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La Manovra di Ortolani è un test indolore e rapido, che il pediatra esegue nelle prime ore di vita del neonato e che poi ripete al compimento di un mese e durante i controlli successivi di salute nei primi mesi. È utile per capire se il piccolo ha problemi all’articolazione dell’anca, come lussazione congenita o displasia evolutiva.
Come si fa la Manovra di Ortolani
La Manovra di Ortolani è un controllo manuale che costituisce un primo, valido screening per la diagnosi dei problemi dell’anca del bambino. Si esegue in questo modo:
- il medico afferra con delicatezza le gambe del bimbo, facendole piegare e mantenendo il ginocchio nell’incavo tra pollice e indice, con l’indice lungo la coscia
- a questo punto, fa compiere alle gambe un giro completo dall’interno verso l’esterno. Se, durante la manovra, lo specialista avverte una sorta di scatto alla base delle gambe, può pensare che esista un problema all’anca
- in questo caso, il piccolo viene sottoposto ad un’ecografia, per verificare se davvero l’articolazione tra bacino e femore non è completa
Altri controlli ortopedici alla nascita
Alla Manovra di Ortolani si accompagna un più ampio esame ortopedico e obiettivo, in cui il neonatologo verifica la mobilità articolare complessiva e l’asimmetria degli arti e delle pieghe di glutei e inguine.
Inoltre, viene eseguita la Manovra di Barlow, che si esegue nel verso opposto rispetto alla Manovra di Ortolani, tanto che spesso di parla di Manovra di Ortolani-Barlow.
Si parte con le cosce del piccolo piegate in abduzione, ossia in massima apertura, effettuando una leggera e progressiva adduzione, in cui si fa compiere in giro all’interno. Anche in questo caso, in presenza di problemi dell’anca, si potrebbe avvertire una sensazione di “scatto” dovuta alla fuoriuscita della testa del femore.
Problemi dell’anca nel neonato, il parere della dottoressa Elena Bozzola
La displasia evolutiva dell’anca o Ddh (Developmental Dysplasia of the Hip) è un difetto dell’articolazione coxo-femorale che riguarda più o meno uno o due bambini su mille, con una lieve prevalenza per il sesso femminile. “La displasia evolutiva dell’anca è la più frequente anomalia congenita dell’apparato muscolo-scheletrico del neonato” esordisce la dottoressa Elena Bozzola, Associazione Il Bambino e il suo Pediatra Onlus. “Se non viene curata precocemente, può causare artrosi precoce dell’anca e, nelle forme più serie, la comparsa di zoppia con limitazioni funzionali già quando il bambino impara a camminare. Ecco perché è importante una diagnosi precoce”. Si tratta di un’anomalia dello sviluppo dell’anca, in cui la testa del femore (l’osso della coscia) non si inserisce correttamente nell’acetabolo, la cavità dell’anca che lo accoglie.
La displasia evolutiva dell’anca è dovuta al fatto che l’acetabolo non è concavo come dovrebbe, ma leggermente appiattito, quindi non accoglie la testa del femore in modo stabile e adeguato. In presenza di questo difetto, inoltre, i legamenti che assicurano l’ancoraggio della testa del femore nell’acetabolo sono più lunghi della media e questo non garantisce una sufficiente stabilità all’articolazione.
La displasia tende a presentarsi nel 60% dei casi a sinistra, nel 10% a destra e nella restante percentuale colpisce da entrambi i lati.
Chi è più soggetto alla displasia dell’anca
La displasia evolutiva dell’anca si presenta più spesso:
- quando il feto è piuttosto voluminoso rispetto al bacino materno
- se il bambino si presenta in posizione podalica, ossia con i piedi rivolti verso il canale del parto
- nei bambini le cui gravidanze hanno avuto poco liquido amniotico, fatto che impedisce i movimenti che favoriscono un corretto sviluppo osteo-articolare
- nei bambini che hanno un genitore o un parente stretto con il medesimo problema
Tre tipi di difetti dell’anca
A seconda del livello di serietà della displasia dell’anca, si parla di tre tipi di problemi:
- la lussazione dell’anca, quando la testa del femore è completamente fuori dall’acetabolo, ossia la cavità articolare
- l’anca lussabile, quando la testa del femore è collocata nell’acetabolo, ma ne esce se il pediatra effettua la Manovra di Ortolani durante la visita medica
- l’anca sub-lussabile, quando la testa del femore è mobile nella cavità dell’acetabolo e durante la visita medica si muove nell’articolazione senza però uscirne
Manovra di Ortolani Positiva
Se l’ecografia dà esito positivo, è necessario sottoporre il bambino all’ecografia dell’anca per confermare la diagnosi. Se l’esame conferma la presenza della displasia, è necessario seguire attentamente le indicazioni mediche per favorire il corretto sviluppo dell’articolazione coxo-femorale.
