Doppia pesata del neonato: cos’è e perché non farla

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 06/05/2024 Aggiornato il 06/05/2024

Pesare il neonato prima e dopo la poppata non si dovrebbe fare perché rischia solo di provocare uno stress da bilancia che genera ansia nella neomamma.

Doppia pesata del neonato: cos’è e perché non farla

Pesare il neonato prima e dopo la poppata. Si intende questo quando si parla di doppia pesata. Un gesto che, se tempo fa era consigliato, oggi viene del tutto osteggiato dalla comunità scientifica. Perché la doppia pesata di per sé non garantisce che il piccolo abbia mangiato a sufficienza. Sono infatti altri i segnali, dal progressivo aumento di peso al sonno sereno, che permettono di capire se il bebè ha ricevuto dal seno materno il nutrimento corretto per qualità e quantità. Oltre a non essere funzionale, quindi, e a non avere alcuna validità scientifica, la doppia pesata finisce solo per essere uno stress per la mamma che, qualora abbia già qualche difficoltà all’allattamento, trova in timori e preoccupazioni un’ulteriore sollecitazione ad abbandonare le poppate.

Perché evitare di pesare il bambino prima e dopo i pasti

Uno dei dubbi più frequenti che colgono le neomamme riguarda il fatto che il piccolo mangi il giusto quantitativo di latte con l’allattamento al seno.Una preoccupazione più che legittima, soprattutto nella fase iniziale dell’allattamento, dal momento che la madre si percepisce come l’unica responsabile della nutrizione e quindi della salute del bambino. E’ proprio questo senso di insicurezza che indirizza a volte verso una pratica vecchia e ormai desueta come quella della doppia pesata. Fino a non molto tempo fa, infatti, si suggeriva di pesare il bebè prima della poppata e dopo la poppata per sapere con sicurezza quanti ml di latte avesse assunto dal seno materno. Perché non serve farlo?

  • Non ha alcuna validità scientifica. La comunità scientifica è del tutto concorde oggi nell’affermare che tale procedimento non ha nessun fondamento e rischia di risultare più dannoso che benefico, almeno per quanto riguarda la mamma. I pediatri della SIPPS, Società italiana di pediatria preventiva e sociale, in un documento dal titolo “Guida alla famiglia da 0 a 6 anni”, ritengono che sia del tutto comune per le mamme chiedersi se il piccolo mangi a sufficienza per avere ciò che gli serve per crescere. E che di conseguenza sia del tutto legittimo cedere alla tentazione di controllare quanto il piccolo ha mangiato ricorrendo alla doppia pesata, prima e dopo la poppata. Ma per i pediatri della SIPPS, “se eseguita occasionalmente la doppia pesata è inutile perché la quantità di latte può oscillare considerevolmente da una poppata all’altra». Non esiste infatti una poppata che sia uguale all’altra. «Un neonato può mangiare di più o di meno in base al momento della giornata, alla condizione in cui si trova, al modo con cui si attacca al seno e per mille altre diverse ragioni che confermano quindi come la doppia poppata non sia un parametro attendibile per sapere se un piccolo abbia mangiato a sufficienza o meno» precisa Grazia De Fiore, consulente professionale in allattamento IBCLC (International Board Certified Lactation Consultant) dal 2002, autrice del libro “Svezzamento e Allattamento” (Coleman Editore). «Ci sono poppate più vigorose e altre caratterizzate da ritmi più lenti e blandi e questa variabilità si riscontra anche all’interno della stessa giornata: pesare il piccolo prima e dopo il pasto non fornisce quindi un dato significativo»
  • Genera ansia nella madre. Sempre per i pediatri SIPPS «se eseguita a ogni pasto la doppia pesata può scatenare un’ansia da controllo che diventa una vera ossessione e aumenta l’insicurezza e i timori, questi sì davvero controproducenti quando si allatta». Sentendosi del tutto responsabile della nutrizione, della crescita e della salute del neonato, la mamma entra infatti in una condizione di stress che mal si concilia con l’allattamento: la produzione di ossitocina, l’ormone che supporta la produzione di latte, avviene infatti quando la donna è in una situazione di tranquillità. «Ancora una volta torna il concetto che un buon allattamento è frutto anche del clima di serenità e di supporto che si crea attorno alla mamma» conferma l’esperta. «E la doppia pesata, con l’impegno di tempo non indifferente ma soprattutto con il carico di ansia che comporta davanti alla bilancia, rema di certo contro questa serenità».

