Come riconoscere e curare l’anemia nel neonato

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 16/10/2013 Aggiornato il 16/10/2013

L’anemia è un disturbo abbastanza frequente nei neonati. Si scopre con semplici analisi del sangue e si cura con piccoli accorgimenti

Come riconoscere e curare l’anemia nel neonato

Non è un problema solo dei grandi. L’anemia può colpire anche i bambini, fin dai primissimi mesi di vita. Le mamme non devono temere: non si tratta di un disturbo serio. Con pochi e semplici accorgimenti può essere risolto senza conseguenze.

È la carenza di globuli rossi

Per anemia si intende la carenza, nel sangue, dei globuli rossi e quindi dell’emoglobina (Hb), la molecola in essi contenuta che trasporta l’ossigeno agli organi. La forma più comune di anemia è quella da carenza di ferro. Dalla nascita fino al termine del primo anno, il volume del sangue raddoppia. È normale, quindi, che il livello di ferro in un bimbo di pochi mesi non sia particolarmente elevato. In alcuni casi, però, scende troppo. Può succedere nei bambini allattati esclusivamente al seno fino ai sette-otto mesi: il latte della mamma, infatti, potrebbe non riuscire più a soddisfare il fabbisogno di questo minerale. Anche l’uso del latte vaccino prima dei dodici mesi può causare anemia perché è povero di questo minerale e anche perché impedisce l’assorbimento del ferro apportato da altri alimenti. Nei bambini più grandicelli, l’anemia potrebbe dipendere da un’alimentazione poco bilanciata oppure a base di molto latte.

I campanelli di allarme

I campanelli di allarme di questa condizione sono diversi. Il piccolo può apparire poco vivace, avere scarso appetito, se più grandicello lamentare mal di testa e sentirsi sempre stanco. Inoltre, le unghie e i capelli possono essere più fragili e la mucosa della bocca o gli angoli delle labbra possono irritarsi.

Che cosa fa il pediatra

In presenza di questi segnali è bene che la mamma si rivolga al pediatra. In genere, lo specialista valuta i sintomi presenti, la storia clinica del piccolo e la sua alimentazione. Può quindi prescrivere delle semplici analisi del sangue, come emocromo, sideremia e ferritinemia, che aiutano a stabilire i livelli di ferro e di globuli rossi. Se dagli esami risulta che il piccolo è effettivamente affetto da anemia, il pediatra può suggerire alcuni accorgimenti alimentari. Per esempio, può consigliare di iniziare lo svezzamento se il neonato è ancora allattato al seno oppure di passare al latte di crescita se la mamma usa il latte vaccino. Se ciò non fosse sufficiente, lo specialista può prescrivere integratori di ferro, sotto forma di fiale o di gocce. In genere, tempo qualche mese e l’anemia scompare.

Nei bimbi più grandi

Se il bambino è più grandicello, il medico può indicare quali sono gli alimenti migliori per contrastare l’anemia (la frutta, i legumi, la carne, il pesce, il tuorlo dell’uovo).

 

 

In breve

QUANDO BISOGNA APPROFONDIRE

Se nonostante le cure consigliate dal pediatra, l’anemia non si risolve, è meglio approfondire la situazione. Infatti, il piccolo potrebbe avere problemi di malassorbimento intestinale. 

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