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Molti genitori, soprattutto se alla prima esperienza, si chiedono se sia normale che il neonato dorma per molte ore consecutive. In realtà, durante le prime settimane di vita, un sonno prolungato è spesso fisiologico e rappresenta un momento fondamentale per la crescita.
Tuttavia, talvolta un neonato che dorme troppo può richiedere una valutazione più attenta. In generale, non c’è motivo di preoccuparsi se il piccolo cresce bene, mangia regolarmente ed è reattivo agli stimoli.
“Meglio invece consultare il pediatra se è difficile svegliarlo, salta diverse poppate, bagna pochi pannolini o dorme oltre 19–20 ore al giorno per più giorni” interviene Leo Venturelli, pediatra di famiglia, responsabile dell’educazione alla salute della SIPPS (Società italiana di pediatria preventiva e sociale). In questi casi, infatti, alla base potrebbero esserci dei problemi, che richiedono l’intervento del pediatra.
Come valutare il troppo sonno del neonato
Così come per ogni altro aspetto della vita del bebè, dalle poppate al pianto, anche per quanto riguarda il sonno non esistono regole assolute. Ogni bimbo, infatti, è unico e diverso, con bisogni ed esigenze specifici che, fra le altre cose, possono influenzare i suoi ritmi sonno-veglia.
È normale, dunque, che alcuni dormano per gran parte della giornata e della nottata e altri stiano svegli un po’ di più. Fra l’altro, i nuovi nati non hanno ancora un ritmo sonno–veglia definito: alternano brevi momenti di attività a lunghi periodi di riposo.
“In linea di massima, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, in media un lattante dovrebbe dormire dalle 14 alle 17 ore, con picchi anche di 18-20 ore nelle primissime settimane di vita” chiarisce Venturelli. “Contare le ore di sonno, però, non è sufficiente per capire se è tutto nella norma”. Un neonato che dorme troppo si può riconoscere anche da altri segnali.
Il consiglio, dunque, è quello di osservare il comportamento del piccolo per individuare eventuali anomalie.
1. Peso e sviluppo
Il peso è uno degli indicatori più significativi e affidabili: se il neonato cresce a sufficienza, allora è meno probabile che il dormire molto sia indice di un problema.
Anche la lunghezza e lo sviluppo in generale, valutabili anche attraverso le curve di crescita e le tabelle dei percentili compilate dal pediatra durante le visite di controllo, sono parametri indicativi. Se tutto procede come previsto, di solito, non c’è motivo di allarmarsi.
2. Frequenza delle poppate
Premesso che anche per quanto riguarda l’alimentazione non esistono criteri assoluti validi per tutti, per regolarsi, mamma e papà possono tenere presente che in genere il neonato compie fra gli 8 e i 10 pasti al giorno. Dunque, dovrebbe mangiare ogni due-quattro ore circa.
“Se dorme troppo a lungo saltando più poppate consecutive anche quando i genitori cercano di svegliarlo, è meglio parlarne con il pediatra” consiglia l’esperto. Considerare che con l’allattamento artificiale i risvegli possono essere meno frequenti, perché la digestione è più lenta.
3. Reattività agli stimoli
Un altro aspetto da valutare è la reattività agli stimoli. Quando sveglio, il piccolo dovrebbe reagire a carezze, piccole pressioni, movimenti nell’ambiente in cui si trova. Anche quando è molto addormentato dovrebbe mostrare una minima risposta a voci, luce o contatto. “Se è spesso letargico e molto difficile da svegliare, è bene prestare attenzione” avverte Venturelli.
4. Forza di suzione
Un bambino nato a termine, con un buon peso e in salute succhia con vigore. Un bambino che dorme troppo e in aggiunta ha una suzione debole, con conseguente difficoltà ad alimentarsi, potrebbe effettivamente essere in uno stato anomalo di debolezza e letargia.
5. Periodi di veglia
Nelle prime settimane di vita i periodi di veglia sono brevi, spesso compresi tra 30 e 60 minuti. Con il passare dei giorni dovrebbero aumentare. Se restano costantemente molto ridotti, potrebbe valere la pena avere un confronto con il pediatra. In ogni caso, in questi momenti il piccolo dovrebbe essere sveglio e reattivo.
