Come fare il primo bagnetto al neonato dopo la caduta del cordone ombelicale

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 04/02/2025 Aggiornato il 04/02/2025

Pochi semplici gesti in sicurezza, con i prodotti giusti e con calma sono la formula perfetta per un momento di coccole che aiuta a rinsaldare la relazione tra il neonato e chi lo accudisce.

primo bagnetto neonato

Il bagnetto è prima di tutto un gesto di pulizia, ma anche di benessere per il neonato, di coccole e di contatto, un momento prezioso per potenziare la relazione tra i genitori e il piccolo. In genere lo si programma quando il moncone è caduto, 10-15 giorni dopo la nascita, ma nulla vieta di farlo anche prima, con le giuste avvertenze.

Anche se sono tanti i dubbi delle neonamme in merito ma non esiste un momento ideale e neppure la giusta frequenza per il bagnetto, ma è importante procedere sempre con molta attenzione perché il piccolo non inali acqua, non si spaventi, non si scotti oppure non si raffreddi. Serve prendersi il giusto tempo, procedere senza fretta, preparare con cura l’ambiente ricordando che per la pelle delicata del piccolo servono detergenti specifici, delicati e rispettosi, da usare in minima dose prevedendo poi un’accurata asciugatura.

Quante volte a settimana lavare un neonato

Come per molti altri gesti che riguardano il neonato, anche per il bagnetto non esiste una frequenza fissa in cui programmarlo. La scelta se farlo tutti i giorni, a giorni alterni oppure una volta la settimana, ma non meno, dipende da come reagisce il neonato e anche dalla disponibilità dei genitori.

Senza dimenticare la stagionalità: in estate il bagnetto quotidiano può essere un piacevole momento di freschezza, vista anche la maggior sudorazione mentre in inverno si può diradare la frequenza per via del freddo. Importante quando si fa il bagnetto è osservare sempre la reazione del piccolo: se l’immersione risulta poco gradita bisognerebbe innanzitutto provare a cercare di capire le ragioni del disagio che possono andare dal momento della giornata in cui si la si programma alla temperatura dell’acqua.

In questi casi è bene non accanirsi a voler fare il bagnetto tutti i giorni ma diradare la frequenza tenendo conto che non dovrebbero mai passare più di 6/7 giorni tra un’immersione e la successiva.

Quando è meglio fare il bagnetto

Come per la frequenza, anche per la scelta del momento in cui programmare il bagnetto non esiste una regola fissa. Qui di seguito qualche consiglio:

  • contrariamente a quanto si crede non è necessario fare il bagnetto prima della poppata. Anzi, si rischia che un neonato affamato non gradisca in nessun modo l’immersione.
  • il bagnetto fatto di sera, prima di dormire, rilassa e concilia il sonno del piccolo
  • al di là del momento in cui si decide di lavare il neonato, quello che conta è prendersi il giusto tempo: meglio programmare un bagnetto in meno che fare un’immersione frettolosa e distratta. Il bagnetto dovrebbe infatti essere sempre inteso come un momento di coccola, di relax e di benessere sia per il piccolo che per i genitori: importante quindi non trasformarlo in un appuntamento obbligato, da sbrigare il più in fretta possibile.

Dove fare il bagnetto

La vasca da bagno non è indicata per lavare il bebè: oltre ad essere troppo grande e presentare il rischio che il piccolo scivoli, viene usata da tutti in famiglia e andrebbe quindi lavata con cura prima del bagnetto del neonato. Senza contare il dispendio di acqua necessaria a riempirla quanto serve per lavare il piccolo. Meglio fare il bagnetto nell’apposita vaschetta in materiale plastico che ha le misure adatte, è più comoda, più sicura e facile da lavare dopo averla usata. Importante è fare sempre attenzione a dove la si appoggia evitando piani poco stabili da cui potrebbe cadere. 

Il primo bagnetto del neonato: quando e come farlo

Anche l’ambiente in cui si fa il bagnetto va preparato con cura: innanzitutto occorre avere a portata di mano tutto quanto occorre per evitare di lasciare solo il bebè nella vaschetta, sia pur per un attimo. Potrebbe infatti inalare acqua spruzzata, scivolare e farsi male e in casi estremi annegare, persino in poca acqua.

La temperatura della stanza non dovrebbe mai scendere sotto i 22° C, in modo che il bebè non prenda freddo quando è nudo. Nelle stagioni intermedie quando non c’è riscaldamento e nelle stanze particolarmente fredde si può riscaldare prima l’ambiente con una stufetta, evitando però di lasciarla accesa durante l’immersione perché l’aria potrebbe diventare troppo secca e infastidire il piccolo.

Da ultimo va controllata la temperatura dell’acqua che dovrebbe essere intorno ai 37°, un po’ più fresca in estate, un po’ più calda in inverno. Le prime volte usare un termometro da bagno può essere utile e rassicurante: poi, una volta diventati più confidenti, si può provare la temperatura dell’acqua prima di immergere il piccolo con il gomito (non con la mano che in genere è abituata a sopportare temperature alte). Se la vaschetta viene tenuta nella vasca grande, è bene non aprire mai il rubinetto quando il piccolo è immerso: potrebbe scottarsi con acqua troppo calda o prendere freddo con acqua corrente fredda.

