Dolore denti neonato: rimedi, quanto dura e come fare?

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 29/06/2022 Aggiornato il 30/06/2022

Lo sviluppo della dentizione può causare diversi fastidi al neonato: non è il caso di preoccuparsi. È importante, però, che i genitori sappiano riconoscere il dolore ai denti del neonato e che siano in grado di porvi rimedio nel modo più appropriato

neonato con dolore ai denti

Lo sviluppo dei denti del neonato, sia di quelli da latte (decidui) sia di quelli permanenti, comincia quando il bebè si trova ancora nel pancione. Verso la fine del secondo mese di gravidanza avviene, infatti, la formazione di quattro lamine dentali che si sviluppano nelle ossa della mascella e della mandibola. In ogni lamina si formano cinque sporgenze, da cui deriveranno i denti da latte (che sono appunto venti: dieci nell’arcata superiore e dieci in quella inferiore), quelli cioè destinati a cadere per essere poi sostituiti dai denti definitivi.

A partire dal quarto mese di gravidanza inizia la formazione di un’altra serie di abbozzi nella lamina dentale, che si completa nei primi mesi di vita del neonato, da cui deriveranno i 32 denti permanenti.

Alla nascita il  bebè presenta tutti i dentini all’interno della mascella e della mandibola, anche se non è ancora possibile vederli. La loro formazione, infatti, termina con la calcificazione, ossia con il deposito di calcio: si tratta di un processo molto lento che si completa solo dopo l’eruzione del dente stesso.

Come capire quando spuntano i primi dentini?

L’eruzione dei primi dentini non è uguale in tutti i bambini. Di solito i denti decidui cominciano a spuntare verso il sesto mese di vita, ma è un’indicazione soggettiva. In alcuni piccoli, infatti, questa tappa può essere anticipata anche di un paio di mesi, mentre in altri può ritardare di due o più.

Non cambia, invece, di norma l’ordine con cui spuntano i dentini. I primi a comparire sono i due incisivi mediali inferiori, seguiti, a intervalli più o meno regolari, da tutti gli altri secondo questo schema:

  • gli incisivi centrali superiori tra i 7 e il 9 mesi;
  •  gli incisivi laterali superiori tra gli 8 e i 10 mesi;
  •  gli incisivi laterali inferiori tra i 10 e i 12 mesi;
  •  i primi molari tra i 12 e i 18 mesi;
  •  i canini tra i 18 e i 24 mesi;
  •  i secondi molari tra i 24 e i 30 mesi.

A circa due anni la dentatura decidua è completa; questi dentini vengono mantenuti fino a sei anni circa, quando cominciano a cadere per lasciare lo spazio ai denti permanenti. 

Quando iniziano a far male le gengive al neonato?

L’eruzione dei denti non è sempre legata a manifestazioni dolorose, anche se, a volte, può essere la causa di qualche disturbo. Il più frequente, e pressoché inevitabile, è legato all’infiammazione delle gengive, che diventano dure e dolenti. È possibile, però, che a questo disturbo se ne associno altri. Vediamo quali sono e come comportarsi per alleviare gli eventuali fastidi al bebè.

Le gengive infiammate sono il segnale più caratteristico della dentizione: sotto la spinta del dentino che erompe, le gengive si infiammano e fanno male. È facile accorgersene perché  il neonato porta per istinto gli oggetti alla bocca e cerca di morderli, nel tentativo di lenire il dolore. È possibile offrire al piccolo gli appositi anelli, dopo averli raffreddati in frigorifero o nel freezer. Mordendoli, il piccolo esercita un benefico massaggio sulle gengive irritate; inoltre, il freddo svolge un’efficace azione anestetica che contribuisce ad alleviare il dolore.

Quando spuntano i primi dentini sintomi?

L’eruzione dei primi dentini può provocare, a volte, nel piccolo un rialzo della temperatura. Non è una vera e propria febbre. La temperatura tende piuttosto a subire sbalzi improvvisi nell’arco della giornata, anche con una certa frequenza.

