A cura di “La Redazione”Pubblicato il 19/01/2015Aggiornato il 26/01/2015
Già a questa età i genitori possono capire se il piccolo ci sente bene. È fondamentale per lo sviluppo generale e del linguaggio
L’udito merita attenzione verso il settimo-ottavo mese in quanto una percezione alterata dei suoni, e in particolare della voce, comporta nel lungo termine seri problemi allo sviluppo del linguaggio. Il neonato è particolarmente reattivo agli stimoli acustici, cioè ai suoni e ai rumori. È sufficiente, per esempio, il suono di un campanello o il rumore di una porta che sbatte all’improvviso per farlo sobbalzare, mentre la voce dei familiari, in particolare quella della mamma, genera in lui una sensazione piacevole, che manifesta voltando il capo e agitando il corpo. L’osservazione di alcuni semplici comportamenti del bebè è il mezzo più semplice ma efficace attraverso cui i genitori possono capire se il bimbo sente bene. Man mano che il neonato cresce, infatti, aumentano le sue capacità espressive e diventa più semplice per la mamma e per il papà analizzare il suo comportamento: un rumore forte, o viceversa, associato a un particolare momento della giornata si accompagna, di norma, a una risposta riflessa del bebè, che sorride, muove gli occhi verso la sorgente sonora, tenta di muoversi o, se più grandicello, di afferrare qualcosa o ancora di imitare con la voce il suono appena udito.
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