Come procedere

Con un po’ di pratica, il bagnetto diventa un gesto semplice. In ogni caso è bene procedere sempre con attenzione. Qui di seguito tutti i passaggi:

  • immergere il piccolo gradualmente in acqua, tenendolo in modo saldo e appoggiando il dorso e la testa sul proprio avambraccio dal momento che non è ancora in grado di mantenere eretta la testa
  • iniziare a detergere la testa e il viso con una spugnetta morbida, facendo attenzione a non far colare l’acqua negli occhi perché il bebè potrebbe infastidirsi, per poi passare al corpo
  • tenendo sempre il piccolo ben fermo, girarlo con l’aiuto dell’avambraccio per lavargli la schiena e il sederino.

Non è necessario prolungare eccessivamente il bagnetto, mantenendosi sui cinque minuti di immersione. La durata può comunque variare in base alla reazione del piccolo e alla stagione visto che restare immersi quando fa caldo è sicuramente più piacevole di farlo in inverno.

In ogni caso anche se il bebè gradisce è bene non superare i dieci minuti di immersione per evitare che la cute delicata del bebè si impoverisca eccessivamente. Al di là del tempo, è comunque importante che il rituale della pulizia preveda gesti lenti e ben studiati: il bagnetto, infatti, non serve solo a lavare il bebè, ma rappresenta un momento privilegiato di contatto con i genitori che aiuta a rinforzare la relazione e stimola lo sviluppo sensoriale del piccolo.

L’asciugatura finale è un momento a cui prestare particolare cura. Serve una salvietta morbida che va usata per tamponare la pelle, senza strofinarla con vigore perché, essendo molto delicata, potrebbe irritarsi e arrossarsi provocando fastidio al bebè.

Con l’asciugatura è bene insistere nelle pieghe della cute che non andrebbero mai lasciate umide così da evitare che la pelle si maceri provocando prurito e fastidio, oltre a diventare terreno fertile per la proliferazione di germi, causa di irritazioni. Per asciugare l’orecchio si può usare un fazzoletto da passare solo nel padiglione e mai all’interno del condotto auricolare.

I detergenti da usare

La pelle del bebè è particolarmente fragile perché non ha ancora sviluppato le difese contro le aggressioni esterne. Il film idrolipidico, la pellicola di acqua e sebo che protegge la cute, è quasi del tutto assente e questo fa sì che sia facile per la pelle disidratarsi e irritarsi.

Un piccolo che nasce a termine inoltre tende ad avere l’epidermide molto secca che si spella: il bagnetto rischia così di diventare un momento critico soprattutto se non si impiega un detergente con precise caratteristiche:

  • deve essere formulato esclusivamente per la detersione del bebè. In gel, in fluido oppure in olio, ha una composizione e un pH adatto alla delicatezza della cute del neonato. Niente detergenti per adulti, invece, neppure se sono delicati perché potrebbero risultare comunque poco adatti alla cute di un bebè.
  • non va mai usato in dose eccessiva. Ne basta poco, da aggiungere preferibilmente nella vaschetta oppure da mettere direttamente su una spugna soffice o su una manopola.
  • va sciacquato passando sul bebè una spugna inumidita con acqua alla giusta temperatura che si può tenere in una bacinella vicino alla vaschetta.

La pelle del neonato non ha bisogno di particolare idratazione: le creme, sempre in formule specifiche per bebè, si possono applicare dopo il bagnetto, quindi, solo se la cute è secca e sempre dopo aver chiesto il parere al pediatra. Dopo l’immersione e l’asciugatura si può usare invece un olio specifico per bebè per regalare al piccolo un delicato massaggio che rappresenta un momento privilegiato di contatto, prezioso per sviluppare un rapporto di attaccamento tra il neonato e chi lo accudisce.

 Si può fare il bagnetto con il moncone? 

I genitori tendono a programmare il primo bagnetto dopo la caduta del moncone, che avviene in genere attorno ai 10-15 giorni dalla nascita, in modo che la pratica sia più serena e rassicurante. In realtà non ci sono particolari controindicazioni al lavare il neonato appena tornato a casa, quando ancora ha il moncone. Occorre solo avere qualche attenzione in più.

Per non correre infatti il rischio che la zona si infetti è importante non prolungare eccessivamente l’immersione e soprattutto asciugare con molta cura l’area del moncone in modo che non resti nessuna traccia di umidità che può favorire la proliferazione di germi e batteri.

In ogni caso se si preferisce aspettare la caduta del moncone per la prima immersione completa, nel frattempo si può lavare il bebè “a pezzi”: prima la parte superiore, la testa, il viso, il tronco, le manine, senza togliere il pannolino per scongiurare una pipì sul più bello, per passare poi alle zone intime e alle gambe, evitando di toccare con l’acqua l’area del moncone alla quale riservare solo la medicazione.

 

In breve

Il bagnetto è un gesto di pulizia ma è anche un appuntamento privilegiato di contatto, utile per rinforzare il legame tra il neonato e chi lo accudisce e per favorire lo sviluppo sensoriale del piccolo. Lo si prevede in genere dopo la caduta del moncone, ma lo si può fare anche prima, con le dovute attenzioni. Si fa nell’apposita vaschetta, controllando la temperatura dell’acqua, usando solo detergenti specifici per bebè e prevedendo sempre un’accurata asciugatura.

 

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