Il pianto del bambino: che cosa significa?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 08/02/2013 Aggiornato il 08/02/2013

Alla nascita il pianto del bambino è il suo primo segnale di vita e per alcuni mesi sarà anche la sua principale forma di comunicazione con il mondo esterno 

Il pianto del bambino: che cosa significa?

Finché è tranquillo, sonnecchiante o sorridente tutto bene: ma non appena il piccolo comincia a piangere

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a neomamma può andare in crisi: teme per la sua salute o si colpevolizza perché non riesce a calmarlo. In realtà, il pianto del bambino è una forma di espressione vitale e naturale per il piccolo: sin dalla nascita è l’unico modo che ha a disposizione per comunicare al mondo esterno come sta, quali sono i suoi desideri o i suoi disagi. Inoltre, spesso è anche un modo per scaricare la tensione e l’energia accumulata nel corso della giornata.

Quanto piange

In media, il pianto del bambino è così caratterizzato:

– 1 ora e tre quarti nelle prime 2 settimane di vita,
– 2 ore e tre quarti  dalla seconda settimana a un mese,
– 2 ore – 2 ore e tre quarti durante il secondo mese,
– 1 – 2 ore dal secondo al terzo mese di vita.

Cause e rimedi

Ci sono comunque alcuni elementi che aiutano a comprendere le ragioni del pianto del bambino. Ecco qualche esempio.

Ha fame o sete

È un pianto piuttosto vigoroso che tende ad aumentare sempre di più fino a divenire “prepotente” se il bebè non viene soddisfatto. Se preso in braccio il bambino non si calma ma ruota la testa verso il seno, oppure tenta di succhiare qualcosa (le manine o il lenzuolino). È bene soddisfare la richiesta di latte del piccolo soprattutto nei primi mesi di vita senza troppa rigidità negli orari.

Ha mal di pancia

Le coliche gassose sono tra le cause principali del pianto del neonato a partire dalle prime settimane di vita fino ai 3-4 mesi. Il pianto è immediato e vivace. Il bambino diventa rosso in viso, tira le gambe, si irrigidisce, si contorce e piange senza sosta. Può essere utile prenderlo in braccio e tenerlo a pancia in giù per cullarlo oppure tenerlo disteso contro la propria pancia, cullandolo. Utile anche il massaggio al pancino, che va fatto intorno all’ombelico, in senso orario.

Ha caldo, freddo o è infastidito

Il pianto per stress da stimoli (luce intensa, rumori forti, freddo) scoppia all’improvviso e in maniera vigorosa. Se, invece, il bebè ha caldo, il pianto è flebile. Per farlo smettere, basta eliminare le cause che gli provocano disagio.

Vuole le coccole

È un pianto lamentoso che può diventare fragoroso se non ascoltato, ma appena preso in braccio il piccolo si calma. Niente timori di vizi o di bambini tiranni: un bambino coccolato, amato, che riceve  risposte alle sue richieste sarà un adulto più sicuro di sé ed equilibrato. Quindi, è bene prendere in braccio e coccolare il bambino quando lo richiede. 

In breve

perché piange sempre?

Molte mamme entrano in crisi quando il loro bebè comincia a piangere perché non sanno come interpretare questo segnale. Di norma, il neonato piange perché ha fame o sete, ha una colica gassosa, caldo oppure freddo o è infastidito da qualcosa o semplicemente vuole le coccole. Con il tempo per la neomamma diventa più semplice,  in base al tipo di pianto, capire qual è l’esigenza del piccolo.

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