

  • Può essere proposto, sia fresco sia omogeneizzato, dal 6°-7° mese, iniziando con le varietà più digeribili, come la trota e la sogliola, per poi passare al merluzzo, al nasello e al palombo.
  • Dall’11°-12° mese si può proporre il salmone.
  • Per il pesce azzurro è meglio aspettare l’anno di vita.
  • Per molluschi e crostacei è consigliabile attendere i due anni.

Latticini

  • Lo yogurt può essere proposto come merenda tra il 4° e il 5° mese, cominciando con quello bianco intero o con quello per l’infanzia.
  •  Il formaggio può essere proposto all’inizio dello svezzamento (tra il 4° e il 6° mese) per insaporire la prima pappa (il formaggio stagionato tipo grana).
  •  A distanza di circa un mese, si possono offrire i formaggi freschi, cominciando da quelli più digeribili, come la ricotta, la crescenza o i formaggini per l’infanzia.
  •  Il latte vaccino e i formaggi più stagionati vanno rimandati dopo l’anno.

Legumi

  • Possono essere introdotti dal 7° mese per preparare il brodo vegetale, scartandoli a fine cottura.
  • Sotto forma di passato, cioè decorticati, è bene attendere il 10° mese.
  • Dopo l’anno possono essere consumati interi, cioè con la buccia.

Condimenti

  • Per insaporire la pappa del piccolo si usa l’olio extravergine di oliva.
  • Il burro va evitato almeno fino ai due anni.
  •  Per il primo anno, è meglio evitare di salare e zuccherare i cibi del piccolo, per abituarlo ad apprezzare il gusto naturale degli alimenti.

 

Quali ricette per l’autosvezzamento, i tagli sicuri?

Il concetto alla base dell’autosvezzamento consiste nell’offrire al bambino la possibilità di “mangiare come i grandi” fin da subito. Questo è il concetto, perché in pratica, per poter davvero mettere in atto l’autosvezzamento e lasciare che il piccolo “peschi” a suo piacimemento dal piatto di mamma e papà, occorre che questi seguano una dieta sana e soprattutto a misura di bambino, come per esempio, primi piatti conditi con sughi molto semplici e digeribili, carni magri o pesce cotti al vapore o alla griglia e così via. Vanno evitati gli intingoli, i grassi, i fritti e tutto ciò che può risultare indigesto al piccolo.

Non bisogna poi dimenticare che il bimbo non ha ancora perfettamente acquisito la facoltà di masticare e di deglutire il cibo ed è alto il rischio di soffocamento: il cibo va quindi proposto a piccoli pezzi, in modo che il bambino possa gustarlo sì in libertà, ma anche – e soprattutto – in tutta sicurezza.

Per avviare l’autosvezzamento sono, quindi, di grande aiuto i cosiddetti “finger food”, ossia cibi che si prestano molto bene a essere maneggiati dalle manine del piccolo e portati alla bocca.

Esempi di finger food pratici e sicuri sono: le carotine lesse, i fagiolini, i pezzetti di patata lessa, le fettine di frutta, i biscotti per l’infanzia (vanno bene anche quelli secchi), grissini e cracker senza sale, pasta tipo pennette o fusilli, pezzetti di formaggio e di carne magra che si scioglie in bocca. Sì anche ai pezzetti di pane, ma è bene eliminare la mollica, che – attaccandosi alla gola – può essere a rischio di soffocamento. In ogni caso, non bisogna mai lasciare il bambino da solo quando mangia.

Tagli sicuri, come tagliare il cibo?

Uno dei timori più frequenti nei genitori alle prese con lo svezzamento del bambino è quello relativo al pericolo di soffocamento. Per limitare al massimo ogni pericolo, oltre a un’attenta supervisione del genitore durante i pasti del piccolo, è importante offrirgli il cibo con tagli sicuri, facendo attenzione alla forma e alla dimensione dei bocconi.
► Per quanto riguarda la forma: è meglio evitare sempre quella tonda o cilindrica.
► Per quanto riguarda la dimensione: è raccomandabile tagliare tutto ciò che ha un diametro inferiore a 4,5 centimetri per il lungo fino a raggiungere il diametro di un dito.

Come e quando iniziare a 5 o 6 mesi?