Manovra di Ortolani Negativa
Anche se l’esito della prova è negativo il pediatra può suggerire di eseguire l’ecografia delle anche, specialmente nel caso in cui il bambino presenti fattori di rischio, come posizione podalica a fine gravidanza o se in famiglia altri parenti stretti (mamma, papà, fratelli) nelle prima infanzia avevano avuto problemi di displasia.
Diagnosi displasia dell’anca
Alcune Società scientifiche raccomandano di sottoporre ogni bambino all’esame ecografico nel secondo mese di vita del bambino, intorno alla sesta settimana. “È importante eseguire l’ecografia precocemente in caso di fattori di rischio o in caso il pediatra abbia il sospetto che il bambino abbia una anomalia all’anca dopo la visita”, aggiunge la pediatra. “Quando non sono presenti fattori di rischio per la lussazione dell’anca, è meglio non anticipare troppo l’ecografia poiché esistono dei normali ritardi di maturazione dell’articolazione dell’anca. Il rischio è di doverla ripetere perché l’anca viene classificata come immatura”.
L’ecografia può essere eseguita in qualsiasi momento della giornata, anche dopo la poppata. Il piccolo viene sdraiato sul lettino e tenuto dalla mamma o dal personale, mentre l’operatore applica nella zona delle anche una piccola quantità di gel trasparente, assolutamente innocuo.
Come l’ecografia rileva problemi all’anca
Gli ultrasuoni, diretti in corrispondenza delle due articolazioni delle anche, raggiungono i tessuti articolari (ossa, cartilagini, tendini e legamenti) e vengono in parte assorbiti, in parte rimbalzati dai tessuti a seconda della loro consistenza.
Riescono quindi a mettere in evidenza eventuali anomalie strutturali e funzionali dell’articolazione, individuano la presenza di una eventuale displasia dell’anca e ne definiscono il grado oppure escludono qualsiasi problema. L’esame è del tutto indolore e innocuo per il bambino. “Gli studi che hanno confrontato i risultati dell’esame clinico con quello ecografico hanno dimostrato che gli ultrasuoni sono dotati di maggiore “sensibilità” per individuare tutti i bambini affetti da displasia dell’anca. In altre parole, un esame clinico normale non può assicurare al 100% che non ci siano problemi all’anca. Per questo, può essere opportuno eseguire l’ecografia” prosegue la dottoressa Bozzola.
Come si interviene per la displasia dell’anca
La cura della displasia congenita dell’anca varia secondo l’età e il grado della condizione. Può essere sufficiente, nei casi meno seri, indossare un doppio pannolino per tenere le gambe divaricate, oppure il medico può suggerire un apposito tutore o divaricatore.
Nei casi più complessi o quando la diagnosi è tardiva, dopo i 6 mesi di vita, potrebbe essere consigliato un gesso correttivo. Solo nei casi più seri si esegue l’intervento chirurgico. Se infatti i problemi dell’anca vengono trascurati, si possono verificare nel tempo problemi alla deambulazione e dolore che limitano i movimenti. Inoltre questa caratteristica provoca forme di artrosi anche in età giovanile, che obbligano a sottoporsi a interventi di protesi del femore.
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In breve
Dopo la nascita del bambino, il pediatra esegue la Manovra di Ortolani, che consiste nel far compiere una rotazione delle gambe sull’articolazione dell’anca. In questo modo è possibile escludere o sospettare problemi alle anche stesse.
Fonti / Bibliografia
- Displasia congenita o lussazione dell'anca - Ospedale Pediatrico Bambino GesùSi tratta di un'anomalia dello sviluppo dell'anca che determina un rapporto articolare non stabile tra la testa del femore e l'acetabolo. È più diffusa nelle femmine
- Ecografia delle anche ai neonati: quando farla e come prepararsi | News | Policlinico di Milano