Se si tratta di una lieve alterazione non è il caso di preoccuparsi, in quanto, di solito, la temperatura tende a normalizzarsi nel giro di qualche giorno. Se, invece, la febbre non accenna a diminuire, occorre chiamare il pediatra, perché potrebbe essere il segnale di un altro disturbo non legato all’eruzione dei dentini.

La diarrea è molto meno associata alla dentizione di quanto comunemente si creda. Può capitare, tuttavia, che questo disturbo colpisca il bambino in concomitanza con l’eruzione dei primi dentini. In questo caso si tratta di un fenomeno passeggero. È sufficiente, perciò, dare da bere spesso al piccolo per reintegrare i liquidi persi e dargli da mangiare cibi dall’effetto astringente, come la crema di carote o la mela grattugiata. Se la diarrea persiste, occorre chiamare il pediatra, perché potrebbe segnalare un disturbo gastrointestinale.

In ogni caso l’infiammazione alle gengive ed, eventualmente, la febbre o la diarrea possono rendere il bambino facilmente irritabile. Questo nervosismo può manifestarsi in diversi modi: il bebè può piangere, fare fatica ad addormentarsi oppure svegliarsi spesso di notte.

Quanto dura nei neonati il fastidio della dentizione?

In genere questi inconvenienti si risolvono definitivamente con la comparsa dei primi quattro molari. Fino ad allora, però, il piccolo potrebbe continuare a essere agitato e capriccioso. È inutile arrabbiarsi; conviene invece avere tanta pazienza e coccolarlo dolcemente.

Come aiutare il neonato con le gengive?
  • Lavare spesso le manine del piccolo con acqua fresca corrente, per evitare che, portandole alla bocca, possano trasmettere i germi nocivi, causa delle infezioni.
  • Sterilizzare sempre i giochini refrigeranti prima di darli al bebè. Se non perfettamente puliti, possono, infatti, trasmettere i germi causa di infezioni.
  • Dargli un pezzetto di pane da mordere dal sesto-settimo mese, evitando, però, la mollica. Questo semplice rimedio risulta molto efficace, in quanto svolge un’azione anestetizzante simile a quella prodotta dai giochini di gomma.
  • Spalmare il miele rosato sulle gengive del bebè praticando con un lieve massaggio con il dito: serve ad alleviare il fastidio.

 

 

 

 

 
 
 

In sintesi

Quanto dura il dolore per i primi dentini?

La comparsa dei primi dentini è di solito accompagnata da qualche fastidio per il piccolo e da molta ansia da parte dei genitori. Si tratta, però, di una tappa fondamentale e inevitabile per lo sviluppo del bambino e non è il caso di allarmarsi: i disturbi si risolveranno spontaneamente. È possibile, però, alleviare il fastidio al piccolo offrendogli da mordere gli appositi giochini e massaggiandogli delicatamente le gengive irritate.

 

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Dubbi sulla paternità: si può risalire al giorno del concepimento?

02/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Stabilire quale rapporto sessuale tra quelli affrontati in uno stesso mese abbia determinato il concepimento sarebbe un azzardo. Solo lo specifico test, eseguito in laboratorio, può indicare con certezza l'identità paterna.   »

Bimbo di 5 anni che respinge la mamma: colpa della crisi che stanno attraversando i genitori?

02/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Francesca Simion

Leggi anche:  »

Inofolic o Chirofert per favorire l’ovulazione?

02/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Gli integratori che migliorano l'attività delle ovaie hanno tutti un effetto interessante, tuttavia è sempre consigliabile non assumerli di propria iniziativa ma sempre e solo su indicazione del ginecologo curante, al quale spetta stabilire quando davvero servono.   »

A sei settimane messa a riposo a letto per 20 giorni per via di un distacco

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

I "distacchi" a inizio della gravidanza sono comuni e, soprattutto se viene già rilevata l'attività cardiaca dell'embrione, non impediscono la buona evoluzione della gravidanza. Il riposo a letto è ininfluente nel bene e nel male.   »

Fai la tua domanda agli specialisti