Il principio dell’autosvezzamento parte dal presupposto che sia il bebè ad avvicinarsi al cibo in modo naturale e spontaneo perché incuriosito da quello che vede nei piatti di mamma e papà. Come per lo svezzamento tradizionale, tuttavia, è sconsigliabile che il bebè assaggi cibi solidi prima dei 4-6 mesi di vita. Per una ragione molto semplice: prima di questa età il neonato non ha ancora sviluppato la capacità di deglutire questo tipo di alimenti, mentre ha ancora molto forte il riflesso di estrusione (quello che gli ha consentito fino ad ora di sopravvivere succhiando) e inoltre il suo apparato digerente non è ancora in grado di digerire alimenti diversi dal latte.

Come iniziare, i consigli

Se si decide di procedere con l’autosvezzamento, anziché con lo svezzamento tradizionale, è consigliabile avvicinare il seggiolone alla propria tavola, lasciando così che il piccolo cominci a incuriosirsi al cibo che vede e annusa nel piatto dei genitori. Naturalmente questi ultimi devono avere la precisa accortezza di portare in tavola alimenti sani e a misura di bebè, come pezzetti di frutta e di verdura, carne magra o cubetti di formaggio. L’autosvezzamento non prevede l’utilizzo di omogeneizzati né la preparazione di pappe per neonati. Ciò non toglie che il bambino debba poter portare alla bocca solo ciò che è realmente sicuro per lui.

Inizio a 5 mesi

Al bebè risulta naturalmente  gradito il sapore dolce tipico del latte. Pertanto, per far sì che si avvicini di buon grado al cibo solido, ì bene “sfruttare” questa sua predilizione, offrendogli dei primi assaggi di frutta grattugiata: a questa età il bimbo non ha ancora i dentini ma le gengive gli consentono di “masticare” agevolmente un pezzetto di frutta come la banana che si scioglie in bocca. Lo stesso vale per la patata e la carota lessa, entrambe dal sapore dolce gradito al bimbo, tipici esempi di finger food, che il piccolo può portare alla bocca facilmente da solo.

Inizio a 6 mesi

I 6 mesi sono il periodo classicamente indicato per lo svezzamento del bambino, che passa gradualmente da un’alimentazione a base di solo latte a una con la presenza dei primi cibi solidi. Questa età può essere quindi a buon diritto riconosciuta ideale anche per l’inizio dell’autosvezzamento. Normalmente, infatti, a 6 mesi il bebè ha imparato a tenere la testa dritta e a stare seduto correttamente nel seggiolone. Inoltre, è “grande” abbastanza per essere naturalmente incuriosito da tutto quello che vede intorno a sé, compreso il contenuto dei piatti di mamma e papà che – lo ripetiamo – deve essere adatto al delicato apparato digerente del bambino.

A  partire da questa età, dunque, si può provare a vedere se il piccolo assaggia e gradisce piccoli pezzi di verdura lessata (come patate, carote, fagiolini, zucchine), pasta tipo pennette o maccheroncini conditi con un filo di olio extravergine di oliva, pezzetti di frutta (banana, mela, pera matura) e di pane, facendo attenzione alla mollica che può attaccarsi alla gola.

Come evitare il soffocamento?

La prevenzione a tavola è fondamentale sempre, ma maggior ragione quando si tratta di bambini piccoli. Ogni volta che si offre del cibo ai bambini, è bene quindi assicurarsi che sia tagliato in modo adeguato per non esporli al rischio di soffocamento. Ecco qualche esempio utile:

  • le carote vanno tagliate alla julienne e non a rondelle
  • l’acino d’uva va tagliato in 4 pezzetti
  • la mozzarella va tagliata in tanti pezzettini. Sono da evitare le mozzarelline
  • il prosciutto va scelto senza grasso, arrotolato e tagliato a pezzettini. Meglio il cotto, che si scioglie in bocca, rispetto al crudo che più filamentoso
  • le ciliegie vanno snocciolate
  • il pomodorino va tagliato in piccole porzioni.

 

 

 

 
 
 

In sintesi

Quali sono i cibi preferibili per l’autosvezzamento?

L’autosvezzamento si contraddistingue proprio per l’assenza di pappe specifiche per neonati, i quali hanno un libero – ma controllato – accesso al cibo dei grandi. Quindi, più che di cibi preferibili per l’autosvezzamento, sarebbe meglio focalizzarsi su quelli che sarebbe meglio evitare di proporre al bambino.

È bene, infatti, evitare alimenti dalla consistenza appiccicosa (come formaggio fuso, caramelle gommose, gnocchi) e dura (frutta a guscio, verdura cruda, confetti, popcorn, caramelle).
Per essere poi certi che il piccolo riesca a ingerire il boccone in tutta sicurezza, si può fare un semplice test: se si riesce a schiacciare il boccone con la lingua sul proprio palato, significa che anche il bambino sarà in grado di farlo con le gengive.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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