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La circonferenza cranica del neonato è un indicatore diretto dello sviluppo cerebrale del piccolo, specialmente nel primo e nel secondo anno di vita, il periodo in cui avviene la crescita massima del cervello.
Ecco perché viene misurata poco dopo la nascita e poi a ogni bilancio di salute e visita dal pediatra. I valori del bambino vengono confrontati con tabelle di riferimento, per capire se è tutto nella norma o ci sono delle anomalie. “In questo caso, potrebbero essere necessari degli approfondimenti diagnostici, per chiarire meglio il quadro e capire se serve intervenire” spiega Leo Venturelli, pediatra di famiglia, responsabile dell’educazione alla salute della SIPPS (Società italiana di pediatria preventiva e sociale).
Perché si misura la circonferenza cranica al neonato
La misura della circonferenza cranica neonato è uno dei controlli fondamentali che vengono effettuati durante i primi anni di vita del bambino. Infatti, permette di valutare la crescita del cervello e lo sviluppo del bambino e di individuare in maniera precoce eventuali anomalie neurologiche e/o fisiche. In genere, la lunghezza del perimetro del cranio viene misurata dal pediatra con un metro flessibile, posizionato sopra le sopracciglia e lungo la parte più prominente della nuca.
“Nei primi due-tre anni di vita questa misurazione, insieme a quella della lunghezza e del peso, viene ripetuta a ogni bilancio di salute, le visite programmate ad età filtro durante le quali il pediatra valuta lo stato di salute generale del piccolo” spiega Leo Venturelli.
Generalmente, nel primo anno di vita il cervello, e di conseguenza il cranio, dei neonati cresce rapidamente. Un aumento troppo lento o troppo veloce della circonferenza cranica può essere il campanello di allarme di problemi neurologici o strutturali. Per questo, la misurazione deve essere ripetuta costantemente nel tempo.
Misure e tabella di riferimento
Per capire se lo sviluppo del cervello e del cranio del bambino sta avvenendo correttamente, il pediatra confronta la lunghezza della sua circonferenza cranica con le curve di crescita standard. Ovviamente, i valori di riferimento variano in base all’età e al sesso del neonato.
- 0 mesi: alla nascita la misura della circonferenza cranica di un bimbo nato a termine è compresa tra 33 cm e 36 cm. Questo valore è considerato il 50° percentile, il che significa che circa il 50% dei neonati ha una circonferenza cranica entro questo range.
- 1-12 mesi: nel primo anno di vita la circonferenza cranica aumenta di circa il 50%, passando da circa 35 cm a 46 cm (con un intervallo fra i 40 e i 48 cm).
- 24 mesi: dopo l’anno l’accrescimento rallenta, ma non si ferma. Intorno ai due anni, la circonferenza media è attorno ai 48 cm.
- 36 mesi: dopo i due anni, la crescita rallenta ulteriormente. I valori medi si collocano fra i 47 cm e i 52 cm.
Di seguito riportiamo una tabella indicativa, basata sulle curve di crescita dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Il cervello dei neonati cresce rapidamente nel primo anno di vita, e il cranio si adatta a questa crescita. Un aumento troppo lento o troppo veloce della circonferenza cranica può essere il primo segnale di problemi neurologici o strutturali come microcefalia o idrocefalo. “Per questo motivo, è fondamentale misurare e monitorare questa grandezza nel tempo, confrontandola con le curve di crescita standard, valutando di pari passo la presenza e le dimensioni delle fontanelle e in particolare della fontanella anteriore o FA: nella microcefalia essa tende a essere ridotta se non assente, mentre con l’idrocefalo la FA tende a essere ampia oltre misura” precisa l’esperto.
Cosa fare in caso di anomalie
Nel caso in cui i valori della testina e della circonferenza cranica del bambino si discostino in modo significativo dalle misure medie oppure varino troppo velocemente o al contrario troppo lentamente nel tempo, il pediatra potrebbe richiedere degli approfondimenti.
Dopo aver valutato la storia clinica personale e famigliare del piccolo, la presenza di eventuali sintomi neurologici e le misure precedenti, potrebbe richiedere un consulto specialistico. Infatti, potrebbero esserci delle anomalie dello sviluppo del cervello o del cranio. “Per chiarire meglio il quadro possono essere utili esami diagnostici come ecografie transfontanellari, risonanza magnetica o test genetici” aggiunge Venturelli. Ecco le principali anomalie che potrebbero manifestarsi proprio con valori atipici della circonferenza cranica.
Microcefalia
La microcefalia è una condizione in cui la circonferenza cranica neonato è molto più piccola rispetto ai valori medi per i bambini della stessa età e sesso, con valori al di sotto del 3° percentile. Può essere presente fin dalla nascita oppure svilupparsi in seguito.