6. Segnali di malessere
Quelli qui elencati sono tutti segnali da portare all’attenzione del pediatra.
- Pianti frequenti senza ragioni apparenti
- irritabilità
- nervosismo
- mancanza di energia
- sonnolenza prolungata.
Calcolatore curve di crescita
Le cause
Un neonato che dorme troppo non è necessariamente un neonato con vere e proprie problematiche di salute. Sono molti, infatti, i fattori che possono portare a un sonno prolungato. Innanzitutto, molto dipende dalla lunghezza della gestazione.
“I nati pretermine, con basso peso alla nascita, tendono a dormire più a lungo poiché le ore di sonno servono per lo sviluppo ottimale delle strutture cerebrali” spiega il pediatra. Anche i cosiddetti “scatti di crescita” possono talvolta associarsi a un sonno più prolungato, così come le temperature esterne troppo elevate, che riducono i livelli di energia e aumentano la sonnolenza.
Ancora, se il neonato ha un ittero fisiologico è normale che sia sonnolento: spesso la situazione si risolve spontaneamente, ma va monitorata.
Se il bimbo non assume abbastanza latte può risultare più debole e dormire troppo. In questo caso si osservano anche scarsa crescita, disidratazione e pochi pannolini bagnati. Anche una lieve malattia, come un raffreddore, può rendere il neonato più stanco del solito: è una risposta naturale del corpo.
Quando dipende da malattie
In una piccola percentuale i casi, un neonato che dorme troppo potrebbe essere effettivamente malato. Fra le cause più importanti di letargia ci sono:
- infezioni
- ipoglicemia
- disturbi del metabolismo
- problemi al fegato
- disturbi cardiorespiratori
- disturbi neurologici.
Quando preoccuparsi
In generale, se il bambino cresce bene e appare sereno, dormire molto non è motivo di allarme. Tuttavia, è bene chiedere un parere medico se:
- è molto difficile svegliarlo
- dorme effettivamente tanto e ha pochi risvegli
- salta più poppate di seguito o mostra scarso interesse per l’alimentazione
- non reagisce agli stimoli e si muove poco
- il peso si ferma
- non cresce come previsto
- ha difficoltà nella suzione
- durante i periodi di veglia sembra debole, poco reattivo, stanco, con scarso tono muscolare
- ha un ittero evidente che non migliora
- è pallido, irritabile e/ho a febbre
- dorme più di 19–20 ore al giorno per più giorni consecutivi.
Se la letargia è legata a difficoltà nell’alimentazione il piccolo può essere anche disidratato. “In questo caso, i segnali a cui fare attenzione sono la diuresi ridotta e i pochi pannolini bagnati (meno di cinque-sei al giorno), le urine di colore più scuro, la lingua e le labbra secche, la cute fredda, il nervosismo” spiega il pediatra.
Cosa possono fare i genitori
- Offrire poppate frequenti, anche svegliando delicatamente il piccolo nelle prime settimane
- Creare un ambiente confortevole, con temperature adeguate (19–21°C)
- Osservare il ritmo del sonno, senza ansia ma con attenzione ai cambiamenti
- Annotare ogni quanto si risveglia e quanto dura ogni fase
- Tenere un diario delle poppate e dei pannolini, utile da condividere con il pediatra
- Appena possibile, per favorire il sonno, introdurre una routine del sonno con abitudini quotidiane, come bagnetto serale e allattamento in un ambiente con luci soffuse e silenzioso
- Durante le fasi di veglia stimolarlo, per esempio parlargli, accarezzarlo, massaggiargli l’addome, esporlo gradualmente alla luce. Tutto sempre con delicatezza.
Foto di copertina di PublicDomainPictures via Pixabay
In breve
Un neonato che dorme tanto, nella maggior parte dei casi, sta semplicemente seguendo il suo ritmo naturale. Il sonno, infatti, è uno strumento prezioso per crescere, maturare e recuperare energia. Se però il genitore nota qualcosa di insolito, come segni di malessere, peso stagnante, suzione debole, è sempre meglio chiedere un parere al pediatra.