 

Come regolarsi con le poppate

La doppia pesata quindi ha valore nullo. Ciò che conta infatti, e sono sempre i pediatri SIPPS a confermarlo, non è quanto il piccolo mangia, ma come cresce. «La bilancia diventa allora importante per verificare la crescita settimanale» affermano «ma a confermarlo deve essere il pediatra, durante le visite periodiche di controllo, dando alle mamme la certezza che la crescita del piccolo sia regolare e che il loro latte sia ottimo». La doppia pesata, quindi, non serve quando si tratta di capire se il piccolo ha ricevuto il latte nella giusta quantità per crescere. «Quando si allatta dal seno non è così importante conoscere la precisa quantità di latte assunto dal bambino; ciò che è essenziale è riconoscere i segni che mostrano che il bambino si è nutrito a sufficienza» precisa l’esperta. Se il bambino si attacca e cresce bene, mostra, infatti, diversi segnali che danno alla mamma il senso chiaro della sua sazietà.

  • La mamma sente il bambino deglutire durante le poppate
  • Il bambino bagna i pannolini correttamente per la sua età (6 pannolini al giorno, dopo sei giorni di vita)
  • Le poppate sono 8 o più al giorno come suggerito dall’allattamento a richiesta
  • Il piccolo riposa sereno dopo la poppata.
  • Il bebè comincia a prendere peso. La conferma arriva dalla pesata del pediatra durante la visita di controllo, ma lo si può verificare direttamente perché diventa necessario cambiare la taglia della tutina o di altri indumenti.

Evitare lo stress della bilancia

La doppia pesata comporta un dispendio di energie sia fisiche sia psicologiche che non giovano di certo al benessere della mamma, già messo a dura prova dai cambiamenti significativi legati alla nascita e di riflesso non giova neppure alla serenità del neonato. La bilancia non è quindi uno strumento utile (come lo è invece quella del pediatra), bensì una sorta di nemico dal quale guardarsi. Non aiuta a capire se il piccolo sta crescendo bene e neppure a sapere come sta andando l’allattamento. Non ci si può infatti focalizzare su un singolo momento, cioè su una singola poppata, per monitorare la crescita che va invece verificata dallo specialista su una base di parametri che non sono solo la quantità di latte assunto. Il consiglio dei pediatri e di chi professionalmente si occupa di allattamento è quindi solo uno: osservare meno l’ago della bilancia, o addirittura dimenticarlo del tutto, e osservare di più il bambino. Paradossalmente infatti la doppia pesata, che non fa altro che generare ansia da prestazione nella mamma, potrebbe risultare fuorviante: se la bilancia mostra un dato rassicurante, ammesso che esistano tabelle generiche a cui riferirsi, la mamma potrebbe non prendere in considerazione il fatto che un neonato si mostri comunque irrequieto dopo la poppata, insoddisfatto, agitato. Questi dati, più che il peso rilevato, sono importanti e devono essere comunicati al pediatra perché possa indagare le ragioni del malessere del piccolo. Va sempre tenuto presente, infatti, che la salute e il benessere del neonato e del bambino non si misurano in grammi, millilitri, centimetri o percentili: le variabili che entrano in gioco nello sviluppo sono moltissime e solo il pediatra può dare una corretta valutazione delle curve di crescita prendendo in considerazione diversi fattori.

 
 
 

In breve

Non c’è nessuna ragione per fare la doppia pesata. Da un lato infatti questa pratica non ha validità scientifica, dall’altro rischia di mettere in una condizione di ansia e preoccupazione la mamma che mentre allatta ha bisogno invece di essere serena. Per sapere se il piccolo mangia a sufficienza non serve pesarlo prima e dopo la poppata ma osservarlo con attenzione per monitorare se i suoi segnali sono di soddisfazione o al contrario di malessere. Il controllo periodico dal pediatra poi è l’appuntamento chiave per avere certezze sulla crescita sana del piccolo.

 

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