Alla base possono esserci alterazioni genetiche oppure fattori ambientali, come infezioni intrauterine, malnutrizione grave, consumo di droghe e alcol, esposizione a sostanze chimiche della madre durante la gravidanza, altre malattie. La microcefalia può associarsi a un ritardo nello sviluppo cognitivo e motorio, una crescita ridotta, crisi epilettiche, presenza di dismorfismi cranio-facciali. “Non esiste una cura specifica, ma è fondamentale mettere in atto percorsi multidisciplinari di fisioterapia, logopedia, psicomotricità e neuropsichiatria infantile” spiega il pediatra. L’obiettivo è stimolare al massimo le capacità residue del bambino e migliorare la sua qualità di vita.
Macrocefalia
Se nella microcefalia la testa del bambino è molto piccola, nella macrocefalia è molto grande, maggiore della media per sesso ed età, con una circonferenza cranica superiore al 97° percentile. In alcuni casi le dimensioni del cranio sono proporzionate a quelle del resto del corpo, in altri invece sono sproporzionate perché le dimensioni generali sono nella norma. Può dipendere da tante cause diverse, ovvero:
- un accumulo di liquido cerebrospinale (idrocefalo)
- una crescita eccessiva delle ossa del cranio
- un ingrossamento della massa cerebrale
- sindromi genetiche
- infezioni in utero
- difetti congeniti cerebrali
- emorragie
- meningiti
- encefaliti.
Il trattamento dipende dalla causa. Nel caso dell’idrocefalo, per esempio, può essere necessario un intervento chirurgico. In altri casi è sufficiente il monitoraggio clinico. Se la macroencefalia è associata a ritardo psicomotorio e/o linguistico e intellettivo, può essere necessario un supporto riabilitativo multidisciplinare. “Va detto che alcuni neonati presentano una circonferenza cranica al di sopra della media che permane con la crescita, ma senza sintomi né cause patologiche evidenti. Spesso uno dei due genitori presenta la testa grossa, come predisposizione familiare” assicura Venturelli.
Brachicefalia
Si tratta di una deformità cranica del neonato, caratterizzata da un appiattimento della parte posteriore del cranio. Di conseguenza, la testa del bambino è più larga e corta del normale. Spesso, è di origine posizionale, deriva cioè da una posizione della testa mantenuta a lungo durante il sonno e altri periodi di riposo, per esempio nella sdraietta e nel passeggino. Anche una postura schiacciata in utero determina asimmetria cranica. In alcuni casi è dovuta invece ad anomalie genetiche o ad altre malattie. Spesso, la brachicefalia posizionale si risolve spontaneamente o attraverso semplici strategie come riposizionare il bambino ed evitarne di tenerlo a lungo in posizione supina. Talvolta può essere necessario un trattamento con un casco ortopedico su misura.
Plagiocefalia
Detta anche “testa piatta”, la plagiocefalia è una deformazione del cranio caratterizzata dall’appiattimento di una parte della testa, in genere la parte posteriore o laterale. Anche in questo caso, spesso la causa più frequente è il mantenimento per lungo tempo di una stessa posizione della testa del bambino, in utero o successivamente. Nei primi mesi di vita, infatti, il bambino trascorre molte ore disteso sulla schiena generalmente con la testa girata di lato. Per risolvere questa anomalia è bene adottare piccoli accorgimenti, come ruotare delicatamente la testa del piccolo mentre dorme, cambiare la posizione della sua testa durante la giornata e alternare il braccio con cui lo si sostiene durante l’alimentazione. Talvolta possono essere indicati trattamenti osteopatici e/o fisioterapici.
Craniosinostosi
La craniosinostosi è la chiusura prematura di una o più fontanelle, i piccoli spazi aperti nella volta cranica dei bebè. Questa situazione può alterare la forma del cranio e ostacolare la crescita del cervello e della circonferenza cranica. Può essere necessario intervenire chirurgicamente per correggere la forma del cranio e permettere il normale sviluppo del cervello.
Dolicocefalia
È un’altra deformazione cranica caratterizzata da una testa allungata e stretta. Ancora una volta, la colpa può essere dell’assunzione di posizioni preferenziali durante il sonno e la giornata.
Solo in una minoranza di casi dipende da una chiusura anticipata delle fontanelle o da problemi neurologici. Rispetto ad altre deformazioni craniche, come la plagiocefalia, la dolicocefalia è meno evidente e diffusa. Può risolversi spontaneamente o con piccoli accorgimenti, come alternare la posizione della testa del neonato durante il sonno ed evitare di mantenerlo sempre nella stessa posizione. La chiusura anticipata delle fontanelle può richiedere un intervento chirurgico.
In breve